[2.20]

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[CANDACE]
VEGLIA ALLE STELLE

Dopo la cena, resa a dir poco immangiabile a causa della salsa piccante di Scott, andammo tutti a letto. Vidi Shawn sopra l'autobus Inazuma che stava guardando le stelle così decisi di raggiungerlo. «Che fai non vai a dormire?» gli chiesi, arrampicandomi sulla scaletta che portava al tettuccio della vettura. Shawn si spaventò leggermente, evidentemente non pensava che ci fosse ancora qualcuno in giro.

Mi guardò e si fece da parte, lasciandomi un po' di spazio. «Con Jack che russa è impossibile!» abbozzò un sorriso «Poi mi piace guardare le stelle...»

«Già, piace anche a me» concordai, coricandomi accanto a lui «Sono davvero affascinanti»

«Dalle mie parti le stelle sono più alte...» mi spiegò ed io lo ascoltai in religioso silenzio «è come se fossero incollate al cielo. Qui invece sembra tutto più vicino, anche Aiden»

«Chi è Aiden?» domandai, senza staccare gli occhi dal cielo. Non ricevendo risposta, voltai la testa in sua direzione, scrutando i suoi lineamenti. Era senza dubbio un bel ragazzo, ma aveva sempre quell'aria così malinconica.

Lui scosse la testa, girandosi su un fianco per guardarmi. «Non è importante...» minimizzò «É una storia lunga» poi il suo sguardo si fece più serio «Durante la partita contro la Epsilon ti sono sembrato strano?» mi chiese.

Beh, la mia risposta dipendeva dall'accezione che Shawn avesse della parola "strano". «Non direi strano...» risposi, mentendo in parte «Solo che... quando sei sul campo mi metti un po' di soggezione» confessai «Ciò non toglie che tu sia un giocatore formidabile, è grazie a te e ai tuoi allenamenti se siamo riusciti a battere la Gemini Storm e a pareggiare con la Epsilon»

«Capisco» annuì «A volte mi lascio un po' prendere dalla competizione, diciamo...» si grattò la nuca con una mano e io lo trovai dannatamente buffo «Vedi, voi siete venuti da me perché volevate un attaccante e io voglio fare di tutto per rendermi utile, per questo ogni tanto perdo di vista il fatto che siamo una squadra e che dobbiamo collaborare»

«È vero noi cercavano un centravanti valido, ma poi abbiamo visto anche le tue grandi qualità da difensore. Shawn tu sei un giocatore completo, sei davvero bravo e non ti devi preoccupare, credimi» gli rivolsi un sorriso rassicurante.

Lui sembrò capire, perché ricambio timidamente il sorriso. «Grazie» disse solamente. «Siete davvero una bella squadra, sai?» continuò «Mi piace molto giocare a calcio con voi»

Io annuii, fiera di quello che Mark aveva costruito. Era partito da zero e, con il passare del tempo, era riuscito a costruire intorno a sé un fantastico gruppo. Inoltre, questa esperienza si era rivelata davvero divertente -alieni a parte-. Ci aveva consentito di conoscere tanta nuove gente, con modi di pensare e storie diverse. Eravamo un gruppo eterogeneo, eppure così coeso. «Ti confesso che vedervi giocare fa venir voglia di scendere in campo anche a me» ridacchiai.

«Sai giocare a calcio?» mi chiese.

«Hai presente come gioca Willy?» domandai, e lo vidi fare un'espressione allucinata «Ecco, sono molto peggio» confessai e Shawn scoppiò a ridere. «Mark ha provato a farmi giocare una volta... diciamo solo che non ho bei ricordi» spiegai. Era proprio così: l'unica cosa che mi tornava a mente di quel giorno era il pallone che mi rotolava sotto i piedi, facendomi scivolare e sbattere la faccia contro l'asfalto. In quel momento capii che forse non ero tagliata per il calcio -e per lo sport in generale-.

«Magari hai solo bisogno di un po' di allenamento» provò a confortarmi «Chi lo sa, potresti anche sorprenderci»

Scossi la testa, tornando a guardare il cielo. Vidi una piccola stella cadente passare proprio sopra le nostre teste. Chiusi gli occhi, esprimendo un desiderio: pregai che tutta questa storia finisse al più presto, sperando di riuscire a tornare ad assaporare la normalità a breve.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora