KEVIN

32 0 0
                                    

Andando alla porta della nostra ala per scendere in sala da pranzo mi scontrai con una ragazza che entrava di corsa la presi al volo per non farla volare per terra, a quel punto la riconobbi subito "Tisha, ma dove vai così di corsa?" chiesi, poi notai il sangue "che cazzo ti è successo?" si allontanò da me e mi guardò con un sorriso "come puoi vedere stavo andando a cambiarmi i vestiti per pranzo" l'afferrai per le spalle preoccupato e agitato "rispondimi, perché sei coperta di sangue?" le chiesi con la voce alterata.

Mi prese per mano e mi fece entrare in una stanza che si scoprì essere la sua camera da letto, mi rispose solo una volta che la porta fu chiusa "rilassati, non è il mio sangue, è quello di qualcun altro" mi sorrise tranquilla e andò dentro all'armadio "mentre parliamo devo cambiarmi" quando vidi che appendeva i vestiti sporchi sopra le ante ero imbarazzato, anche se conoscevo il suo passato mi stupiva con quanta non chat lance si spogliava davanti a chiunque, lei sembrò non far caso alle mie guance rosse.

Mentre si cambiava le chiesi "di chi era il sangue che ti sporcava i vestiti?" senza far tremare la voce mi rispose "di Alessandro" a quel punto era pronta, uscì dall'armadio giusto in tempo per vedere l'espressione sbalordita sul mio viso, indossava un abito in pelle nera, capelli sciolti e scarpe con la suola molto alta.

Mi chiese"cosa c'è?" "come hai fatto ad avere il sangue di Alessandro addosso a te?" le chiesi a mia volta con un sopracciglio alzato.

Mi guardò accomodandosi sul letto, mi rispose semplicemente "tuo padre e lo zio mi hanno fatto assistere all'esecuzione di Alessandro" vedevo che non era tutta la verità "come mai te lo hanno permesso?" le chiesi scettico, a stento lo permettevano a me, fece spallucce "in fondo è a me che ha fatto del male, forse volevano darmi una piccola soddisfazione, nulla di che" si alzò e si diresse alla porta "dai, andiamo a pranzo, ormai dovrebbe essere pronto" annuii e insieme andammo in sala da pranzo.

Erano tutti già seduti "finalmente siete scesi ragazzi" ci salutò zia Lidia "scusa zia, dovevo cambiarmi i vestiti" spiegò Tisha, si sedette accanto a Vittorio e io mi sedetti accanto a lei.

Vittorio le sorrise "sono contento che ti senta meglio, più tardi ti va di giocare ai videogiochi?" annuì, sembrava diversa rispetto a quella mattina, più libera e tranquilla "certo, tanto so già che vi straccerò alla grande come al solito" lo prese in giro.

Rise di gusto "non è detto, è tanto che non giochi, magari sono diventato più bravo di te" scosse la testa "lo escludo categoricamente caro cuginetto, eri davvero troppo scarso anche prima" tutta la tavolata scoppiò a ridere alla sua uscita e Vittorio divenne rosso come un peperone per l'imbarazzo.

Io non mi unii alle risate, Tisha era un mistero e volevo scoprirlo per bene, il suo cambiamento di atteggiamento poteva esser cambiato solo in seguito al suo incontro con mio padre e lo zio, ero molto sicuro che non mi avesse detto tutta la verità.

Passai tutto il pranzo immerso nei miei pensieri a sentire le chiacchiere della famiglia ma senza parteciparvi attivamente.

Quando tutti si alzarono da tavola un'ora dopo mi alzai a mia volta, Vittorio mi sorrise "dai cugino, facciamo vedere a questa mocciosa quanto siamo migliorati" mi ghignò, annuii "si certo, voi iniziate, io devo chiedere una cosa a mio padre" e corsi fuori lasciandoli da soli.

Mi diressi correndo nello studio di mio padre e bussai "avanti" sentii, entrai nella stanza e arrivai alla scrivania guardando il boss negli occhi "cos'è successo con Tisha questa mattina?" lui sbuffò "queste cose non ti riguardano Kevin, sono cose che riguardano noi e Tisha, sei troppo giovane ancora per essere coinvolto in queste cose" lo guardai male "lei ha la mia stessa età e per di più è una ragazza, eppure la coinvolgete!" mi lamentai.

Mio padre sollevò uno sguardo gelido "lei è un'eccezione, dovevamo parlare del suo racconto di ieri, tutto qui, inoltre quel genere di cose la riguardavano da vicino, cerca di controllarti, tra un anno andrai a fare l'addestramento per diventare un uomo d'onore in piena regola, devi imparare a contenere le emozioni" mi rimproverò.

Sbattei le mani sulla scrivania "c'ero anche io ieri! Sono il suo migliore amico, perché non posso sapere le cose che la riguardano?" mio padre mi mise una mano sulla spalla e sospirò "ti capisco figliolo, ma ci sono cose che ancora non puoi capire, un giorno le capirai, io non posso dirti nulla perché non riguarda solo me, sarà Tisha a decidere quando raccontarti tutto" sospirai a mia volta, capii che mio padre non mi avrebbe rivelato nulla "allora andrò da Tisha e chiederò a lei!" esclamai, mio padre annuì "certo, ma aspetta un po, tuo zio Pietro voleva parlarle" annuii e lasciai lo studio rifugiandomi in camera mia.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora