Sono nella mia camera, buttata sul letto. Sto pensando di nuovo. Quanto è stato bello prima... Amo il modo in cui anch'io riesco ad avere il controllo assoluto su di lui. Cede subito alle mie carezze e alle mie parole, e questo mi fa sentire forte... e pericolosa. Si, ma anche lui è pericoloso come me. A volte ho paura che le due cose messe insieme generino una catastrofe, ed è già accaduto più di una volta. Oppure immagino i fuochi d'artificio, sono pericolosi ma insieme sono uno spettacolo, li guarderei per ore. È tutto un po' strano... voglio tornare con lui ma non voglio buttarmi a capo fitto come la prima volta, perché ho imparato che correndo spesso si inciampa.
Ho bisogno di parlargli e confrontarmi con lui su tutta questa storia per capire come procedere.
È deciso, dobbiamo parlare.
Mi alzo dal letto e vado a bussare alla sua porta. Nessuna risposta... Busso di nuovo. Niente.
Lo chiamo. Squilla e risponde subito.
«Dove sei?» gli chiedo subito.
«Sulla terrazza, perché?»
«In terrazza? Che fai lì?» dico confusa.
«Penso.»
«Okay... dobbiamo parlare. A che piano è?»
«23.»
«Aspettami.»
Caccio il cellulare in tasca e mi dirigo verso gli ascensori. Mentre l'ascensore percorre nove piani.
Sto andando a parlare con lui di noi... ma non ho la minima idea di cosa dirgli. Sono fottuta. Non posso neanche starmene zitta perché so che Hero mi farà la solita domanda di-cosa-volevi-parlarmi, posso solo sperare che non me lo chieda. Sento che le mie mani tremano.
L'ascensore è arrivato su. C'è una porta di vetro scorrevole col sensore e quando mi avvicino si apre.
Wow... la vista da qui è stupenda. Le luci della città sembrano tante lucciole. E fa un freddo che si muore, un brivido percorre il mio corpo.
Oh, eccolo. Hero è seduto su una panchina.
«Hero» dico a voce bassa.
Non risponde. Non riesco a capire se ha sentito o no.
Mi avvicino e mi siedo accanto a lui. Solo ora si accorge della mia presenza. Volta la testa verso di me e si toglie le cuffie. «Sei qui.»
Annuisco. Muoio di freddo e metto le mani in tasca. «Cosa stavi facendo?» riesco a dire, tremando un po'.
Mi fa vedere il suo telefono, con una canzone in pausa: Yellow dei Coldplay.
«Questa canzone...» inizio a dire.
«È bellissima» dice togliendomi le parole di bocca. Stacca le cuffie dal cellulare e fa partire la canzone a volume basso, come un sottofondo, mentre guardiamo la città.
Mi avvicino a lui, che indossa uno dei suoi giubbottoni pesanti.
«Aspetta...» si toglie il giubbotto e me lo passa. «Mettilo. Hai freddo.»
Lo ringrazio e lo indosso. È enorme e profuma di lui.
So then I took my turn...
«Non è bellissima?» dice ad un tratto guardandomi.
«Una meraviglia.»
Your skin
Oh yeah your skin and bones
Turn into something beautiful
Lo guardo anch'io, ci guardiamo negli occhi, poi sorrido timidamente e distolgo lo sguardo.
Mi mette due dita sotto al mento, costringendomi a guardarlo.
Do you know, you know I love you so
You know I love you so
Mette la mano sulla mia nuca e mi bacia. Credevo che queste cose accadessero solo nei film... ma eccomi qui, sotto il cielo stellato e tra le luci di New York a baciare la persona che amo.
Le sue labbra sono morbide e dolci sulle mie. Lentamente inizia a schiudermele con la lingua, ma non come fa di solito, questa volta è romantico. Faccio lo stesso.
La canzone suona ancora come sottofondo quando interrompe il bacio e mi dice in un sussurro: «Ti amo ancora tanto.»
Sorrido. Lui è l'unico e solo. Lo amo, lo amo da impazzire.
«Mi ami ancora?» chiede dopo avermi baciata di nuovo.
Annuisco. «Non ho mai smesso di farlo.» E lo bacio di nuovo, mettendogli involontariamente le mani ghiacciate sotto la felpa. Un brivido lo percorre e mi scuso immediatamente togliendo le mani. Ma lui le riprende. Le sue sono calde stranamente e riscaldano le mie.
Le sue labbra sono scese sul collo e improvvisamente non sento più quel freddo di prima.
«Di cosa volevi parlarmi?» dice con il fiato pesante. Ed ecco, che avevo detto?
«Ehm...» penso, mentre continua a baciarmi il collo e la mascella. «Ti prego. Non riesco a pensare così.»
Smette di baciarmi e mi guarda in silenzio.
«Credo che dobbiamo decidere cosa fare.»
Aggrotta la fronte. «Riguardo a cosa?»
«Noi. Cosa vuoi fare, Hero?»
Si inumidisce le labbra.
«Sai che inutile fare così per non arrivare ad una conclusione. Diamoci una mossa una volta per tutte e basta» gli spiego.
«Voglio te, voglio tornare con te» risponde, sicuro di sé.
Resto zitta qualche secondo, spiazzata. Poi dico: «Anch'io» e metto una mano sulla sua. Lui la prende e intreccia le dita con le mie, poi bacia il suo dorso.
Un'altra canzone parte, ma non capisco qual è fino al ritornello. È All Mine di Plaza. Mi schiarisco la voce. «Era programmata?»
«Cosa?» chiede confuso.
«La canzone.»
«No... perché?» sogghigna.
Mi guardo intorno. Non c'è nessuno. Il giubbotto è ingombrante, lo tolgo.
«Che...?» fa.
Gli monto a cavalcioni. La sua schiena è poggiata allo schienale della panchina. Inclino la testa da un lato e gli sorrido. Chiudo gli occhi e strofino il mio naso con il suo. Sento qualcosa sotto di me. Oh...
Accarezzo il suo addome con le mani mentre lo bacio fino ad arrivare lì.
«In camera?» dice ansimando.
Annuisco. «Mhm-hm, buona idea.»
Ferma la musica e ci alziamo. Mi prende in spalla ed io tengo il suo giubbotto in mano mentre ridacchio. Ride anche lui, la sua risata è musica per le mie orecchie.
Arrivati in ascensore mi mette giù e mi da piccoli bacini sulle labbra. Guardo il nostro riflesso allo specchio, siamo bellissimi insieme.
«Quindi siamo tornati?» domanda guardandomi negli occhi e con quel mezzo sorriso che amo.
«Si, siamo tornati» dico, e lo bacio.
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Behind - Dietro Tutto l'Amore
FanfictionSi sono innamorati l'uno dell'altra, un amore forte e passionale... ma anche molto fragile. Jo è sconvolta da ciò che è venuto a galla per puro caso, e Hero è vinto dal suo stesso gioco. Dopo la loro intensa litigata, si separeranno per un po', si p...