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[AUTUMN]OGNI GIORNO CE N'É UNA NUOVA

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[AUTUMN]
OGNI GIORNO CE N'É UNA NUOVA

«É incredibile, Mac Robingo è un vero fuoriclasse» commentai, riguardando le azioni salienti della partita tra il Regno e la rappresentativa francese. Il capitano del Brasile aveva portato a segno una sorprendente tripletta, ipotecando con grande anticipo il titolo di capocannoniere del torneo. Sembrava essere inarrestabile, travolgente come un fiume in piena.

Il campo era immerso nella frenesia della competizione, con i giocatori che danzavano con maglia gialla del Brasile. Robingo, con il suo numero 10, scivolava attraverso la difesa francese con la grazia di un'antilope in fuga. Ogni passo, ogni dribbling, trasmetteva una determinazione impressionante. La folla urlava e applaudiva, incantata dalla maestria del capitano brasiliano.

«Il Regno è uscito imbattuto dalle fasi preliminari... è considerata la squadra più forte del mondo» confermò l'allenatore Travis, spegnendo il televisore per darci le indicazioni per la semifinale «Il loro schema più pericoloso, l'Onda Amazzonica, li rende superiori a qualsiasi avversario ci sia mai capitato di affrontare. Sconfiggerli sarà davvero dura»

Mark si alzò di scatto dalla sedia con il suo inguaribile ottimismo. La luce del sole filtrava attraverso la finestra, evidenziando i suoi occhi scintillanti di entusiasmo. Con un sorriso radioso, si mosse con la rapidità di un guerriero pronto per la battaglia. «Sono davvero emozionato! L'idea di battermi con un avversario così forte mi entusiasma!» strillò, stringendo i pugni con determinazione. Come un fulmine, recuperò la sua felpa e si lanciò in direzione della porta, probabilmente per dedicarsi ad uno dei suoi allenamenti speciali.

«Ma non mi dire...» borbottai, sgranchendomi la schiena contro la sedia. La stanza era pervasa dall'energia elettrica di Mark, ma io ero ancora seduta, cercando di metabolizzare l'eccezionalità della sfida imminente. Mi alzai pigramente, uscendo dagli alloggi per prendere un po' d'aria prima di pranzo. Lasciandomi andare ad uno sbadiglio poco elegante, afferrai il telefono, con l'intento di aggiornare Lucy sul nostro andamento nel torneo... almeno finché non percepii un paio di occhi fissarmi con insistenza.

Un ragazzo, visibilmente spaesato, sembrava essere alla ricerca di qualcosa. La sua figura alta e atletica si stagliava contro il cielo azzurro. Non mi ci volle molto a riconoscerlo, del resto lo avevo visto proiettato sullo schermo della televisione solo pochi minuti prima. Gli occhi di Mac Robingo, sotto le ciocche di capelli scuri, scrutavano l'orizzonte in cerca di una risposta. La sua presenza, sebbene imponente, trasmetteva una sottile aura di inquietudine. «Tu sei... Mac Robingo?» domandai con cautela, per evitare una figuraccia. La sua espressione, ora rivolta verso di me, rivelò un misto di sorpresa e curiosità. «Che ci fai qui?»

«Autumn Barlow» pronunciò il brasiliano con un cenno di capo, il suo saluto era accompagnato da un atteggiamento di autorità che non passò inosservato e che fece passare in secondo piano il fatto che conoscesse il mio nome. «Voglio parlare con Evans, digli che sono qui ad aspettarlo» ordinò bruscamente, facendomi storcere il naso per quella irritante sicurezza.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora