3. Jo

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"Biglietto e passaporto signorina."

Sto finalmente facendo l'imbarco per LA. Sono tra i primi in fila per la business class, avrò tutto il tempo di telefonare Hero prima che gli altri passeggeri salgano. Mostro i documenti e mi dirigo verso l'aereo. Una volta salita e sistemato il bagaglio più piccolo, prendo posto nel comodo sedile della business.

Il sedile accanto al mio è vuoto ovviamente, mi salgono le lacrime agli occhi. Adesso lo chiamo. Squilla e risponde dopo cinque secondi.

"Jo", dice schiarendosi la voce, avrà pianto?

"Ciao. Non... non vieni vero?" faccio con la voce rotta.

"No, ormai è tardi. Credevo non volessi stare con me."

"Infatti, okay. Ciao, è stato un errore chiamarti."

"No no, asp—", gli chiudo il telefono in faccia e lo metto in modalità aereo, mi richiamerebbe infinite volte.

Sono confusa. Credevo mi venisse a cercare ad ogni costo, non pensavo si arrendesse così facilmente.

Come ha potuto registrare i nostri mugolii, la nostra passione e spargerla come se nulla fosse? Mi chiedo ancora perché. Perché lo ha fatto?

Devo farmi spiegare tutto, ma ho paura. Ho paura di quale potrebbe essere il motivo, ho paura che potrebbe ferirmi fin troppo. Sono qui da sola, immersa nei miei pensieri, sarebbe pericoloso un cuore spezzato senza nemmeno un amico al mio fianco. Adesso è spezzato, ma non del tutto, potrei riuscire ad andare avanti, ma se me lo dovesse spezzare definitivamente non ne uscirei più

Sento che mi manca già.

Quattro ore di volo non sono molte, ma in questa situazione mi sembreranno di più, tra tutti i pensieri che mi frullano in testa.

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