Finalmente arrivò la domenica, Alex entrò in camera porgendomi un intimo di pizzo e una vestaglia semi trasparente "oggi devi indossare questo, datti una mossa" annuii con sottomissione e lo indossai senza curarmi del fatto che lui mi stesse guardando oppure no, lo vidi leccarsi le labbra alla mia vista "non vedo l'ora di fotterti mia piccola puttanella" poi mi agganciò il guinzaglio al collare e mi portò nell'aula magna dove erano già radunati tutti gli studenti, porse il guinzaglio al preside e si unì al corpo docenti.
Rimasi sempre con lo sguardo basso, ma sentivo gli occhi di tutta la scuola su di me, il preside mi diede un ordine "levati questa vestaglia" io lo feci con movimenti lenti e seducenti, sapevo che amava quando ero così, una volta eseguito l'ordine mi inginocchiai con le mani sulle cosce i palmi rivolti verso l'alto, i professori mi guardarono compiaciuti.
A quel punto il preside parlò "studenti, se questa settimana vi ho chiesto di non toccarla è perché ho deciso che mi sono stancato di lei, è diventata troppo buona e troppo sottomessa e non è più divertente, quindi oggi nessuno uscirà di qui perché desidero che tutti gli studenti e il corpo docente la scopino a morte, voglio che la riduciate un colabrodo, sarà anche un importante addestramento per il futuro quindi impegnatevi perché ci sarà un voto per questo" mi tolse il guinzaglio e mi fece cenno di alzarmi e andare fino alla fine del palco.
Mi alzai e poi mi girai esibendo un ghigno malvagio e guardando dritto negli occhi il preside "belle parole davvero, ma chi ti dice che io me lo lascerò fare?" lo vidi diventare rosso per la mia impudenza "non riuscirai a impedircelo siamo troppi" senza distogliere gli occhi dai sui sogghignai "scommettiamo? poi premetti un pulsante con il piede e decine di catene balzarono fuori a legare gli studenti, degli aghi invece paralizzarono gli insegnati facendoli rimanere li in piedi come idioti.
Mi avvicinai ancheggiando a lui "stai tranquillo, non ucciderò ne te ne gli insegnanti, mi domando cosa farai quando i genitori degli studenti sapranno che hai assistito alla loro morte senza fare nulla per salvarli, in fondo ti avevano affidato i loro figli" mi guardò sempre più rosso di rabbia "gli racconterò tutto quanto di te, ti ritroveranno e te la faranno pagare!" io gettai la testa indietro per ridere "io non lo farei se fossi in te, sai che figura fareste tu e la scuola se si sapesse quello che accadrà? La scuola dei figli dei mafiosi più spietati annientata da una ragazzina di quattordici anni che doveva essere solo una puttanella sottomessa" lo presi in giro.
Mi asciugai delle lacrime dagli occhi "anche se tu lo raccontassi non ti crederebbe nessuno, tra l'altro non credo che lo Zar sarebbe molto felice di sapere quello che mi hai fatto e quello che hai fatto alle ragazze della sezione femminile, ma ovviamente questo è solo quello che penso" poi saltai giù dal palco.
La scuola era frequentata da un'ottantina di studenti e persino quelli di undici anni mi avevano maltrattata nei primi mesi di scuola, però loro erano stati costretti così mi avvicinai ai dieci bimbi più piccoli "a voi non farò nulla, siete piccoli e in fondo non l'avete fatto apposta, che questo vi serva da lezione, noi donne non siamo oggetti e non dovete sottovalutarci" non volevo che assistessero ad una scena simile così li addormentai "buonanotte piccoli" già quelli di dodici anni erano diversi, così tirai fuori un sacchetto abbastanza grande da sotto una nicchia del pavimento.
Guardai il preside "sai hai fatto due errori fondamentali: il primo è che non hai mai insonorizzato il tuo ufficio, pensare che forse il tuo piano avrebbe funzionato se l'avessi fatto" mentre parlavo tagliavo i pantaloni e le mutande dei ragazzini e gli ficcavo nel culo un arnese "il secondo è che mi hai dato una settimana di completa libertà per organizzarmi, certo, non potevi sapere che avevo sentito tutto" quando finii tornai dal primo ed estrassi il suo arnese dal culo per un istante "sapete cosa sono le pere vaginali no? Ebbene questi sono l'equivalente per il culo maschile, ho pensato di dovervi ripagare con la stessa moneta" gliela rificcai dentro e premetti il bottone.
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SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...