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[AUTUMN]VOGLIO UN'ENTRATA IN SCENA ALLA "AXEL BLAZE"

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[AUTUMN]
VOGLIO UN'ENTRATA IN SCENA ALLA "AXEL BLAZE"

Il ponte, maestoso e antico, si protendeva sul fiume come un guardiano silenzioso dello spettacolo della natura. I suoi archi si stagliavano contro il cielo arancione del tramonto, creando un'atmosfera magica. Lungo il corso d'acqua, il riflesso dorato del sole al tramonto danzava sulle sue onde, regalando al paesaggio un'aura di incanto. Quello per me era il posto più bello dell'intera città, l'unico in grado di fornirmi la pace e la tranquillità che necessitavo.

Il campo da calcio, proprio sotto di me, era immerso in un'atmosfera gioiosa e vivace. Il verde intenso dell'erba, recentemente tagliata, emanava un profumo fresco che si mescolava con l'aria serale. Gli squilli dei fischietti, il rullare della palla sul terreno e le risate dei bambini delle elementari che si stavano allenando creavano una sinfonia di suoni, un'armonia che rendeva il luogo ancor più accogliente.

Alcuni alberi facevano ombra lungo il perimetro del campo, fornendo riparo ai curiosi osservatori o ai piccoli giocatori in cerca di riposo. Il vento leggero carezzava le foglie, aggiungendo un tocco di freschezza alla calda serata. Talvolta, qualche uccello notturno svolazzava tra i rami, contribuendo con il suo canto al quadro vivace e pittoresco.

Il calare del sole dipingeva il cielo con sfumature di arancio, rosa e viola, creando un dipinto naturale che si rifletteva nell'acqua del fiume sottostante. L'atmosfera serena e la bellezza del luogo rendevano il ponte e il campo da calcio un'armoniosa fusione tra la quiete della natura e l'energia palpabile del gioco.

Non so cosa mi spinse ad avvicinarmi a loro -forse la curiosità o la nostalgia-, ma rimasi divertita a vedere la scena di quei bambini che tentavano invano di segnare un gol al portiere, un ragazzo decisamente più alto e robusto di loro. I suoi capelli castani ondeggiano con ogni parata, mentre il suo sorriso incoraggiante trasmetteva la passione per il gioco. I giovani calciatori, ognuno con la propria personalità scintillante, sfoggiavano colorate divise da allenamento, mentre facevano a gara per stabilire a chi fosse toccato il tiro successivo.

Vederli giocare con così tanta determinazione era per me come fare un tuffo nel passato a quando mi allenavo con mio papà. La memoria mi riportò alle giornate assolate sul campo, alle risate condivise e alle sfide amichevoli. Con uno sguardo, riuscivo a percepire la connessione speciale tra quei bambini e il loro desiderio di imparare e divertirsi. Era come rivivere le esperienze passate attraverso i loro occhi brillanti e i sorrisi speranzosi, e la scena si trasformò in un dolce viaggio nella mia memoria.

«Ciao, tu chi sei?» la voce del ragazzo che stava giocando in porta interruppe i miei pensieri. Aveva una buffa fascia arancione tra i capelli e indossava una divisa che mi era nota. I miei occhi caddero sullo stemma della Raimon Junior High sul suo petto -che avrei riconosciuto tra mille-, scatenando un flusso di ricordi che mi spinsero a distogliere subito lo sguardo. «Ehi, ma mi stai ascoltando?» insistette il ragazzo.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora