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[AUTUMN]
NEL COVO "SEGRETO" DELLA ALIUS ACADEMY

Quando quella mattina arrivai a scuola, notai con piacere che tutti i miei compagni avevano deciso di presentarsi. «Mancavi solo tu» mi accolse Mark con un sorriso.

«Scusate il ritardo» mi discolpai «ieri... ehm... ho fatto un po' tardi» spiegai ed istintivamente il mio occhio cadde su Axel, che stava guardando da tutt'altra parte.

«Bene, vedo che ci siete tutti. Forza, è ora di partire» disse l'allenatrice alle mie spalle, facendomi prendere un vero e proprio infarto. Come diavolo faceva a sbucare fuori così all'improvviso ogni singola volta?!

Uno alla volta salimmo sull'autobus Inazuma, pronti per partire per quella che aveva tutti i presupposti per essere la conclusione di quella lunghissima avventura. Era innegabile che fosse stato un anno piuttosto burrascoso.

Quando vidi che il ragazzo che era seduto accanto a me non sembrava ancora intenzionato a degnarmi di uno sguardo, cominciai ad infastidirmi. «Hai intenzione di ignorarmi per sempre?» chiesi ad Axel.

«Non ti sto ignorando» rispose lui, freddo come mai prima d'ora.

«Allora spiegami perchè mi parli con la faccia rivolta verso il finestrino» lo punzecchiai, ma lui non sembrava intenzionato a rispondere alle mie provocazioni, continuando a guardare all'esterno. «Senti, per ieri sera-»

«Ho sbagliato, fine della discussione» tagliò corto, lasciandomi di stucco. Quelle parole suonarono proprio come una pugnalata al cuore, aumentando ulteriormente la mia irritazione.

Strinsi furiosamente i pugni, scattando sulla difensiva. «Come?» chiesi con una voce stridula «Ma mi stai prendendo per il culo?! Credevo che tra noi-»

Axel alzò una mano, guardandomi per la prima volta negli occhi. «Non c'è nessun noi, Autumn» mi interruppe di nuovo.

Le mani cominciarono a formicolarmi dal fastidio e dovetti concentrare tutti i miei neuroni per evitare di tirare una sonora sberla sulla sua meravigliosa faccia. «Vai a farti fottere!» sbottai, alzandomi dal mio posto.

Lui mi guardò scandalizzato, come se avessi detto la più grande delle assurdità. Che cosa si aspettava? Che gli stringessi la mano con tanto di "grazie per esserti preso gioco di me e dei miei sentimenti, Axel sono-uno-stronzo Blaze"?

Non appena realizzai quale fosse l'unico posto libero, quasi quasi cedetti alla tentazione di risedermi accanto ad Axel. Il solo sedile che non era dotato di un proprietario era proprio accanto all'inferno fatto a persona, in altre parole Suzette. Mi preparai psicologicamente all'interrogatorio di terzo grado e, dopo aver preso un profondo respiro, mi sedetti. «Autumn, non hai proprio una bella faccia...» commentò puntualmente Erik.

Gli lanciai un'occhiataccia e lui rabbrividì. «Ah, grazie» ribattei, incrociando le braccia al petto.

«N-Non intendevo in quel senso!» si affrettò a specificare «Cosa ti è successo?» domandò, addolcendo i toni.

Suzette assottigliò lo sguardo, ispezionandomi da capo a piedi. Cercai di ignorarla, in quel momento non avevo bisogno dei suoi stupidi consigli. Lei sembrò illuminarsi, guardandomi con un sorriso malvagio. «Quella è decisamente la faccia da crisi amorosa!» esclamò «Dalla tua espressione direi che sei nella fase uno: la rabbia. Poi abbiamo in ordine: la delusione, la tristezza, la voglia di rivalsa e, solo in ultimo, l'accettazione»

«Suzette, fammi un favore: chiudi quella bocca!» strillai, nella speranza che quello bastasse per farla stare zitta almeno per un po'.

Lei, invece, cominciò a toccarmi la guancia con un indice. «Vedi, sei proprio furiosa...» continuò con una certa insistenza.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora