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[CANDACE]
ERIK É TORNATO

«Dov'è Silvia?» domandai a Celia, una volta che raggiunsi il campo di calcio dove la squadra aveva già cominciato ad allenarsi.

«É in aeroporto» mi rispose «mi ha detto che dovrebbe arrivare un suo amico dall'America. Bobby è con lei»

«E quel tizio là in fondo chi è?» chiesi, notando la presenza di un ragazzo dall'altra parte del campo. Era lì in piedi, con una valigia in mano, che osservava imbambolato Mark e gli altri. Ad ogni tecnica micidiale che eseguivano la sua bocca si spalancava dallo stupore e gli occhi cominciavano a brillare dall'ammirazione.

Quando la palla arrivò ai suoi piedi, lo sconosciuto ci lasciò tutti senza parole. Prese a correre, cominciando a dribblare ai nostri difensori, ritrovandosi faccia a faccia con Mark. Fece un sorriso innocente, per poi alzarsi la palla e calciare dritto in porta. «Tiro Roteante!» esclamò.

Mark rispose con la Mano di Luce, bloccando la conclusione a rete. «Non male» commentò, rilanciando la palla al ragazzo.

«Però, sei riuscito a parare il mio tiro» si complimentò lui «La tua è una tecnica davvero eccezionale, non vedo l'ora di raccontarlo ai miei amici negli Stati Uniti»

«Tu giochi a calcio negli Stati Uniti?» chiese Mark, avvicinandosi ulteriormente dalla curiosità.

Il ragazzo annuì, portandosi una mano dietro la testa. «Proprio così, di recente sono stato selezionato per giocare nella nazionale giovanile» ridacchiò.

Con quella frase attirò anche l'attenzione di Jude, che aveva osservato la scena da lontano insieme ad Axel. «Avevo sentito dire che c'era un piccolo talento del calcio del nostro paese che in futuro avrebbe potuto giocare con la nazionale americana» commentò.

«Come mai sei venuto qui?» gli chiese Mark.

«In questa scuola c'è una mia vecchia amica che vorrei tanto salutare» gli spiegò, con il sorriso ancora stampato sulle labbra.

Vidi Silvia e Bobby varcare il cancello della scuola. «Che sta succedendo qui?» domandò, notando tutti i giocatori della squadra ammassati attorno ad un'unica persona. In quel momento realizzai che forse quel ragazzo era proprio l'amico di Silvia che veniva dall'America. E, di conseguenza, Silvia doveva essere l'amica che il ragazzo stava cercando.

Ne ebbi la conferma poco dopo, quando il ragazzo si fece strada tra gli altri per precipitarsi da Silvia, stringendola in un forte abbraccio. Lei rimase gelata sul posto, ma quando riuscì ad identificare chi fosse i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime. «E-Erik...» sussurrò.

«In carne ed ossa» ribatté lui «Ne è passato di tempo, eh?»

Le espressioni di Silvia e Bobby erano impagabili. E come biasimarli, fino al giorno prima erano fermamente convinti che Erik fosse morto. «Sei tornato» disse lei, incapace di togliergli gli occhi di dosso. Lui annuì con la testa, per poi abbracciarla di nuovo e salutare Bobby con un pugno affettuoso sulla spalla.

«Quanto sono carini!» esclamò Celia, guardando i due vecchi amici che si rincontravano dopo diversi anni. Non potevo che condividere il suo punto di vista, mentre ammiravo anche io Silvia ed Erik che parlavano tranquillamente come se il tempo non fosse mai passato. Ridevano e scherzavano amichevolmente, ogni tanto capitava anche che la nostra compagna arrossisse per i complimenti dell'amico.

Poco dopo, Erik era di nuovo sul campo a mostrare a tutti il suo talento. Era talmente bravo che sembrava quasi non avere rivali, era perfino in grado a tenere testa ad un genio della tattica come Jude.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora