76. Jo

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Mio Dio, non riesco a riposare serena. Sento troppo caldo. La mia pelle scotta.
«Hero...» lo chiamo, ma non si sveglia. «Hero» lo scuoto piano.
Apre lentamente gli occhi.
«Mi sento scottare. Sono bruciata?» Gli mostro la schiena.
«Si, un po', ma non è nulla» si gira dall'altra parte.
Se sto sulla schiena mi fa male tutto, quindi mi metterò a pancia in giù. Sento anche di aver mangiato troppo. Il mio stomaco gorgoglia e il cibo fa su e giù per la mia gola. Credo di dover vomitare. Si, decisamente si.
Mi alzo di scatto e vado in bagno. Alzo la tavoletta del water, mi ci inginocchio davanti e inizio a buttare giù tutto quello che ho mangiato oggi.
Tossisco abbastanza forte, infatti Hero arriva di corsa dopo qualche minuto.
«Ehi ehi! Che cavolo...?» Prende i miei capelli e li tiene in mano come al solito, anche se penso siano già sporchi. «Cosa è successo?»
«Ho... ho mangiato troppo.»
Respira affannosamente. «Sicura?»
«Si credo che sia per questo...»
È preoccupato. «L'ultima volta...» inizia «prima di ieri intendo, abbiamo usato il profilattico o hai preso la pillola?»
Cerco di ricordare. «Il profilattico, se non sbaglio.» Mi alzo e vado a sciacquarmi la bocca.
«Non si è— Quando deve venirti il ciclo?»
Oddio, vero. Cazzo.
Spalanco gli occhi.
«Jo, guardami» mi alza il mento con due dita costringendomi a guardarlo. «Ti è venuto il ciclo?»
Scuoto la testa. «È in ritardo.»
Si passa una mano tra i capelli. «Oh merda...»
Adesso che ci penso è in ritardo di...
«Di quanto è in ritardo?»
«Venti giorni circa...» guardo in basso. Mi viene da piangere.
«Cosa?» dice, sconvolto. «Perché non me lo hai detto?» sbotta.
«Io non... non ci avevo fatto caso fino ad ora.»
«Oh mio Dio, Jo» e cammina avanti e indietro per la stanza.
«Perché fai così? Calmati» faccio per avvicinarmi a lui ma mi respinge. Ma che...?
«Perché— Non capisci?»
Lo guardo confusa e leggermente irritata.
«Sai quanto mi piacerebbe diventare padre, giusto? Ma non adesso» fa una pausa. «Avere un figlio adesso rovinerebbe tutti i nostri piani.»
Inclino la testa da un lato e inarco le sopracciglia, e sarcasticamente dico: «Quali sarebbero i nostri grandi piani, eh? Dimmi.»
«Io...»
Fingo una risata. «Vuoi sposarmi, così potrai stare certo che sarò tua per sempre e portarmi chissà dove a vivere come dei ragazzini? È questo il tuo grande piano?»
Mi guarda, e con quello sguardo percepisco quanto è grande la sua paura di perdermi. «No, è solo che... siamo troppo giovani per dare a un figlio la vita che merita. Tu hai ancora molti sogni da realizzare, e anch'io. È solo... troppo presto, ecco.»
«Be', okay. Ma se sono incinta davvero che facciamo?»
Si avvicina e mette le mani sui miei fianchi. «Nulla, non faremo proprio niente. Saremo semplicemente felici, no?»
Accenno un sorriso e lo bacio. «Si, penso di si.»
Vado in bagno a prendere una crema di aloe vera e slaccio il reggiseno. «Hero, puoi venire un attimo?» lo chiamo.
Arriva dopo qualche secondo. «Si, eccomi... Oh porca troia» il suo mento quasi tocca a terra quando mi vede.
«Voglio solo che mi spalmi questa sulla schiena, facendo piano per favore.»
Si morde il labbro e sorride. «Molto volentieri.» Se ne mette un po' sulle mani e inizia a spalmare con delicatezza.
Prendo un respiro di scatto quando mi tocca la prima volta perché questa crema è congelata.
«Tutto okay?» chiede.
Annuisco. «Piano, ti prego.»
Continua senza provarmi un minimo di dolore.
«Jo» dice mentre le sue mani si muovono sulla mia schiena.
«Dimmi.»
Sospira. «Sai che sono pienamente d'accordo nell'avere figli un giorno,» ripete «ma non adesso, tutto qui.»
«Lo so.»
«Quindi più avanti basterà deciderlo assieme, okay?»
Ridacchio. «Certo. Non ho mica cercato di incastrarti, questo mi sembra ovvio.»
Non dice nulla.
Mi volto verso di lui e abbassa lo sguardo. «Aspetta...» mi acciglio e incrocio le braccia sui seni «non penserai mica che tutte le volte che ho preso la pillola era per incastrarti...»
Non mi guarda, non parla.
È assurdo...
«Hero, sei serio? Davvero?»
Sta sempre zitto, non una parola.
Vado a prendere una sua maglietta dalla valigia, perché le sue sono più larghe.
«Sai che l'ho presa ogni volta. Sono la prima a non volere un bambino adesso. Come può passarti per la mente una cosa del genere?»
«Io... non intendevo questo, piccola...» riesce a dire.
Mi viene da ridere. Questa situazione è ridicola. «Si invece. E chiamandomi piccola» mimo delle virgolette con le dita «non alleggerisci la situazione.»
«Jo, intendevo che—»
Lo interrompo: «Ti prego, no. Non voglio una delle solite scuse.»
Sospiro e mi sdraio un'altra volta sul letto.
Si sdraia anche lui e lo sento avvicinarsi da dietro per abbracciarmi.
«Hero, sono stanca, lasciami stare per favore» la voce mi si rompe sulle ultime parole e delle lacrime iniziano a rigare il mio viso.
E se fossi davvero incinta?
La mia vita sarà... non rovinata, ma diversa da come l'avrei voluta. Non mi sento pronta per crescere un figlio. Sono d'accordo con Hero sul fatto che sia troppo presto, ma non riesco a sopportare il fatto che abbia pensato che avessi potuto incastrarlo in una cosa del genere... è da pazzi.
È sempre così, è un ciclo che si ripete, un circolo vizioso. Troviamo un equilibrio, andiamo d'accordo per tantissimo tempo senza problemi, e poi l'equilibrio si rompe, troviamo un compromesso, torna l'equilibrio e così via.
È stancante. Non vorrei dire di aver bisogno di una pausa... ma ho bisogno di una pausa.

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