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[AUTUMN]
LA PIETRA-DI-COSA?

«Che palle!» sbuffai, mentre guardavo annoiata gli allenamenti della squadra. La Chaos ci aveva lanciato una sfida, che si sarebbe svolta il giorno seguente nello stadio della Royal Academy. A me, invece, era stato severamente vietato di mettere anche solo un piede su un campo da calcio. Quella situazione di impotenza stava diventando un vero e proprio strazio, non poter giocare con i miei compagni era la peggiore delle torture.

«Dovresti andare a casa» mi consigliò l'allenatrice «Non hai nulla da fare qui»

Mugugnai qualcosa dalla rabbia. «Non ne ho voglia» borbottai «e poi non si sa mai... potrei-»

«Non so se hai capito il concetto, Autumn» mi interruppe «Tu non fai più parte di questa squadra» disse, scandendo con attenzione ogni singola parola.

«Vorrà dire che vi pedinerò di nascosto nei vostri futuri spostamenti» alzai le spalle con estrema indifferenza.

Lei mi guardò dall'alto, incrociando le braccia al petto. «Quello che ti sta succedendo non è uno scherzo, Autumn» mi rimproverò «Non puoi giocare a calcio, fine della discussione»

«Ti prego, Lina, portatemi con voi» la supplicai per l'ennesima volta «Ti giuro che starò buona». La sentii sospirare, percependo quel gesto come un segno di cedimento. Così, sulle orme di Mark, proseguii con la mia opera di convincimento. «Sono disposta a fare tutto, anche pulire l'autobus Inazuma insieme al signor Veteran, se necessario!» esclamai, per poi stamparmi in faccia un muso da cucciolo bastonato «Per favooore...»

La signorina Schiller chiuse gli occhi, nel tentativo di mantenere la calma. «Eh va bene...» si convinse, ma interruppe i miei festeggiamenti alzando una mano in aria «Ma sappi che se ti becco allenarti di nascosto ti rispedisco subito a casa!»

«Grazie, grazie, grazie!» saltellai felice.

Purtroppo quel momento di gioia durò relativamente poco. Infatti, non appena ritornai a guardare l'allenamento dalla panchina insieme alle altre ragazze, percepii di nuovo un senso di vuoto. «Va tutto bene?» mi chiese puntualmente Silvia, notando la mia espressione assente.

«Vado a fare due passi» mi congedai, per poi allontanarmi dalla scuola, diretta verso il campo al fiume. Mi sedetti sull'erba fresca per guardare il mio volto riflesso sulla superficie dell'acqua, cominciando a riflettere su tutto quello che era successo fino ad ora. I ragazzi della Alius Academy, il fatto di non poter più giocare a calcio e, a peggiorare il tutto, la situazione complicata con Axel. «Io non riesco a capire cosa diamine debba fare!» dissi a me stessa.

«Tu ti fai troppe paranoie» sentii dire alle mie spalle, facendomi voltare di scatto.

Feci roteare gli occhi al cielo, ritrovandomi davanti quello che doveva essere il nostro acerrimo nemico. «Xavier? Che cosa vuoi?» chiesi al rosso.

«Tranquilla, non c'è bisogno di aggredirmi in questo modo» alzò le mani in segno di pace «Volevo solo fare una chiacchierata con la mia amica» rispose con un sorrisetto.

«Bene, ti do 5 minuti, vedi di sbrigarti» gli intimai, continuando a guardare lo scorrere dell'acqua.

Lui si sedette da parte a me. «Ho saputo del tuo problema. Una situazione piuttosto tragica, non è vero?» domandò.

«E quindi?» gli chiesi con indifferenza. Non mi sarei di certo messa a raccontare a lui tutto ciò che mi turbava.

«E quindi...» ripeté lui «ho la soluzione che fa a caso tuo»

Inarcai un sopracciglio, cercando di capire quale fosse il rimedio magico a cui stesse facendo riferimento. «Dei soldi?» ironizzai, scegliendo l'opzione più logica.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora