28. Jo

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Stavo per svegliare Ash intorno alle nove e mezza quando mi arriva un messaggio. È Anna: Ho visto Hero. Dice che non è andato a letto con Jessica, gli credo. Ha detto anche che va a Londra.
Non saprei se fidarmi si lui, mi ha mentito così tante volte... Poi, a Londra? La situazione è talmente grave? Se lui non è andato con Jessica che motivo ha di allontanarsi così tanto? Tutto questo... per uno stupido bacio.
Grazie, rispondo al messaggio di Anna.
Poi lei mi chiede se ho svegliato Ash e le rispondo che stavo proprio per farlo.
«Ash,» lo scuoto delicatamente «buongiorno.»
Apre piano piano gli occhietti e quando mi vede balza a sedere e mi abbraccia forte. «Jo! Mi eri mancata!» esclama.
«Anche tu! Su, alzati e facciamo colazione. Cosa vuoi mangiare?»
Va a mettersi le ciabatte. «Fai i pancake?» sorride.
Non so se ci sono gli ingredienti... «Scendiamo, vedo cosa posso fare» gli sorrido prendendogli la mano.
Adoro i bambini, e loro adorano me. Questa cosa mi fa molto piacere, se dovessi diventare madre sarei un successo, ne sono sicura.
Mentre scendiamo le scale avverto un certo senso di vomito... merda.
«Ash... tu va di sotto, io arrivo» e torno indietro verso il piano di sopra.
Corro in bagno ed alzo la tavoletta del water.
Succhi gastrici...
Ma perché, ho preso la pillola, cosa non dovrebbe andare?
Con altri tre colpi di tosse butto giù un altro po'. Dopo qualche minuto sento di avere finito, mi sciacquo la bocca e torno di sotto.
Asher mi guarda preoccupato. «Stai... bene?»
«Si. Dai, allora, vediamo cosa c'è in frigo!» è piccolo ma è piuttosto scaltro e intelligente per la sua età, non voglio farlo preoccupare.
Mi sorride e si siede al bancone.
Mi sento già meglio, è strano. Ad ogni modo, gli ingredienti ci sono tutti.
«C'è tutto! Mi aiuti?»
Entusiasta, si siede accanto a me in ginocchio su una delle sedie alte del piano di lavoro. Prendo la bilancia ed esco tutto l'occorrente. Lui mi aiuta a pesare la farina, ad aggiungere lo zucchero negli albumi mentre li monto e a mescolare i tuorli con il burro e il latte.
«Vi divertite qui, eh?»
Saltiamo entrambi in aria dallo spavento e ridiamo.
«Mamma, stiamo facendo i pancake!» esclama Asher.
«Va bene, pulite dopo!» e sistema la spesa nei vari sportelli della cucina.
Dopo una mezz'oretta i pancake sono sui nostri piatti e pieni di mirtilli, panna e sciroppo d'acero. Una delizia.
«Merda— Oh, scusate! Voglio dire, siete due chef professionali!» esclama Anna ridendo.
«Mi diverto un sacco con Jo.»
Io ed Anna ci guardiamo, sorridiamo e poi do un bacio sulla fronte ad Ash. Gli voglio un bene immenso.
«Ash, vai a vestirti, andiamo a fare una passeggiata a Santa Monica con papà oggi.»
«Può venire anche—»
«No no, non credo sia il caso, siete solo voi tre, io non faccio parte della vostra famiglia...» lo interrompo.
«Jo, ma che dici? Sei parte di noi ormai, come puoi rifiutare l'invito di un bimbo così dolce?» ridacchia stringendo le guance paffutelle di suo figlio.
«Ti preeego» Ash mi fa gli occhioni dolci.
«E va bene, acconsento!» alla fine cedo.
«Andate a vestirvi. Ash, ti preparo i vestiti, andiamo.»
Loro si dirigono verso la camera del piccolo ed io al piano di sopra.
Merda... i miei vestiti sono tutti all'appartamento...
«Anna! Tra quanto usciamo?» le chiedo affacciandomi dalle scale.
«Un'oretta, più o meno.»
«Devo andare a prendere dei vestiti a casa mia... Hero dov'era?»
«Era andato al supermercato, ho intuito che sarebbe rimasto in giro a lungo. Prendi la mia macchina se vuoi!»
Okay, quindi c'è il via libera. Scendo giù correndo ed esco di casa in tutta fretta.
Salgo in macchina, metto in moto e in pochi minuti sono all'appartamento. Per fortuna stamattina quando sono uscita ho preso una copia delle chiavi...
Giro la chiave ed entro.
Che disastro... Ci sono due ciotole sporche nel lavabo e impasto di pancake su tutto il piano di lavoro. Cucina benissimo Hero, ma ogni volta combina un casino e si scoccia a pulire. Comunque, non mi interessa.
Vado in camera da letto, apro l'armadio e scelgo qualcosa da mettermi. Mi vesto velocemente, ho l'ansia che potrebbe tornare da un momento all'altro.
Quando torno in cucina, il mio istinto da maniaca dell'ordine e del pulito mi dice "Pulisci e sistema tutto", ma lascio stare, non voglio che si accorga che sono stata qui.
Anche il mio beauty è qui... Appena va a Londra verrò a recuperare tutte le mie cose.
Apro la porta del bagno senza pensare e... e me lo ritrovo davanti, con una tovaglia avvolta alla vita e i capelli bagnati. Cazzo...
Rimango paralizzata.

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