53. Jo

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Odio prendere questa pillola di merda. Sembra come se... non lo so.
Il mio trucco e i miei capelli sono ancora perfetti ed intatti, spero resistano fino a mezzanotte almeno.
Ma all'improvviso delle lacrime bagnano il mio viso. Odio questa cazzo di pillola e il mio trucco è andato. Non capisco nemmeno per quale motivo io stia piangendo, è solo una pillola del giorno dopo, nulla di che.
Certo, fin quando non realizzi che serve ad evitare arrivi inaspettati di bambini.
Adesso sto singhiozzando davanti allo specchio, quando Anna entra nel bagno. Si avvicina a me e, prendendomi il viso bagnato tra le mani, mi guarda.
«Che è successo? Dovresti divertirti stasera, Jo. Dimmi qual è il problema, subito» mi ordina.
Il mio pianto si intensifica e mi butto tra le braccia dell'amica più cara che ho. «Quella cosa lì è il problema» mi riferisco alla pillola.
«Cosa c'è che non va? Devi solo metterla in bocca ed ingoiarla con un sorso d'acqua. Ecco» prende il bicchiere appoggiato sui lavandini e me lo mette tra le mani, che tremano.
La ingerisco velocemente, senza pensarci troppo.
«Ce l'hai fatta, vedi» mi abbraccia un'altra volta.
«Si, credo.»
Si distacca dall'abbraccio e si lava le mani. «Qual è il tuo grosso problema con la pillola allora?»
Sbuffo. «Detesto prendere questa merda. Si, il sesso non protetto è meglio, ma se il premio è la pillola... allora no grazie» questa è la motivazione corta.
«Be', il premio in realtà è l'orgasmo di lui dentro di te e tutto il piacere che senti.»
«Okay, hai ragione. Non è proprio questa la ragione infatti» confesso mentre mi strucco con le salviette che avevo nella pochette.
«Qual è allora?»
Qualcuno bussa alla porta del bagno delle donne. «Jo? Sei qui?» è la voce di Hero.
«Merda. Si vede che ho pianto?» chiedo ad Anna in un sussurro e lei scuote la testa.
«Grazie a Dio.»
Hero continua a bussare fin quando non esco dal bagno. «Ehi.»
«Ti stavo cercando» mi guarda preoccupato. «Tutto bene?»
«No, si si, tranquillo. Ho appena preso la pillola. Ti stai divertendo?» gli chiedo per cambiare argomento mentre il suo braccio è sul mio fianco destro quando torniamo in mezzo agli altri.
Dice di si, e si domanda come ho fatto a sapere così accuratamente chi invitare e chi no. Gli spiego che ho i miei metodi, o, semplicemente, Felix mi ha dato una mano, ma shhh, non deve saperlo.
«Sono contenta che ti stia divertendo» e pianto un bacio sulla sua guancia morbida e appena rasata.
«Sicura che sia tutto okay?» insiste.
«Si! Goditi la festa, non pensare a me.»
«Cazzo, io penso sempre a te» improvvisamente mi prende la guancia con la mano.
«Stessa cosa, ma per stasera spegni l'opzione Josephine Langford dal tuo cervello. Ti prego» lo supplico.
Amo essere sempre tra i suoi pensieri, ma adesso voglio che si goda bene tutta la serata. Mi sentirei in colpa se non si divertisse a causa mia, dei miei occhi gonfi dal pianto.
«Va bene, sai che ti amo» e mi bacia la fronte prima di allontanarsi per raggiungere i suoi amici.
Voglio bere assolutamente qualcosa e smettere di pensare per stasera. Penso maledettamente troppo.

Ho bevuto due Sex On The Beach ed è mezzanotte meno dieci.
«Mancano dieci minuti, siete tutti pronti ragazzi?» qualcuno esclama al microfono del DJ.
Sento che la stanza gira attorno a me mentre sono seduta su un divanetto accanto a Felix, che si è stancato di girovagare senza meta in mezzo alla gente.
«Stai bene?» mi chiede alzando un sopracciglio.
«Si» rispondo assente.
«Il tuo ragazzo fa 21 anni tra cinque minuti, lo sai vero?»
«Oh, cazzo.»
Mi alzo troppo di scatto che barcollo un attimo sui miei tacchi, poi riprendo l'equilibrio. Sono ancora sobria, ma stanca.
Raggiungo Hero davanti al tavolo della torta enorme che ho fatto preparare.
Gli mostro i pollici in su come per dire "la scena è tua, spacchi" e lui sorride.
«Pronti ragazzi? 10... 9... 8... 7... 6... 5... 4...»
Sembra capodanno così.
«... 3... 2... 1... Tanti auguri Hero!» esclamiamo in coro tutti quanti.
Quando Hero soffia le candeline la prima persona che guarda sono io. Poi mi fa cenno di raggiungerlo dietro il tavolo.
«Auguri, ti amo» e lo bacio all'angolo delle labbra.
Ci mettiamo in posa e il fotografo ci scatta delle belle foto, dopo di che io mi faccio da parte e lui si scatta delle foto con i suoi amici più stretti e la sua famiglia, e poi con tutto io cast di After — me compresa, ovviamente.
Abbiamo ballato, cantato e bevuto per un'altra ora. All'una e mezza sono quasi tutti andati via.
«Andiamo a casa, sono esausto, mi fanno male i piedi e la testa» mi dice in un tono lamentoso, ma mi sorride allo stesso tempo.
«Ti capisco.»
Ci incamminiamo fuori dove ci aspetta lo stesso tassista dell'andata per riportarci in hotel.
Una volta arrivati ci togliamo entrambi subito le scarpe.
«Abbassami la cerniera, per favore» chiedo dandogli le spalle.
Lui lo fa subito e non fa nessuno commento sconcio, è troppo stanco persino per questo.
Sono sollevata dal fatto che non abbia voglia di fare qualcosa, non ce l'avrei fatta a dirgli di non ma mi sarei addormentata nel bel mezzo di tutto.
Io ho messo una sua maglietta come pigiama, lasciando solo le mutandine, lui è con i soliti boxer. Non ci siamo scomodati per cercare qualcosa da mettere, troppo faticoso per il momento e la stanza è abbastanza calda.
Ci addormentiamo appena tocchiamo il letto. Hero mi abbraccia da dietro e la sua mano e poggiata sulla mia pancia, le mie sono sotto la mia guancia sinistra.
«Ho amato la serata, comunque, grazie» sussurra e mi bacia nella piega del collo prima di cadere in un sonno profondo.
«Sono felice che ti sia piaciuta, notte.»

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