87. Hero

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Non è la prima volta che faccio un viaggio seguito da delle guardie del corpo, ma non mi ci abituerò mai. La libertà di viaggiare da solo mi mancherà. Questo è uno dei contro quando sei famoso: non puoi farti vedere in pubblico che una folla di persone si accerchia attorno a te. Abbiamo già scattato qualche foto con delle ragazze ma non molte. Mi sento già stanco, cazzo.
Durante il viaggio in taxi mi sono passato il tempo disegnando figure astratte sulla coscia di Jo distrattamente con le dita, proprio come usavo fare sul suo petto. Quando le ho stampato quel bacio sulla guancia — quasi involontariamente — mi sono sentito stupido e soddisfatto allo stesso tempo, ma ho cercato di non pensarci perché so che lei lo ha apprezzato almeno un po'. Anzi ne sono sicuro. Quel piccolo contatto di un millisecondo con le mie labbra è stato inebriante sia per lei che per me. Mi manca troppo baciarla e renderla mia con uno sguardo.
Stiamo aspettando che inizi l'imbarco e Jo sta dormendo con la testa poggiata sulla mia spalla. Ha un espressione tranquilla e un leggero sorriso sulle labbra.
Anna sta leggendo qualcosa. Poi alza lo sguardo dal libro e si volta verso di noi.
Le rivolgo un mezzo sorriso.
«Siete carini» dice.
Ridacchio. «Lo siamo sempre stati, Anna.»
Poggio la testa su quella bionda di Jo e socchiudo gli occhi. Ad un certo punto sento il rumore di uno scatto fotografico.
Lei apre lentamente gli occhi e quando si accorge di Anna che ci sta fotografando li spalanca. «Anna? Che stai facendo?» chiede con la voce impastata dal sonno.
Anna le sorride imbarazzata. «Dovevo... per forza immortalare questa scena, scusate.»
Faccio un cenno della mano e scuoto la testa. «Tranquilla.»
Jo alza la testa e mette una mano sulla mia spalla. «Scusa se ho dormito su di te» e ridacchia.
«No, ti ringrazio. Ho appoggiato la mia testa sulla tua, quindi non sei in debito» dico con un ghigno, e mi spintona con delicatezza.
All'altoparlante annunciano che stanno per aprire l'imbarco, così andiamo a metterci subito in fila, seguiti dai nostri bodyguard.
«Allora... siamo tutti vicini, giusto?» chiede Anna, e Jo annuisce.
È semplicissima oggi, letteralmente acqua e sapone. Adoro quando è struccata, è persino più bella, glielo avrò detto un milione di volte. Ha una coda di cavallo alta e due ciuffetti davanti al viso, che si mette puntualmente dietro le orecchie perché le danno fastidio. Voglio troppo toccarle i capelli...
«Perché...» inizia a dire guardandomi strano «perché mi stai toccando la coda?» e ridacchia.
Attorciglio una ciocca tra le mie dita. «Mi piacciono i tuoi capelli, sono biondi e morbidi. E profumano di vaniglia» glieli annuso prima di dire queste ultime parole. Piega la testa da un lato lasciando a vista quel collo invitante, e quasi accidentalmente — ma intenzionalmente — il mio respiro caldo sulla sua pelle la fa rabbrividire.
Si morde il labbro e poi lo inumidisce lentamente. Mi sta provocando da morire, ma siamo in una fottuta fila in aeroporto. La odio.
«Che stai facendo, Hero?» dice a bassa voce, così che solo io possa sentirla. «Stai per caso flirtando con me?»
Alzo gli occhi al cielo e poi le sussurro all'orecchio: «Si, ma tu mi stai provocando, piccola.»
Chiude gli occhi per elaborare quelle parole ed io torno al mio posto, a osservare i vari soggetti strambi che fanno avanti e indietro per l'aeroporto.
Era da davvero tanto che non la chiamavo 'piccola' o che ci provocavamo di proposito, il che aumenta i suoi effetti. Lei è eccitata, lo vedo nelle sue pupille dilatate e ha stretto le gambe in quella che sembrerebbe una posa di danza. Io ho puntualmente messo le mani in tasca perché... be', è abbastanza ovvio.
Anna ci guarda di sottecchi, l'ha intuito. C'è una certa tensione tra noi, di quella che si può tagliare con un coltello.
Lei mi manca, e so di mancarle anch'io.
Mi manca il suo corpo, le sue labbra, le sue mani... Erano belli i tempi in cui facevamo l'amore quasi ogni giorno, come mi mancano. Adesso sempre che per una scopata debba diventare presidente degli Stati Uniti, essere romantico, comprensivo, dolce e stronzo, provocante e provocato... quando prima la ottenevo con uno sguardo e qualche parola sporca sussurrata.
Ma non mi manca solo questo. Sono un uomo, si, ma ciò non significa che pensi solo a scopare. Mi manca coccolarci sul divano guardando un film, preparare la cena, fare la pizza e sporcarle il naso con la farina, baciarci sotto la pioggia in balcone, sentirle dire 'ti amo', prendermi cura di lei quando sta poco bene, tenerla stretta al mio petto. Queste sono le piccole cose che mi mancano, più di tutto.
Non ti accorgi di quanto sia bella la semplicità fin quando tutto diventa semplicemente complicato.

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