32. Hero

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Cazzo, ho fame.
Mi sveglio con lo stomaco brontolante. Dov'è Jo?
«Jo?» la chiamo. Nessuna risposta, poi sento l'acqua della doccia scorrere. Entro in bagno. Si sta lavando.
«Signorina Langford,» Jo salta in aria quando sente la mia voce e lancia un grido, «come vi permettete di non avvisarmi che state facendo una doccia?» ridacchio. «Non vi sentite tutta sola lì dentro?» apro leggermente il vetro e infilo la testa per osservarla.
Si sta sciacquando i capelli, tiene la schiena inarcata, un gamba leggermente più avanti dell'altra e la testa sotto il soffione.
«Cazzo...» mi mordo il labbro. Entrerei se non potessi svenire dalla fame.
«Che c'è?» dice toccandosi i capelli in un modo che mi fa impazzire, e lei lo sa, lo sta facendo apposta infatti. «Dimmi, che c'è?»
La guardo dall'alto al basso leccandomi le labbra. «Voi mi provocate, signorina...»
Ride. «La smetti di parlare così? Non siamo nell'Ottocento.»
«La storia di Hardin fissato con quei libri mi sta affascinando, non li leggerò mai, ma posso immedesimarmi nei personaggi ogni tanto.»
Da piccolo guardavo sempre i Pirati dei Caraibi, quindi ho sempre saputo utilizzare il voi, ma non trovavo mai l'occasione o il motivo. In realtà mi affascina molto quel periodo storico, c'erano solo gentiluomini e le donne erano trattate come diamanti dagli uomini, era tutta una questione di onore. Oggi c'è uno schifo, come quel verme che stava per molestare Jo, che mondo perso...
«Mi ricordi Will con Elizabeth de i Pirati dei Caraibi» sorride.
Come cazzo... mi legge nel pensiero?
«Pazzesco... stavo pensando la stessa cosa.»
Si strizza i capelli e si avvicina a me. Mi mette le mani bagnate sulla faccia e mi bacia.
«Mi hai bagnato tutto!»
«Asciugati allora.»
Scuoto la testa e vado ad asciugarmi con un'asciugamano. «Hai finito di lavarti?»
«No.»
«Vabbè, fanculo, io muoio di fame. Vuoi qualcosa?»
«Si, qualsiasi cosa va bene. Ma potresti evitare di dire in continuazione fanculo
È vero, lo dico sempre, anche senza motivo. Ma non mi interessa, è un'abitudine, tanto so trattenermi in occasioni importanti.
«Vaffanculo, no» ridacchio, glielo faccio apposta.
Esco dal bagno e cerco qualcosa da mangiare. Pop corn, ne ho troppa voglia. Okay, appena chiude l'acqua della doccia li metto nel microonde sennò si raffreddano troppo.
Che film potremmo vedere?
Cerco su internet "libri citati in After", voglio vedere un adattamento di uno dei libri che amano Hardin e Tessa.
Orgoglio e Pregiudizio, 2005.
La trama dice: il signor Bennet ha una bella casa nell'Hartfordshire, dove vive con la moglie e le cinque figlie. Tutto va per il meglio fino alla morte del signor Bennet. L'unico modo per le ragazze per assicurarsi un futuro è quella di sposarsi.
Mhm... non mi entusiasma.
Poi leggo ancora: sarebbe un colpo di fulmine anche tra Darcy ed Elizabeth, se non fosse per una frase su di lei che l'uomo pronuncia in confidenza a Bingley e che Elizabeth sente, frase che alimenta nel cuore della ragazza un'antipatia e un risentimento che la porta ad allontanarsi da Darcy ancor prima di avvicinarvisi.
Scherzavo, mi entusiasma un sacco.
Jo ha chiuso l'acqua. Corro a mettere due pacchi di pop corn nel microonde e appena sento il bip Jo esce dal bagno in pigiama. Questo significa che rimane qui stanotte...
Sorrido a quel pensiero.
«Hai fatto i pop corn!» esclama sorridendo e viene a mangiarne uno.
«Sediamoci sul divano, ho preparato un bel film da vedere.»
Mi guarda incuriosita. «Che film?»
«Orgoglio e Pregiudizio.»
«Ma non è l'adattamento cinematografico del libro che—»
«Esatto, il libro preferito di Hardin e Tessa» la interrompo.
«Va bene, ci sto.»
Ci sdraiamo sul divano, io la abbraccio da dietro e ogni tanto allungo una mano per prendere un pop corn.
«Ma che stronzo! Le ha detto che è passabile! Sul serio?»
«Già» dico ridendo, mi piace come si fa prendere dalle cose.
Sta in silenzio per un po'.
«Aspetta, quindi lui, dopo tutte le cose che ha fatto, vuole sposarla? Non ci credo.»
«Nemmeno io.»
Il film dura due ore. Mancano ormai pochi minuti alla fine.
Jo singhiozza quando Mr. Darcy dice: «Se i vostri sentimenti sono gli stessi di aprile ditelo ora. Il mio affetto e i miei desideri sono immutati, ma una vostra parola mi farà tacere per sempre. Se invece i vostri sentimenti fossero cambiati, devo dirvelo: mi avete stregato anima e corpo e vi amo, vi amo, vi amo... e d'ora in poi non voglio più separarmi da voi.»
Ricordo di averle detto una cosa simile una volta, sicuramente lei se lo ricorda meglio di me.
«Hero!» si gira verso di me e piange sulla mia maglietta.
«Che c'è?» rido.
«Non ridere! È emozionante!»
«Si, ma tu mi fai ridere!»
«Sta' zitto e piangi con me! Ti ho stregato anima e corpo io?» ridacchia.
«Certamente, signorina Josephine, e vi amo, vi amo, vi amo...» imito Mr. Darcy.
«Anche io vi amo signor Fiennes Tiffin, tantissimo.»
Ci baciamo mentre Darcy ed Elizabeth si sfiorano i nasi senza baciarci.
«Josephine Liza Langford... Non è il tuo secondo nome Liza
«Si, come fai a saperlo?»
Be', Anna, ne sai qualcosa?
«Ho i miei metodi...» dico fiero delle mie ricerche. «Il mio te lo ricordi?»
«Mhm... Beauregard?»
Okay, questo se lo ricorda, ma l'altro?
«Ne ho due in realtà»
«Si?»
Annuisco. «L'altro è Faulkner.»
«Quindi... Hero Beauregard Faulkner Fiennes Tiffin?»
«Esatto.»
«Wow.»
«I miei genitori si sono sbizzarriti... grazie!»
Ride. Amo la sua risata.
«Ti amo.»
«Ti amo anche io.»

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