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[CANDACE]DECIDERE DI PANCIA (IN TUTTI I SENSI)

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[CANDACE]
DECIDERE DI PANCIA (IN TUTTI I SENSI)

Mi guardai intorno, stupita dalla trasformazione radicale del paesaggio. Eravamo appena scesi dall'autobus e, in un attimo, ci trovavamo immersi in una fitta foresta. Giganteschi alberi si ergevano sopra di noi, oscurando il sole e creando un'atmosfera umida e quasi mistica. Era difficile credere che fossimo ancora in Giappone; sembrava piuttosto di essere stati teletrasportati direttamente nella Foresta Pluviale. Mark parve essere confuso tanto quanto me. «Questa sarebbe la Wild? Ma qui siamo nel bel mezzo di un bosco!» affermò, sgranchendosi la schiena.

Nelly, al contrario, appariva profondamente irritata. La giovane donna, abituata a standard di lusso, non sembrava affatto entusiasta di essere circondata da zanzare e insetti. «Ehi, voi! Che diavolo state facendo?» sbottò, rivolta ai ragazzi che, affascinati dalla limousine, stavano cercando di esplorarla. A dire la verità sembrava che non avessero mai visto una macchina in tutta la loro vita, dal momento che il loro comportamento era parecchio... strano. Cominciarono ad aprire le portiere, a saltare sul tettuccio e a suonare il clacson, come se fosse un giocattolo.

«Oh, wow! Non ho mai visto una macchina così bella! Guarda come luccica!» esclamò uno, con gli occhi che luccicavano incantati dal motore sotto il cofano. Un altro si arrampicò sulle spalle del compagno, per vedere meglio. «Beh, ti credo, vengono dalla città!» ci lanciò un'occhiata di sottecchi.

«Questi tipi fanno parte della squadra della Wild, giusto?» chiesi a Celia, cercando conferma. Lei alzò le spalle, visibilmente sorpresa. «Sì, sembra proprio che siano loro...» rispose, incredula. La loro reazione ci dava l'impressione di trovarci davanti a un gruppo di curiosi animali appena scappati dallo zoo, più che a una squadra di calcio.

Silvia ci raggiunse. «Sono un po' delusa...» professò, al limite tra lo stupore e lo sconvolgimento. «Sì... non sembrano poi così forti...» aggiunse Mark, scuotendo la testa. Kevin scoppiò a ridere. «Non credo che perderemo con questi qui...» disse, estremamente sicuro di sé, costringendomi a sospirare. Non li avevamo mai visti giocare, ma, stando ai racconti che erano giunti alle nostre orecchie, dovevano essere degli avversari tosti. Probabilmente non avremmo dovuto sottovalutarli.

Anche Jack fece una risata, ma la sua uscì molto più tirata e titubante. «E noi dovremmo davvero usare il Trampolino Inazuma contro questi... selvaggi?! Naaah, non ce n'è affatto bisogno!» si sforzò di sorridere, ma la sua agitazione era evidente. Non eravamo ancora riusciti a trovare il modo di perfezionare quella tecnica, ma Mark ci aveva convinti del fatto che, una volta scesi in campo, tutto sarebbe andato per il verso giusto.

L'accoglienza fu decisamente calorosa. Gli spalti erano pieni di tifosi e, di tanto in tanto, si intravedevano striscioni che confermavano che il torneo era ufficialmente iniziato. «Fratellone!» sentimmo in lontananza, e ci voltammo verso il suono. In mezzo al mare di sostenitori della squadra di casa, tre ragazzi con la maglia della Raimon Junior High si fecero largo.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora