57. Jo

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«Sei pronta?» Hero mi chiede mentre si mette un po' della sua acqua di colonia, quella che adoro.
«Ehm, no» sto ancora mettendo l'ombretto e una leggera riga di eye-liner.
«Va bene, allora io vado a prendere la macchina che è parcheggiata un po' lontana e la porto qui, okay?»
Annuisco e mentre lui esce di casa lascia una scia di profumo che sa di colonia e sigaretta.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio e sono pronta per uscire. Quando chiudo la porta di casa mi ritrovo Liam dietro e mi prende un colpo. «Oh mio Dio, da dove sbuchi?»
Ridacchia. «Tu da dove sbuchi!»
Ridendo, entriamo in ascensore e premo il pulsante per il piano terra.
Poi Liam con le mani in tasca, mi chiede: «Sono felice che tu stia meglio, giuro che ieri sembravi un cadavere.»
«Oh, si. Mi sento molto meglio in effetti.»
Cala un momento di silenzio, cerco di romperlo: «Quindi... tu e Jessica, eh?»
Lui sorride soddisfatto.
«Be', è una bella ragazza, intelligente e alla mano, non ti biasimo dai» gli dico dandogli una pacchetta sulla spalla.
«Si, lo so, ma credo che non sia nulla di speciale in fondo. Tu... tu, per esempio, sei molto di più.»
Ma in che senso?
Non so che dire, quindi l'unica cosa che faccio è mettere una ciocca di capelli dietro l'orecchio e restiamo in silenzio fin quando l'ascensore non arriva giù.
«Tu ed Hero quant'è che vi vedete?»
Be', noi non ci vediamo, stiamo letteralmente insieme, siamo una coppia.
Ma comunque... «Mhm... quasi quattro mesi.»
«Cazzo» mormora tra se e se. «E tu—» si interrompe quando vede Hero fuori davanti al portone.
Hero si avvicina a me e mi da un rapido bacio.
«Ehi, Liam» esclama poi e si danno il cinque.
Liam accenna un sorriso ma non dice nulla. «Bene, allora... chiamo Jessica?» chiede poi.
Io e Hero annuiamo.
«Jess? Dove sei? Ah, okay, ti ho vista.»
Jessica ci viene incontro mentre usciamo dall'edificio. «Ragazzi!» Abbraccia prima me, poi Liam dandogli un bacio sulla guancia e rivolgendogli uno sguardo complice, e infine Hero. «Mi sembri ogni volta più alto» lo guarda negli occhi e ha le mani sulla sue spalle.
Fingo un colpo di tosse e Jessica si allontana.
«Quindi dove andiamo?» domando.
«Avevo pensato al The Rooftop, lo conoscete no?» risponde Jessica
«Ne ho sentito parlare.»
«Sapete la strada?»
Hero annuisce.
«Okay, allora ci vediamo lì» prende Liam per mano e se lo trascina via.
«Sai davvero la strada?» chiedo ad Hero che prima mi era sembrato poco convinto.
«Si, ci sono passato davanti l'altra volta.»
«Ah, va bene, perfetto» e lo bacio sulla guancia prima di salire in macchina.
Per uscire dal parcheggio Hero deve fare una manovra complicata, e gira il volante con una mano sola mentre l'altra è dietro il mio poggiatesta. Porca troia...
«Che ne dici se accendiamo la radio?» chiede intento a fare la manovra.
«Mhm, si» e metto una delle sue playlist decenti, ormai ho imparato quali sono.
Non parte nessuna canzone che rende la scena che ho davanti più sexy di quanto non sia già, sfortunatamente.
È riuscito ad uscire dal parcheggio e adesso siamo per strada. Ad un tratto Hero alza di poco la gonna morbida del mio vestito rosa confetto sulla mia coscia e ci poggia una mano sopra. Io poggio la mia sulla sua.
«Ti sei mai toccata?» chiede dal nulla, Into it dei Chase Atlantic nelle casse.
«Co... cosa?»
Sposta la sua mano sulla mia e la poggia sempre sulla mia coscia. «Ti ho chiesto: ti sei mai toccata?» ripete.
Alcune mie amiche lo facevano e me lo raccontavano, ma io non ho mai pensato di farlo. Loro usavano anche il soffione della doccia, lo mettevano in mezzo alle gambe mentre erano inginocchiate a terra, e quando le cosce iniziavano a tremargli e dovevano mordersi il labbro perché i genitori erano in casa capivano di essere venute... Io non l'ho mai fatto, non ne avevo bisogno.
Scuoto la testa.
«Veramente?» inizia a spostare lentamente la mia mano verso l'interno coscia.
«Veramente» confermo e ha spostato la mia mano sempre più vicino all'inguine.
«Dovresti provare, sai?» prende le mie dita tra le sue e mi fa accarezzare il mio pube. È strano.
«Non ne ho bisogno.»
«Non fa mai male, anzi, dicono che fa bene. Dicono che...»
Non capisco più quello che dice perché le mie dita adesso stanno accarezzando il punto più sensibile e ho chiuso gli occhi.
«Esatto, così.»
Quando apro gli occhi mi accorgo che le sue mani sono entrambe sullo sterzo e che adesso sono solo io che lo sto facendo.
«Continua, non preoccuparti.»
È davvero piacevole, ma vorrei arrivare lì con le mutandine asciutte possibilmente, non ho portato nemmeno un cambio. Mi sa che devo iniziare a farci l'abitudine...
Mi sono fermata.
«Perché hai smetto?» chiede deluso.
«Perché forse voglio arrivare asciutta lì?»
Ridacchia. «Va bene, va bene, ma quando torniamo ti mostro qualcos'altro. Qualcosa di più che accarezzarsi» e mi rivolge un sorrisetto pervertito.
«Sei pazzo!» e lo spingo delicatamente per una spalla.
Parcheggia e siamo arrivati davanti un bel grattacielo illuminato. Credo che ci divertiremo.

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