Sono finalmente arrivata a Los Angeles dopo quattro lunghe ore di volo e una volta salita sul taxi che mi porterà a casa di Anna, che ha preso il volo della mattina presto, tolgo la modalità aereo.
Ritrovo un sacco di chiamate perse e messaggi da Hero:
Jo.
Per favore, rispondimi.
Ho bisogno di parlarti.
Ignoro tutti questi SMS e lascio perdere il telefono. Fin quando non mi telefona Anna: «Jo, tutto okay? Dove sei?»
«Anna! Per strada, tu sei a casa, no?»
«Si si, va bene, ci vediamo dopo.»
«Si, a dopo.»
Mi imbarazza un po' andare a stare da lei per qualche settimana. Se non fosse successo questo casino io ed Hero ora saremmo nella nostra stanza d'hotel a scegliere una bella casa insieme, ma invece non è così...
«Tesoro!» Anna mi accoglie a braccia aperte davanti al portone di casa sua.
«Anna, grazie mille davvero, spero di non essere un peso per voi» dico imbarazzata, soffocata dal suo abbraccio.
«Fai sul serio? Fa' come se fossi a casa tua, sei sempre la benvenuta qui! Ora entriamo, sistema le tue cose e dopo mi parli di quello che è successo se può aiutarti, okay?»
«Va bene» sorrido.
Entriamo in casa, è stupenda, molto luminosa, ci sono libri, DvD, videocassette, dischi in vinile da tutte le parti: molto Anna Todd.
«Wow, è bellissima!» esclamo.
«Oh, non è nulla di che.»
Saliamo delle scale e poi mi mostra una stanza accanto ad un piccolo salotto.
«Ecco qua, puoi sistemarti qui. Qui su avrai la tua massima privacy, non ti disturberà nessuno, te lo assicuro» dice sorridendo. «Okay, mettiti comoda e quando vuoi scendi giù. Oh, quasi dimenticavo, dietro la porta in salotto c'è il bagno!» e fa per scendere le scale. Le sono veramente grata.
La stanza è carina, non troppo grande ma almeno è confortante ed accogliente come speravo. Le pareti sono bianche è il letto è grigio ad una piazza e mezza, a terra c'è una pulitissima moquette bianca, un guardaroba, tanti cassetti e mensole con vari gadget super carini.
È passata qualche ora dal mio arrivo: ho fatto una doccia, ho sistemato tutte le mie cose, Anna è venuta a chiedermi se avessi bisogno di qualcosa varie volte.
Decido di scendere giù e trovo un bambino, be' più che un bambino un ragazzetto ormai.
«Ciao! E tu... chi sei?» gli chiedo rivolgendogli un sorriso.
«Asher, tu invece?» risponde continuando a giocare con i suoi lego per terra.
«Josephine, un'amica di mamma.»
«Perché sei qui?»
«È difficile da spiegare... Mamma non c'è?»
«Si. Mammaaa!» grida.
Anna si affretta a raggiungere suo figlio, irritata dalle sue urla. «Asher! Cosa è successo? Perché urli?»
«C'è quella ragazza in cucina.»
«Jo! Sei qui, hai bisogno di qualcosa? Hai fame?» dice quando si volta a guardarmi appoggiata al bancone della cucina con le braccia strette al petto e il pigiama addosso.
«Sai, in realtà si» ridacchio.
«Be', hai ragione, sono le 8:30 passate... Asher, è tardi, va a dormire, lascia tutto per com'è oggi, fa nulla.»
Il bambino annuisce e sale in camera sua.
«Ah! È così indipendente già!» dice Anna emettendo un sospiro e le sorrido.
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Behind - Dietro Tutto l'Amore
FanfictionSi sono innamorati l'uno dell'altra, un amore forte e passionale... ma anche molto fragile. Jo è sconvolta da ciò che è venuto a galla per puro caso, e Hero è vinto dal suo stesso gioco. Dopo la loro intensa litigata, si separeranno per un po', si p...