Ottobre.
È una giornata che parla al telefono in balcone. Mi caccia via ogni volta che mi avvicino, ma non perdo le speranze.
«Jo! Ma con chi parli? Basta adesso» mi avvicino.
Muove le mani a caso nell'aria e si porta l'indice alla bocca. «Shhh,» dice all'incognita con cui sta parlando, «è qui. Ciao, ciao!» e attacca.
La guardo confuso e alzo le braccia come per dire "ma che stai facendo?".
«Ehi, che c'è?» dice come se non sapesse che è stata al telefono per almeno due ore.
«Sei seria?» sbatto le palpebre più volte.
«Okay okay, ma ne varrà la pena, tu stai tranquillo.»
«Devo fidarmi?» scuoto la testa.
«Si! Devi fidarti a prescindere, cretino» mi spinge dentro dal petto ridendo.
Le prendo la faccia e la bacio e i nostri nasi affondano l'uno nella guancia dell'altra.
Cerca di staccarsi da me ma la tengo stretta dalle spalle.
«Dai! Lasciami stare!» ridacchia.
Le metto le mani sui fianchi e premo il suo corpo contro il mio. La guardo negli occhi facendo il mezzo sorriso che mi fa comparire la fossetta a destra, lei la ama.
Mi guarda sorridendo e poi mi abbraccia forte poggiando la guancia sinistra sul mio petto. «Sono tanto felice oggi!» esclama. «Ma felice per davvero!»
«Ah si? Come mai?»
«Non posso dirtelo,» posa il suo indice sulle mie labbra, «non ancora» e mi da un bacio a stampo.
«Brutta stronza» dico scherzosamente e alzo gli occhi al cielo.
Mi fulmina con lo sguardo e quando vedo la vicina affacciarsi al balcone accanto con una sigaretta in tra le dita, viene voglia di fumare anche a me.
«Buonasera, Signora Wilson!» Jo la saluta con la mano ed io con un cenno del capo.
Allungo una mano e prendo il pacchetto di sigarette posato sul tavolino e ne accendo una.
«Oh, Josephine, Signora Wilson! Ti ho detto mille volte di chiamarmi solo Clara, non sono poi così vecchia» la rimprovera Clara.
Jo ridacchia e si scusa.
«Ve la spassate voi due, non è vero? Quant'è che state qui?» inspira una boccata di fumo e, mentre Jo le risponde, la espira. Io lo faccio insieme a lei.
«Be', si» la mia bellissima ragazza mi guarda sorridendo. «Stiamo qui da circa...»
«Un mese,» continuo per lei, «più o meno.»
La Signora Wilson si è trasferita qui da poco, ma è l'unica persona con cui abbiamo un rapporto. Potrà avere l'età di mia madre, e so che ha un figlio, ma non ricordo come si chiama adesso.
«Si, un mese» ripete Jo.
Annuisce sorpresa. «E da quanto state insieme?» Si, è un po' troppo curiosa, e scommetto anche pettegola.
«Due mesi e mezzo.»
Jo, perché tutta questa precisione? Non ce n'è bisogno, in fin dei conti, chi è questa donna per sapere le nostre cose?
Continuano a parlare del più e del meno. Scopriamo che è vedova — be', mi dispiace — e che suo figlio Liam arriverà in questi giorni.
«Secondo me sarete ottimi amici, ha la vostra età d'altronde» sorride compiaciuta Clara.
Basta, mi sono stufato e ho finito di fumare la mia sigaretta.
«Amore, andiamo a fare un giro? Usciamo, ti prego. Mi sto annoiando a morte» sussurro per non farmi sentire dalla vicina.
Annuisce e si guarda l'orologio. «Bene, Signora... Clara,» si corregge, «dobbiamo andare» e la saluta con la mano.
Entriamo dentro e appena chiudo la finestra, sospiro: «Finalmente! E tu continuavi a darle corda...» scuoto la testa.
«Non è male» fa spallucce.
C'è qualcosa che non mi convince in quella donna...
«Se lo dici tu.»
Mi viene in mente una cosa che dovevo chiederle. «Jo, ma interviste ne abbiamo in questo periodo?»
«No, Anna mi ha detto che slittavano verso Febbraio.»
«Ah okay.»
Ci vestiamo e usciamo di casa.
Di sera ad Ottobre fa leggermente più freschetto quindi ho messo un giubbotto di jeans, maglietta bianca con il collo leggermente alto, pantaloni grigi e delle Converse alte nere. Figo.
Jo invece ha messo un vestito bianco stretto, con le maniche lunghe, scollatissimo davanti e tacchi neri, molto alti. Ha portato una giaccia con se per precauzione. Le ho detto di vestirsi bene perché l'avrei portata a cena fuori.
Le apro la portiera della macchina.
«Gentile da parte vostra, Signor Fiennes Tiffin.»
Le bacio la mano, «Sempre per la mia dama.»
Salgo dal lato del guidatore e mi sporgo per baciarla. Oh, si, abbiamo preso una macchina, una BMW X6 bianca... già.
È la prima volta che la guido, fa profumo di nuovo ed è bellissimo il rumore che fa il motore quando quando metto in moto.
È un po' che non guido a sinistra, mi fa strano. Ho bisogno di concentrazione, ma posso farcela.
«Un giorno me la farai guidare?» chiede con gli lucidi dalla felicità.
«Un giorno... forse.»
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Behind - Dietro Tutto l'Amore
FanfikceSi sono innamorati l'uno dell'altra, un amore forte e passionale... ma anche molto fragile. Jo è sconvolta da ciò che è venuto a galla per puro caso, e Hero è vinto dal suo stesso gioco. Dopo la loro intensa litigata, si separeranno per un po', si p...