Quella sera stavo dormendo quando il mio telefono ha iniziato a vibrare. Sono saltato in aria. Il cuore mi stava uscendo dal petto quando ho visto il nome di Jo e una nostra foto lampeggiare sullo schermo. Ho sempre amato quella foto.
Ho risposto al telefono con la voce roca dal sonno e il cuore che mi batteva all'impazzata. «Ehi, piccola» ho detto senza pensare. Mi sono scusato subito però.
«Fa' nulla. Che fai?» mi ha chiesto annoiata.
Le ho detto che mi aveva appena svegliato facendomi spaventare a morte e ha riso. La sua risata era tutto per me. Mi sono sentito sollevato da quella melodia allegra che usciva dalla sua bocca. Ero felice che era allegra e non triste, era tutto ciò che volevo.
«Ash dice che gli manchi» ha detto all'improvviso.
«Aw, manca anche a me» sorridevo.
Sapevo di mancare a quel piccolo paffutello, ma in qualche modo sapevo anche di mancare a lei. Mi mancava tantissimo. Non ci vedevamo da qualche ora, ma mi mancava in quel senso. Era tantissimo tempo che neanche sfioravo la sua pelle sbaglio, troppo tempo. Quasi dimenticavo quanto fosse liscia e morbida.
No, è una cazzata. Non avrei mai potuto dimenticarlo, era tutto ciò a cui pensavo costantemente.
«Se vuoi passare a trovarlo per me non sarebbe un problema» mi ha detto.
Un ampio sorriso era apparso sul mio viso. «Okay, passerò in questi giorni allora.»
«Ho...» ha iniziato. Ma non finito.
«Hai...?»
«Niente.»
Ho sbuffato. «Come niente? Stavi per dire qualcosa.»
«Nulla di importante, davvero.»
Facevamo di tutto per restare neutrali, sembravamo la Svizzera in quel periodo strano. Era strano, si... almeno per me. C'era tantissimo imbarazzo, non era mai successo, neanche nei primi tempi, non sapevamo come comportarci o cosa dire.
«Vabbè, credo che leggerò un po'. Non ho sonno» mi ha informato.
Neanche io ne avevo, così le ho proposto... «Leggeresti ad alta voce? Mi piacerebbe ascoltare.» Sarebbe stato meraviglioso.
Ha detto di si. È andata un secondo a prendere il libro, lo ha aperto nel punto in cui era rimasta. «Questo capitolo è dal punto di vista di Hardin» mi ha fatto sapere.
Ha iniziato a leggere:«Vado a cambiarmi», dice Tessa.
Ha ancora gli occhi rossi. Sapevo che si sarebbe commossa con quel film, ma devo ammettere che mi ha fatto piacere. Non sono contento che pianga, ma mi piace quando si fa coinvolgere dalle cose. Si abbandona completamente alla trama dei romanzi e dei film, si immerge nella storia e se ne lascia trascinare.Mi ero ricordato che anch'io una colta avevo pensato una cosa del genere, quando guardavamo Orgoglio e Pregiudizio. Cazzo, mi ero reso conto che eravamo più Hessa di quanto credessi.
Esce dalla cabina armadio in pantaloncini e reggiseno di pizzo bianco.
Porca miseria. Non riesco a non fissarla.Hardin, ti capivo benissimo.
«Pensi che potresti metterti... la mia maglietta?» le chiedo. Non so come reagirà, ma mi manca vederla dormire con le mie magliette.
Mancava tanto anche a me.
«Molto volentieri.» Sorride e va a prendere quella che mi sono tolto e ho lasciato in cima alla sacca del bucato da lavare.
«Bene», commento, sforzandomi di non sembrare troppo eccitato. Ma osservo il suo seno che preme contro il pizzo del reggiseno quando alza le braccia.
Smettila di fissarla. Va' piano, lei vuole che ci andiate piano. Sì, posso andare piano... dentro e fuori da lei. Merda, cosa mi prende?Siamo scoppiati entrambi a ridere. Poi lei ha osservato: «Ma voi maschi pensate sempre a questo?»
«Be'... no. Ma molto spesso si» e abbiamo ridacchiato.Proprio mentre sto per distogliere lo sguardo, lei si sfila il reggiseno facendolo uscire da una manica della maglietta.
«Qualcosa non va?» mi domanda.
«No.» Deglutisco e la guardo sciogliersi i capelli. Le ricadono sulle spalle in splendide onde chiare.Ha sbagliato alla fine di quella frase. Io stavo morendo di sonno.
«Sei uguale a Tessa, ammettilo» ho detto sbadigliando anch'io.
«Ma che dici!»
«Mhm mhm.» Ho fatto una pausa. Siamo rimasti in silenzio. «Dio, penserei di te le stesse cose che pensa Hardin di Tessa.»
Ha riso piano. «Non sono nemmeno lontanamente come lei. E tu non sei come Hardin.»
«Descriviti in tre parole» le ho detto.
«Mhm...» Potevo vederla picchiettarsi le dita sul mento. «Determinata, penso troppo, forte.»
Era davvero forte.
Il giorno dopo quell'ultima notte, l'ho accompagnata in farmacia a comprare un test di gravidanza. L'ho aspettata fuori. È tornata pallida, pensavo che sarebbe potuta svenire da un momento all'altro.
Siamo tornati a casa e quando si è chiusa la porta della sua cameretta alle spalle è scoppiata a piangere tra le mie braccia.
Ci siamo seduti sul letto e l'ho confortata, dicendole che sarebbe andato tutto bene. È andata in bagno, le ginocchia le tremavano dalla paura, lo vedevo. Dopo qualche minuto è uscita e mi ha messo quell'aggeggio nelle mani. Il risultato non era ancora apparso, non lo voleva vedere, così l'ho fatto io.
Non incinta.
Ho sorriso, gliel'ho mostrato e l'ho abbracciata. Stavo quasi per baciarla, ma mi sono fermato prima che potessi farlo.
«Adesso descrivi Tessa» le ho detto poi.
«Credo che la descriverei con le stesse parole. Però tre sono troppe poche! Non siamo uguali, Hero.»
Si invece, avrei voluto dirle, io sono il tuo Hardin e tu la mia Tessa.
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Behind - Dietro Tutto l'Amore
FanficSi sono innamorati l'uno dell'altra, un amore forte e passionale... ma anche molto fragile. Jo è sconvolta da ciò che è venuto a galla per puro caso, e Hero è vinto dal suo stesso gioco. Dopo la loro intensa litigata, si separeranno per un po', si p...