19. Jo

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Ci siamo riposati tutto il pomeriggio qui, nella nostra futura casa.
Oddio... non gli ho chiesto quanto costa.
«Hero!» mi alzo metto a sedere e lo scuoto per svegliarlo. «Quanto costa questa casa?»
Fa qualche lamento.
«Svegliati! Sono le 7:30 p.m.»
«Non è un tuo problema...»
«Come non è un mio problema? Hero, dimmi quanto costa!»
«Due mila dollari e qualcosa, non ricordo» risponde noncurante e con voce assonnata.
«Cosa?! Dividiamo le spese, lo sai questo» non esiste che io viva con lui senza contribuire, assolutamente.
«Non ce n'è bisogno, tranquilla. Vieni qui» mi prende da fianchi per stringermi a se.
Io arretro. «Non fare così, non vengo a vivere con te se non mi lasci contribuire» incrocio le braccia sotto al seno. «Facciamo a metà. La casa è in affitto, giusto?»
«Si, ma tranquilla davvero, non è un problema» dice con voce più sveglia ma ancora roca.
«No, Hero! È un carico troppo pesante per te, da solo e non voglio che i tuoi genitori debbano contribuire al posto mio. Insieme ce la facciamo perfettamente, ti prego. Come ti ho detto, non vengo a vivere con te se non mi permetti di aiutarti.»
Alza gli occhi al cielo, e rassegnato dice: «E va bene.»
«Metà?» gli allungo la mano.
«Meta» e ci stringiamo la mano come due esperti di affari.
Mentre mi stringe la mano, d'un tratto la tira con forza. «Adesso vieni qua.»
Cado su di lui ed entrambi ridiamo.
Mi prende il mento con una mano e mi bacia con trasporto ed io ricambio.
«Che ore hai detto che sono?» chiede mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Le 7:30 p.m., perché?» ugh, ho mal di pancia.
«Volevo uscire stasera, che ne dici?» mi sorride.
Deglutisco per cacciare indietro il vomito... «Non lo so... non mi...» il vomito mi sale su un'altra volta e stavolta non riesco a rimandarlo giù.
Mi alzo di scatto dal divano e corro in bagno. Alzo la tavoletta del water, mi ci inginocchio davanti e butto giù una cascata di vomito.
Hero corre in bagno. «Dio, Jo...» Mi tiene i capelli per non sporcarli di vomito. Si volta dall'altra parte, altrimenti vomiterebbe anche lui.
Dopo qualche altro colpo di tosse e vomito, sento di aver finito per il momento.
«Stai bene? Certo che non stai bene, che stupido che sono...» allunga la mano per prendere un pezzo di carta igienica e mi pulisce la bocca. «Sciacquati... Rimandiamo la nostra uscita.»
Non mi ero mai sentita così con il ciclo, saranno state tutte le cose che ho mangiato oggi a farmi sentire così, mi sento ancora scombussolata.
«Si, concordo» gli dico sciacquandomi la bocca.
Lui sta sulla soglia della porta pensieroso.
«Che hai?» gli chiedo preoccupata.
«Jo, non è che sei...»
Non capisco.
«Incinta?»
Oh mio Dio. Scoppio a ridere.
«No!» rido. «Esattamente il contrario.»
Aggrotta la fronte.
«Ho solo il ciclo, Hero» dico sorridendo divertita.
Fa un sospiro di sollievo. «Menomale...» e viene ad abbracciarmi. «Mi sembrava strano infatti... non abbiamo avuto nessun inconveniente fino ad ora.»
«E ringraziamo il Cielo» ridacchio mentre usciamo dal bagno. Poi mi faccio seria. «Tu... se tra noi dovesse durare, anche tra tre annetti... non vorresti dei figli?»
Mi sorride sorpreso. «Ma certo! Su questo non devi preoccuparti. Ho sempre desiderato diventare padre, ma ovviamente ancora non è il momento, siamo troppo giovani.»
Sono felicissima di questa sua affermazione.
Mi prende il viso tra le mani e mi guarda intensamente negli occhi. «Io voglio un futuro con te.»
«Anche io.»
Mi bacia la fronte mi stringe al petto. «Torniamo a casa, dai.»

Arrivati a casa di Anna, Hero le dice che sto poco bene e mi prepara un piatto di pasta bianca, dell'acqua e un'enterogermina.
Gli rivolgo un sorriso di gratitudine.
«Perché mi guardi così?» chiede.
«Mi piace come ti prendi cura di me.»
«Mangia» ridacchia.
Anna e Mercy scendono giù mentre io sto prendendo la mia bellissima enterogermina.
«Oh, che è successo?» chiede Mercy preoccupata.
«Niente, non si sente bene» risponde brusco Hero.
«Tranquilla, niente di preoccupante... mestruazioni.»
Anna chiede cosa hanno voglia di mangiare i due fratelli e suo marito, decidono di mangiare pollo fritto. Iniziano a friggerlo e l'odore mi fa tornare la nausea.
«Io... vado di sopra, scusate ma non reggo l'odore» e dispiaciuta di lasciarli salgo su.
Dopo qualche minuto Hero mi raggiunge. «Anna me lo sta facendo al forno, così non ti nauseerà baciarmi, e dopo mi farò una doccia per non fare odore di fritto.»
Ridacchio. «Sei fantastico, ti amo. Torna di sotto non preoccuparti per me» e gli mando un bacio con la mano.
«Appena finisco salgo immediatamente su» mi sorride e scende giù.
Accendo la TV e piano piano inizia a venirmi sonno. Non mi sveglio fino alle quattro del mattino e mi trovo Hero sul petto. Gli accarezzo i capelli e mi riaddormento con lui tra le braccia.

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