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[CANDACE]
MARK E LA SUA OSSESSIONE

«Io davvero non capisco il senso di questa stronzata!» borbottò Mark, mentre ci dirigevamo a scuola «Devo usare tutto il tempo a mia disposizione per perfezionare la Mano del Colosso, non ho tempo da perdere in sciocchezze». Sospirai, non faceva altro che ripetere la stessa frase da giorni.

Quella mattina il mister ci aveva proposto un ritiro. Ci saremmo allenati a scuola, per poi cenare e dormire tutti insieme. Sembrava essere un'idea divertente, che avrebbe migliorato l'intesa della squadra, ma il mio migliore amico non la pensava esattamente così. «Ti farà bene svagarti un po'» gli spiegai «Quella tecnica ti sta tormentando...»

«Mia madre mi ha pure messo il nome sulle mutande!» si lamentò, facendomi ridacchiare «Aveva pura che le scambiassi con quelle di Jack! Di JACK, ti rendi conto?!»

«Siete in ritardo» ci fece notare il professor Suffolk, una volta che arrivammo al cancello della scuola.

Ci precipitammo immediatamente in palestra, dove tutto era stato predisposto per passare la nottata. Sul pavimento erano distesi diversi sacchi a pelo colorati, mentre all'esterno era stata allestita una postazione per cucinare. I nostri compagni erano già tutti lì, ognuno impiegato nelle proprie faccende. Sam stava mostrando a Steve il suo adorato cuscino, Willy stava disponendo con attenzione i suoi modellini sul pavimento, mentre un altro gruppo di ragazzi aveva improvvisato una battaglia con i cuscini. A causa di un lancio mal direzionato, però, uno di essi colpì in testa Kevin, che stava tranquillamente chiacchierando con Erik e Bobby. «Chi è stato?» sibilò l'attaccante, cominciando ad inseguirli per l'intera palestra per fargliela pagare.

«Questa è una gabbia di matti» professò Mark, posando il borsone in corrispondenza del suo sacco a pelo.

Gli diedi una leggera sberla sulla testa. «Finiscila, Mark» lo rimproverai «Cerca di divertirti!»

Dopo che le ragazze mi mostrarono il posto dove avrei dormito, rigorosamente tra Silvia e Nelly, ci spostammo tutti in giardino per preparare la cena. Axel mostrò grandi doti culinarie, essendo abituato a cucinare per la sorella, mentre Bobby, invece, fece spazientire Timmy per l'incuranza con la quale stava tagliando le patate.

«Si può sapere cosa stai combinando?» domandò il piccoletto «Non è così che si tagliano!»

Lui alzò le spalle, continuando ad affettare la verdura senza prestare troppa attenzione. «Beh, non è mica una tragedia» disse.

Timmy prese a saltare come un grillo, tentando in qualche modo di attirare l'attenzione del difensore, che era molto più alto di lui. «Che cosa stai dicendo?!» si infuriò «Vedi di metterci più impegno, scansafatiche che non sei altro!»

Dall'altra parte del tavolo, invece, Tod stava piangendo fiumi nel tentativo di tagliare una cipolla, mentre Jude, aiutato anche dai suoi inseparabili occhialini, sembrava non avere questo tipo di problemi. Io mi occupai di tenere d'occhio le pentole nelle quali stava bollendo l'acqua, con l'aiuto di Kevin e Nathan. L'unico che non stava facendo assolutamente nulla era Mark, relegato in un angolo a fissare il quaderno degli appunti di suo nonno. Sospirai nuovamente. Avrei tanto voluto aiutarlo, ma non avevo la benché minima idea su cosa fare.

«FANTASMAAA» sentimmo urlare. Jack corse a tutta velocità verso di noi, schiantandosi contro Erik, che cadde a terra. «C'É UN FANTASMA!» ripeté «I-In seconda B...»

Silvia si precipitò ad aiutare il suo amico a rimettersi in piedi. «Un fantasma in seconda B?» chiese. Jack annuì rapidamente. «Ma è impossibile, i fantasmi non esistono!» dichiarò con certezza.

«Qualcuno c'era» confermò Jim «direi che si trattava di un adulto...»

«É sicuramente il signor Dark!» asserì Steve «Vuole farci fuori prima della partita contro la Zeus, in modo da avere la vittoria assicurata!»

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora