✧ primo volume di ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴇʟᴇᴠᴇɴ ✧
Quando un gruppo di giovani calciatori inesperti e sognatori si riunisce sotto il nome di squadra di calcio della Raimon Jr. High, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che sarebbero diventati i protagonisti di una...
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[CECILIA] Avere un fratello gemello fa davvero schifo. Soprattutto se si chiama Caleb Stonewall e soffre di manie di protagonismo. È talmente irritante che non c'è un giorno in cui non mi venga l'istinto di staccargli la testa almeno trentasette volte e sì, le ho perfino contate...
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«Caleb, giuro che se non mi restituisci quel cellulare, ti prenderò a calci!» strillai, mentre tentavo invano di recuperare il telefono che mi era stato sottratto da quel terribile di mio fratello.
Lui alzò gli occhi al cielo, lanciandomi l'oggetto del mio desiderio con noncuranza. «Certo che per essere mia sorella sei davvero noiosa» si lamentò, voltandomi le spalle con un'espressione di sfida.
Le mie mani si agitarono freneticamente nell'aria, cercando di afferrare il telefono prima che precipitasse rovinosamente contro il pavimento. «Almeno non sono una rompipalle come te!» risposi con tono tagliente, tornando a guardare il display. Non riuscii a nascondere una punta di irritazione che, purtroppo, giunse fino alle orecchie di nostra madre.
«CECILIA!» mi rimproverò prontamente dalla cucina «Non ti rivolgere a tuo fratello con quel tono! E poi vorrei davvero sapere cosa hai da fare tutto il giorno attaccata a quel coso». La sua voce echeggiò nell'aria con una nota di autorità, facendomi sobbalzare leggermente, interrompendo il nostro battibecco.
Una sensazione di colpa mi pervase all'udire il richiamo di mia madre. Mi sentii improvvisamente come se fossi stata presa in fallo, anche se in realtà non avevo fatto nulla di sbagliato, almeno secondo la mia modestissima opinione. «Sai mamma, esistono delle cose chiamate amici, non so se hai presente» borbottai,cercando di difendermi. Riuscii anche a strappare una risata a Caleb, che si era seduto sul divano proprio accanto a me. «E io ho una vita sociale, a differenza sua» indicai mio fratello con un pollice, senza neanche degnarmi di alzare lo sguardo.
Un senso di vuoto mi pervase, mentre mi resi conto di quanto fosse solitario il mio mondo reale rispetto a quello virtuale. Mi sentii improvvisamente colpevole per aver passato così tanto tempo chiusa nella mia bolla digitale anziché cercare un contatto umano genuino. Realizzai a quanti amici avevo perso negli ultimi anni, considerando la mia situazione familiare complicata.