59. Hero

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Le sue gambe sono attorno alla mia vita e la gonna morbida del suo vestito svolazza mentre cammino velocemente verso dentro.
«Dove vai!» esclama ridendo.
«Qui.»
La faccio scendere delicatamente da me ed io inizio a togliermi i vestiti, non c'è nessuno qui con noi e in questa piscina non ci entrano più di due persone, il luogo è molto appartato.
Mi guarda dalla testa ai piedi. «Che stai facendo?»
Sogghigno. «Vieni anche tu, è calda l'acqua» dico quando immergo un piede nella piscina.
«Oh, no. Tu sei fuori di testa!»
«Perché no?» le chiedo confuso.
«Non ho portato un cambio.»
Fosse per me, potrebbe entrare anche nuda qui dentro, ma non credo sia il caso.
«Che importa, hai l'intimo sotto no?»
Piega la testa da un lato e mi guarda male.
«Siamo soli, non c'è nessuno. È mercoledì, per giunta di novembre, chi vuoi che ci sia?»
«Devo pensarci, tu fai come vuoi» e si allontana un po' dalla piscina, vaga per la piccola stanza pensierosa.
L'acqua è caldissima, i getti d'acqua fanno salire a galla tante bollicine che rendono il tutto più rilassante. La mia testa è poggiata al bordo della piscina, gli occhi chiusi e il viso leggermente perlato di sudore. Non penso a nulla, sono in una specie di trance.
«Jo, che hai deciso?» domando dopo un po', tenendo sempre gli occhi chiusi.
Non risponde...
«Ci sei o—»
Quando apro gli occhi la vedo entrare in acqua con tutto il vestito rosa confetto. Resto a bocca aperta. Le ombre che le luci tenui proiettano su di lei la fanno sembrare divina.
«Accidenti, sei così fottutamente sexy.»
Sorride e si sposta i capelli dietro le orecchie.
«Dio, sei bellissima» non riesco a trattenermi dal farle qualsiasi tipo di complimento.
Quando si abbassa in acqua, la gonna del suo vestito si gonfia d'aria e si alza scoprendo le cosce. Si avvicina a me lentamente, poi la prendo dai fianchi e si mette a cavalcioni su di me. Sono già eccitato.
«Che hai intenzione di fare?»
«Non lo so, tu?» dice con un leggerissimo sorriso sulle labbra.
«Pensi che possiamo scopare qui?» le sussurro all'orecchio. È ovvio che non possiamo, ma voglio vedere la sua reazione.
Sembra pensarci su... «Io credo di si, tu che dici?»
Cosa?
Rimango sorpreso, ma non glielo faccio notare.
Afferro la sua gonna bagnata e lentamente le sfilo il vestito da sopra.
«Sei sicura? Non hai paura che—»
«Non ci sono telecamere,» mi interrompe «ho controllato.»
Posa i gomiti sulle mie spalle, affonda le dita tra i miei capelli e mi bacia.
Mi vuole. Proprio come immaginavo.
Continua a baciarmi, e metto una mano tra le sue cosce.
«Dovresti toglierle», le dico tirando l'elastico delle mutandine.
«Dici?»
Inizia a ridere, ma le si mozza il fiato quando le metto un dito dentro. Per soffocare i suoi gemiti, la bacio. Mi morde leggermente il labbro, potrei perdere il controllo da un momento all'altro. Riesce ad essere così sexy, e senza nemmeno provarci.
Inizia a dimenare i fianchi contro la mia mano, così la faccio sedere a fianco a me, a gambe larghe, per continuare a darle piacere.
Queste cazzo di mutande mi danno fastidio.
Gliele sfilo velocemente e lei le strattona via con i piedi. Sono bianche e si mimetizzano con le bollicine.
Mi ipnotizza il suo volto immerso nel piacere e la mia mano si è fermata.
Improvvisamente mi afferra il polso, vuole essere toccata di nuovo.
«Cosa vuoi?» le chiedo. Voglio e ho bisogno che pronunci quelle parole.
«Te.» Mi sorride dolcemente e poi allarga di più le gambe, facendomi capire che forse non è così innocente.
«Girati, allora.»
Mi guarda, e non reagisce perché non le do il tempo. L'ho fatta voltare di spalle, strappandole uno strillo.
«Tutto okay?» le domando preoccupato, forse le ho fatto male.
«Si... oh mio Dio», mugola e quindi capisco che uno dei getti dell'idromassaggio punta esattamente tra le sue gambe. Adesso geme soltanto, ma tra qualche secondo griderà il mio nome.
Tolgo i boxer e li faccio cadere a terra. Mi inginocchio dietro di lei. Non l'ho mai presa in questo modo, ma così riesco a sentirla fino in fondo, posso accarezzarle la pelle chiara e liscia della schiena, osservare i muscoli che si contraggono mentre mentre inarca la schiena verso di me e ascoltare il suo respiro affannoso.
Sposto i suoi lunghi capelli sulla sua schiena ed entro lentamente in lei. Le prendo i seni tra le mani e inizio ad entrare e uscire con un ritmo pacato.
È stupendo, meglio delle altre volte... forse è merito dell'acqua calda. Controllo che il getto miri ancora tra le sue cosce.
«Mi sento... in paradiso» geme.
Ha gli occhi chiusi, la bocca aperta e le nocche bianche dalla forza con cui stringe il bordo della vasca.
«He... ro...» emette un gridolino, e iniziano a tremarle le gambe.
Questo ritmo è troppo lento per me. Voglio muovermi più veloce, affondare.
«Posso andare un po' più—» inizio a chiedere.
Ma mi interrompe annuendo freneticamente: «Si, ti prego.»
Accelero. Pochi secondi dopo sento quella scossa familiare percorrere tutto il mio corpo fino all'inguine.
«Hero... sto per—» Non riesce a finire la frase che viene mugolando.
Quel suono basta a farmi perdere il controllo e vengo anche io ansimando.
Ha il viso sudato e il respiro pesante quando dice: «Wow. Sei un dio del sesso per caso?»
Ridacchio. «Forse.»
Poi, ad un tratto, spalanca gli occhi. «Aspetta—»
«Che succede?» chiedo confuso.
«Il preservativo, di nuovo.»
Cazzo...
Mi irrigidisco, e lei lo nota.
«Ehi,» mi prende il viso tra le mani «non fa nulla. Prenderò la pillola.»
Abbasso lo sguardo. «Mi dispiace che debba prenderla, so che stai male ogni volta e...» wow, parlo a raffica.
«Ehi, ehi. Sta' tranquillo, ci sei tu qui con me, okay?» mi rassicura.
«Si, ma—»
Vengo interrotto dal mio telefono che squilla. È Jessica.
«Si?» rispondo.
«Di' alla tua ragazza che è una troia!» urla dall'altro capo del telefono.
«Cosa? Perché?» guardo Jo, che è confusa quanto me.
«Ha baciato Liam!»
Il telefono mi cade in acqua nello stesso momento in cui il mio cuore va in frantumi.

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