[2.13]

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[CECILIA]
L'ATTESA STA PER FINIRE

«Finalmente la mia nuova fortezza è pronta» disse Ray Dark, in piedi davanti a noi, mentre ammirava il risultato del suo operato «Presto tutti potranno ammirare la potenza della Absolute Royal Academy»

«I preparativi sono durati molto meno del previsto» constatò un uomo in giacca e cravatta «Ci aspettiamo molto da lei, spero che non ci deluderà»

Ray Dark si voltò, abbassandosi gli occhiali neri per guardarlo negli occhi. «Con chi crede di parlare?» domandò con una sottile e macabra ironia.

«Le consiglio di non tradire le persone a cui deve riconoscenza...» lo ammonì l'altro «potrebbe passare qualche guaio»

Lui si voltò tornando a guardare il campo da calcio che era stato costruito appositamente per lui. «Io sono un uomo di parola» rispose semplicemente «Ho solo un desiderio: distruggere la Raimon» disse con una tale freddezza che mi fece raggelare il sangue nelle vene «Loro hanno rovinato i miei piani, le mie ambizioni... mi hanno umiliato! Loro saranno le prime vittime dell'Absolute Royal Academy»

«Ne è proprio sicuro di riuscirci?» lo provocò l'altro «Si dice che vantino una serie di vittorie contro le sue squadre...»

Mi venne da sorridere al pensiero che, nonostante i suoi innumerevoli sotterfugi, l'uomo non era mai stato in grado di battere quei ragazzi. Ray Dark si voltò a guardarci, ridendo malignamente. «Diciamo che ho un paio di assi nella manica. La Raimon sprofonderà e con lei anche Jude Sharp e Autumn Barlow... i traditori non meritano di esistere!» urlò, in preda alla follia.

«Molto bene, mi aspetto buone notizie da lei» concluse l'uomo, prima di andarsene, lasciandoci soli con il nostro Comandante, così si faceva chiamare.

Ci lanciò uno sguardo privo di emozioni. «Trovate un modo di farli venire qui, è il momento di distruggerli» ci disse, per poi dileguarsi anche lui.

Uscimmo dallo stadio, ritrovandoci in uno dei tanti porti nella prefettura di Ehime. «Come facciamo a convincerli ad affrontarci?» chiesi a mio fratello.

Caleb prese il suo telefono, scrisse un semplice messaggio e poi lo ripose in tasca. «Fatto» rispose all'istante «Se sono stupidi come credo, saranno qui in poco tempo»

«Caleb...» sospirai, ripensando all'operazione assurda in cui eravamo stati coinvolti. Guardai la collana che avevo al collo, identica a quella del mio gemello.

Lui mi mise le mani sulle spalle, tentando di darmi conforto. «Lia, vinceremo questa partita» asserì «Vinceremo e tutti saranno pronti a riconoscere la nostra potenza!»

«Lo so, ma...» pronunciai con un sospiro. Era davvero la cosa giusta da fare? Era rischioso e, sapendo quello che sarebbe potuto succedere, cominciai ad avvertire già un leggero senso di colpa.

Le sue mani si spostarono sulle mie guance, obbligandomi a guardarlo negli occhi. «Non vuoi vendicarti anche tu, Lia? Per quello che ha fatto nostro padre, per tutte le ingiustizie che abbiamo subito! Mamma lo dice sempre, anche lei vuole che noi diventiamo sempre più forti e potenti!» mi ricordò.

Sospirai, annuendo. «Sì, hai ragione» confermai, con la pietra al mio collo che prese a brillare con sempre più intensità «Voglio la rivincita, ad ogni costo»

Caleb sorrise, come se fosse fiero di me. «Ci andiamo a prendere un panino?» mi chiese «Magari facciamo anche due tiri a pallone, nell'attesa che arrivino gli imbecilli» mi tese una mano.

La afferrai con sicurezza. «Ci sto!» esclamai contenta «Faremo vedere loro la forza dei fratelli Stonewall!»

 «Ci sto!» esclamai contenta «Faremo vedere loro la forza dei fratelli Stonewall!»

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𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora