90. Jo

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Mi sveglio con la bocca secca. Mi inumidisco le labbra.
Anna è sveglia, sta vedendo un film. Lo mette in pausa. «Ehi» mi dice.
«Ehi. C'è dell'acqua?» le chiedo.
Cerca una bottiglietta nel suo zaino e me la porge.
Ehm... «Anna... non so bere senza poggiare le labbra.» Ogni volta che ci provo mi cade tutta l'acqua addosso.
«Oddio» ridacchia. «Bevi, tranquilla.»
Okay. Stavo morendo di sete.
Le riporgo la bottiglietta ringraziandola e lei la riposa nello zaino.
Si toglie le cuffie e alterna lo sguardo da me a Hero, che dorme con la testa appoggiata al finestrino.
«Devi dirmi qualcosa?» le dico, vedendola pensierosa.
«Che intenzioni avete?» mi chiede.
Sospiro. «Io... in realtà, non ne ho idea.»
So quello che voglio... ma se lui non vuole lo stesso? Se questo ritorno ci porterà semplicemente punto e a capo?
«Secondo te mi ama ancora?» Penso troppo, le paranoie presto inizieranno a farsi strada nella mia mente.
Accenna un sorriso. «Questo non te lo so dire, ma è chiaro che entrambi vi trovate ancora irresistibili. Provate ancora qualcosa l'uno per l'altra, questo è ovvio.»
La amo, è così schietta e sincera. È l'amica migliore che potessi mai avere.
Poggio la testa allo schienale e mi guardo le mani. Voglio sapere che ne penserebbe di un eventuale ritorno. «Anna.»
«Dimmi.»
Prendo un respiro prima di aprire di nuovo bocca. «Credi che se dovessimo tornare insieme funzionerebbe?» dico tutto d'un fiato.
Ci pensa su qualche istante. «Josephine, sai che vi adoro, siete una bellissima coppia, ma avete ognuno i suoi problemi...»
Be', questo, devo dire, che è già molto incoraggiante...
«Se avrete la forza e il coraggio di affrontarli insieme e imparerete a comunicare per bene, com'è giusto che sia, forse potrebbe uscirne qualcosa di buono.»
Ugh. Perché la vita non è tutta rose e fiori? Perché non possiamo godere di un "e vissero per sempre felici e contenti"? Credo che dobbiamo prima meritarcelo, migliorando noi stessi l'uno per l'altra. Voglio essere migliore per lui, ma soprattutto per me, come lezione di vita.
«Credi che ne valga la pena?» le chiedo, rivolgendole il mio sguardo.
Mi guarda negli occhi, con lo sguardo di una madre. «Perché no? Provateci.»
Restiamo in silenzio per un po' di tempo.
«Non credo che potremmo tornare semplici amici, dopo quello che abbiamo passato insieme...» dico ad un tratto, quasi tra me e me.
Anna mi guarda, comprensiva.
«Se restiamo amici... o non è mai iniziata, o non è mai finita.»
«Lo sapete entrambi che non è finita. Avete preso una pausa, ricordi?»
Si, me lo ricordo... Annuisco.
«E se volessi decidere di finirla qui?»
Aggrotta la fronte. «Jo, ma che stai dicendo?»
«Si... cioè, immagina: decidiamo di finirla ma rimaniamo amici. Non potrei vivere sapendo che in fin dei conti non è finita — perché so che è iniziata.»
Sarebbe una tortura vivere con la consapevolezza di amarlo ancora, senza poterglielo dire.
«Rilassati. Sei confusa in questo momento. So che non vuoi chiuderla qui, quindi smetti di dire sciocchezze.» Mi prende una mano. «Dimmi solo una cosa: sei ancora innamorata di lui?»
Non mi serve nemmeno tempo per pensarci prima di rispondere: «Si, lo amo.»
Sorride. «Allora provate a sistemare questo casino che avete in testa. Ho fiducia in voi.»
«Anch'io. Spero di non pentirmene, davvero.» Sciolgo la coda scompigliata e ne faccio un'altra.
«No, non lo farai» mi dice, e poi agli alto parlanti annunciano l'inizio dell'atterraggio.
Quando la donna al microfono smette di parlare, Hero balza in aria.
«Che è successo?» chiede preoccupato e con gli occhi ancora semichiusi.
Mi viene da ridere. «Nulla, stiamo per arrivare.»
Fa un sospiro di sollievo. «Finalmente!» Allarga di poco la cintura e poggia la testa sulla mia spalla. «Un letto sarebbe ottomila volte meglio ma mi accontenterò della spalla ossuta di Josephine Langford» dice scherzando e ride.
«Che scemo che sei» scuoto la testa.
Chiude gli occhi e Anna ci guarda, poi mi rivolge un sorriso orgoglioso e mi mostra un pollice in su.
Le sorrido.
Hero improvvisamente prende la mia mano, la sua è ghiacciata. Gliela stringo forte e lui intreccia le sue lunghe dita alle mie. Dopo poco si addormenta di nuovo e allenta la presa.
Questo è tutto quello che mi spaventa, che voglio e di cui ho bisogno: lui.

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