KEVIN

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Mio padre doveva essere impazzito, come poteva permettere a mia cugina di fare una cosa così da sola?

Anche se le aveva promesso carta bianca questo era un errore, era davvero troppo pericoloso.

Mi alzai dal mio posto "non è giusto che tu ci escluda in questo modo, dovremmo essere li con te, siamo sempre stati una squadra!" protestai con forza.

Mia cugina mi fulminò con lo sguardo "non mi importa cosa ne pensate, ormai ho deciso che a renderla più pericolosa sarebbe la vostra presenza! Ti ho già spiegato che siete troppo riconoscibili, inoltre io me la so cavare in quegli ambienti, se qualcuno si comportasse in certi modi con voi lì lo fareste a pezzi, io invece so come lavorare le persone per ottenere informazioni" non disse altro prima di uscire.

Mi accasciai sulla sedia e vidi che anche gli altri avevano la mia stessa espressione in faccia, a nessuno andava a genio quell'idea.

Marco si alzò e seguì Tisha fuori, io invece mi rivolsi agli altri tre ragazzi ancora presenti "voi cosa ne pensate?" Andrea mi sorrise "se tuo padre si fida di lei dovremmo fidarci anche noi, in fondo è il boss no?" anche Giacomo lo supportò "infatti, inoltre ricorda che Tisha è uno dei migliori soldati che abbiamo, se la caverà in ogni caso" mio cugino mi mise una mano sulla spalla "la sorveglieremo attentamente e, se dovesse trovarsi in pericolo la salveremo, non possiamo andare contro agli ordini dello zio" annuii.

Sapevo che avevano ragione ma non mi andava comunque, così corsi nello studio e bussai alla porta.

Appena potei entrare chiesi a mio padre "cosa ti è saltato in mente? Le hai davvero dato il via libera per agire da sola!?" la mia voce era più alta del normale ma in quel momento non me ne curai affatto.

Mio padre mi guardò e mi mise una mano sulla spalla "tua cugina è in gamba, devo dimostrare di fidarmi di lei" mi spiegò semplicemente.

Scossi la testa con forza "non si tratta di fiducia, si tratta solo di possibilità umane, sarà anche bravissima ma con delle guardie armate di armi da fuoco, molto più forti di lei persino lei è in pericolo!" cercai di farlo ragionare.

Mio padre però perse la pazienza "mi dispiace Kevin, so che sei preoccupato per lei ma la mia decisione è presa, le ho lasciato carta bianca e non intendo ritornare sulla mia decisione, il massimo che posso concedere a te e agli altri è di rimanere alla periferia della città dove andrà per tenerla sotto controllo, ma non dovrete avvicinarvi a lei per nessuna ragione" mi concesse.

Potei solo rassegnarmi "d'accordo papà" sospirai.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora