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[CANDACE]
NON-COSÍ-TANTO-LEGGENDARIA INAZUMA ELEVEN

«Non ci credo che stiamo per vedere in azione le leggendaria Inazuma Eleven!» esclamò Mark, saltellando felice per il campo.

Quando vidi i primi uomini presentarsi al fiume, non potei credere ai miei occhi. I leggendari giocatori dell'Inazuma Eleven non erano altro che persone che vedevo tutti i giorni in città. C'era Constant Builder, che gestiva un negozio di articoli sportivi in centro, e perfino il signor Suffolk, un nostro professore... addirittura il maggiordomo di Nelly faceva parte di quella squadra!

Quando la partita cominciò, fu chiaro che all'Inazuma Eleven di leggendario fosse rimasto ben poco. Non c'era poi così tanto da stupirsi, alla fine erano passati più di quarant'anni e, per loro, giocare contro una squadra di ragazzi richiedeva uno sforzo fisico da non sottovalutare.

«Posso sapere perché giocate senza neanche un po' di grinta?» domandò Mark «Siete degli uomini adulti che hanno amato il calcio più di ogni altra cosa. Non vi vergognate a giocare così male? Non vi ferisce il fatto di perdere così facilmente?» si infuriò all'ennesimo passaggio sbagliato dell'Inazuma Eleven.

«Credo che Mark sia stato un po' troppo duro, questa volta...» disse Nelly, notando le espressioni afflitte dei veterani.

Scossi la testa. «Mark ha ragione» le spiegai «É da quando ha scoperto dell'esistenza della Inazuma Eleven che vive seguendo questo mito. Non possiamo negare che sia rimasto deluso da questa prestazione...»

«Candace, sono quarant'anni che non toccano un pallone, è normale che sia così!» mi ricordò Silvia.

«Io non parlo solo di potenza, Silvia» specificai «Questa squadra è diventata l'idolo di Mark non solo per quanto fosse forte, ma soprattutto per la sua determinazione, per il fatto che sono riusciti ad arrivare a un passo dalla vittoria. La leggendaria Inazuma Eleven ha persino tentato di raggiungere lo stadio dopo l'incidente, giusto per disputare la finale al massimo delle sue capacità. É questa loro rassegnazione che vediamo ora, ad essere deludente»

Fu proprio Hillman il primo ad accorgersene. «Allora, ragazzi, si può sapere che vi è preso?» urlò, con un modo di fare che mi ricordò quello del nostro capitano. «Avete dimenticato che noi siamo la leggendaria Inazuma Eleven? Per questi ragazzi noi rappresentiamo un mito e oggi abbiamo il dovere di tenere alto il nostro nome! Non possiamo permetterci di tradire la loro fiducia e la loro ammirazione nei nostri confronti!»

«Che carica...» sussurrai «deve essere l'influenza che in passato David Evans ha avuto su di loro, non c'è altra spiegazione. Mi sembra di sentir parlare Mark» ridacchiai.

E, quando si misero a giocare sul serio, era come se non fossero passati decenni dall'ultima volta che avevano giocato a calcio. Avevano ancora una potenza micidiale e, quando cominciarono ad utilizzare le loro tecniche speciali, la Raimon non poté più competere. Hillman ci aveva addirittura mostrato la Mano di Luce originale e, come ci aveva già anticipato Autumn, era mille passi avanti rispetto a quella di Mark.

Ad un tratto l'Inazuma Eleven sfoderò un tiro che lasciò tutti senza fiato: le Ali di Fuoco. «Posso sapere che tiro era quello?» chiese Mark, recuperando la palla che era finita in rete «Arbitro, chiedo un time out di cinque minuti!»

L'ispettore Smith, che era colui che si era offerto di arbitrare la partita, lo guardò confuso. «Ma non esiste il time out nel calcio...»

Mark ignorò quella precisazione e cominciò a rovistare tra gli appunti di suo nonno. «Ecco!» esclamò dopo un po' «É questo, il tiro Ali di Fuoco! Ora dobbiamo solo imparare a metterla in atto!» sorrise, come se fosse la cosa più facile di questo mondo.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora