[2.18]

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[CANDACE]
SHAWN VS SHAWN

«Quindi quelli della Alius Academy si allenavano qui?» domandai, facendo un giro su me stessa e guardandomi intorno incuriosita.

Mark saltellò, felice come una Pasqua. «Sì e nulla ci vieta di utilizzare questo centro per i nostri allenamenti!» esclamò «Diventeremo forti proprio come loro!»

«Ehi! Non penserete mica di allenarvi qui!» lo rimproverò Suzette «Questo è il nostro territorio!»

«Erik, pensaci tu» lo incitò Shawn.

Il centrocampista sbuffò rumorosamente, era chiaro che per lui quella situazione stesse diventando ingestibile. «Ehm... ti prego, Suzette, ci farebbe molto piacere allenarci qui» disse incerto.

«Beh, se me lo chiedi così...» la ragazza gli gettò le braccia al collo «avete il mio permesso, l'importante è che il mio futuro maritino non si faccia male!»

Erik deglutì, alzando un indice come per chiedere il permesso di fare una domanda. «Ehm... n-non credi di essere un pochino invadente?» disse, con un sorriso tirato.

Scott prese a ridacchiare. «Erik, certo che sei proprio un ragazzo fortunato» ironizzò.

La squadra si divise tra le varie sale, seguendo l'allenamento più indicato per ognuno dei nostri giocatori, mentre io e le altre manager li guardavamo dall'alto. Escludendo qualche errore ogni tanto, non sembravano cavarsela così male, tanto che, in mezza giornata, in molti erano già riusciti a completare i primi tre livelli di ogni macchinario.

Per pranzo Suzette ci portò tanti piatti tipici del posto, provenienti dal ristorante di sua mamma. «Non è che c'è qualche altra tradizione di cui non ci hai parlato?» domandò Autumn, guardando il cibo con sospetto «Non vorrei rischiare di essere ridotta in schiavitù per aver mangiato un gamberetto, ecco»

La ragazza di Osaka ridacchiò, scuotendo la testa. «Nulla di tutto ciò» alzò le mani in segno di resa «Serviti pure». Le due si scambiarono un sorriso, per poi pranzare in tutta tranquillità.

Mi guardai intorno, Shawn non ci aveva ancora raggiunto. Stava studiando una nuova tecnica combinata insieme ad Autumn, per tentare di superare l'invincibile Dvalin, ma se la ragazza era qui, lui che stava facendo da solo?

Quando la porta si aprì, lo vidi immerso in una intensa sessione di allenamento. «Vorrei davvero sapere chi ha inventato questo aggeggio infernale!» borbottò, mentre la sua conclusione a rete veniva nuovamente respinta.

«Shawn» lo richiamai. Lui si voltò di scatto e lo sguardo che mi lanciò mi fece sobbalzare dalla paura. «I-Il pranzo è arrivato» balbettai, leggermente intimorita.

Lui digrignò i denti. «È inutile...» borbottò. Corrugai la fronte, non capendo di cosa stesse parlando. «Non è inutile» si rispose da solo, spaventandomi «Se continuiamo ad allenarci diventeremo perfetti». Rimasi a bocca aperta, incerta sul da farsi. Shawn parlava da solo e ciò era... beh, strano.

La cosa si ripetè anche per i giorni seguenti, diventando sempre più inquietante. Ogni tanto passavo di proposito davanti alla stanza dove era solito allenarsi con Autumn, giusto per accertarmi che la situazione fosse sotto controllo, ma non sempre era così. Il giorno della vigilia della partita contro la Epsilon i due avevano litigato piuttosto pesantemente. Si erano rintanati al centro di allenamento anche dopo l'ora di cena, con il tentativo di perfezionare la loro nuova tecnica.

«Forse dovremmo andare a dormire» disse ad un tratto lei, controllando l'orario sul suo telefono «Non sappiamo a che ora si presenteranno gli alieni domani»

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora