Finalmente eravamo a pochi metri dal luogo dove veniva tenuta Tisha, dovevamo aspettare il segnale di Smith per poterci muovere.
Pensai al mio amico Kevin che era costretto ad aspettare a casa da due settimane, non lo invidiavo per nulla.
Mi sarei mangiato le mani per l'ansia.
All'improvviso arrivò il segnale, un trillo al telefono del signor Moretti.
Fece cenno di avanzare.
In tutto eravamo una ventina di uomini addestrati, io ero il più giovane.
Sfondammo la porta alla fine delle scale e facemmo irruzione nel ring.
Ci dividemmo in due squadre, una avrebbe ispezionato lì, l'altra invece sarebbe andata nella zona chiusa al pubblico.
Seguii il gruppo che entrava dentro, gli uomini mi tenevano dietro di loro, immaginavo fosse un ordine del signor Moretti.
Poco dopo trovammo degli scagnozzi che ci aspettavano.
I nostri uomini iniziarono a combattere contro di loro.
Da dietro una cassa il signor Moretti mi chiamò assieme agli altri "Nicolò, Xavier e Marco, andate a cercare Tisha, noi terremo occupati gli uomini" ci ordinò, annuimmo e li lasciammo indietro.
Appena sfondammo un'altra porta mi venne addosso un uomo molto grande, doveva essere uno dei sei combattenti, mi misi in posizione e iniziammo a combattere.
Ringraziai Tisha mentalmente per tutto l'allenamento extra che mi aveva fatto fare.
Dopo qualche minuto di tensione riuscii a bloccarlo a terra e Nicolò prese la pistola puntandogliela alla testa "dov'è la ragazzina?" gli chiese, ci guardò confuso "quale ragazzina? Ah, intendete la puttana che ci ha portato il nostro capo?" chiese, stavo per spaccargli la testa in due ma mi calmai "dicci subito dov'è, altrimenti ti spariamo" gli ringhiai contro, sollevò le spalle con nonchalance "tanto a noi di quella non importa nulla, è solo una puttanella qualunque, comunque si trova nella stanza rossa, è nei sotterranei, sempre che sia ancora viva, sono almeno un paio di giorni che ci hanno vietato di andare da lei" spiegò.
Arrabbiato lo presi a pugni in faccia finché non svenne e mi diressi lì con il signor Xavier e Nicolò.
Scendemmo le scale e trovammo una porta, purtroppo uno degli scagnozzi ci seguì, così guardai Nicolò "lo teniamo occupato noi?" ma lui scosse la testa "ci penso io, tu aiuta zio Xavier, Tisha non si ricorderà di lui, avrà bisogno di vedere un volto amico" disse correndo su per le scale e spingendo la guardia nel corridoio.
Buttammo giù la porta anche se entrambi ci lussammo quasi una spalla per farlo.
Appena entrammo la temperatura scese parecchio e mi venne da vomitare per la scena rivoltante che avevamo davanti.
Tisha era appesa al soffitto completamente nuda, gli arti avevano le ossa che fuoriuscivano, aveva il suo aspetto normale, tranne per i capelli che erano neri.
Era sporca di polvere, sangue e vomito.
Per terra c'era un lago di sporcizia, vermi e insetti.
Vidi dei topi che le mordevano la pelle.
Sulla testa aveva una gabbia di ferro che mi ricordava una mordacchia medioevale e un collare di ferro al collo.
Vidi che i suoi occhi si chiudevano, ma appena cedettero sentimmo il rumore di una scossa e il suo corpo venne scosso da degli spasmi, così riaprì gli occhi.
Aveva delle occhiaie che arrivavano fino al mento.
Corremmo subito da lei e scacciammo i topi, per fortuna non avevano lasciato altro che qualche morso, non erano riusciti a mangiare nemmeno una parte di lei.
Trovai un paio di forbici da lattoniere e riuscii a liberarle le mani, cadde e venne sostenuta da suo padre, poi usammo le stesse per toglierle la gabbia dalla faccia, la sua bocca era colma di sangue e vomito.
Sul retro del collare trovai un lucchetto che tagliai e le togliemmo anche quello. Quando le venne un conato di vomito il padre la piegò in avanti e io le tenni i capelli, vomitò a terra una gran quantità di sangue mezzo rancido e vomito che puzzava da morire.
L'avevano davvero conciata male.
Vidi che il signor Xavier stava per piangere dalla tristezza al vedere sua figlia così.
Mi tolsi la giacca e l'avvolsi attorno a lei, poi suo padre la prese in braccio.
Riaprì un secondo gli occhi e mosse le labbra ma non ne uscì un solo suono, se avevo letto correttamente il suo labiale aveva esclamato papà poi perse i sensi.
Corremmo fuori di nuovo e fummo contenti di vedere che la situazione era sotto controllo, tutti gli uomini che erano lì erano stati catturati.
Non ci fermammo per permettere a qualcuno di conoscere le condizioni di Tisha.
Appena tornammo nella sezione principale il signor Moretti corse da noi, sbiancò al vedere le condizioni della nipotina, Xavier balbettò "dobbiamo lavarla immediatamente!" il signor Moretti annuì e il signor Xavier mi sorrise "ti va di aiutarmi?" gli sorrisi anche io grato della sua fiducia "certo, subito!" andammo nella prima stanza a destra e aprimmo la porta, era un bagno completo.
Non potevamo immergerla nella vasca con dell'acqua, si sentiva che aveva la febbre.
L'uomo mi disse "aiutami tenendole la testa sulle tue ginocchia ok?" annuii e feci come mi aveva detto, delicatamente prese il tubo del bagno togliendo il soffione e mise l'acqua tiepida.
Poi la lavò delicatamente, non potevamo usare il sapone ma almeno la sporcizia che la ricopriva se ne andò, le pulimmo anche la bocca e l'asciugammo delicatamente.
Appena fu pulita la nostra paura aumento ancora perché le ferite non smettevano di sanguinare.
L'avvolgemmo attentamente in un altro asciugamano e poi corremmo di nuovo fuori "Tommaso, le ferite non si rimarginano! Dobbiamo muoverci!" gridò Xavier angosciato.
Corremmo fuori e saltammo in macchina, presi Tisha in braccio e la strinsi a me, mentre i due uomini si misero davanti.
Corremmo come pazzi per le strade e ci fermammo davanti alla dependance che il boss ci aveva messo a disposizione, lo trovammo già lì davanti "finalmente siete tornati, l'avete trovata?" ci chiese.
Annuimmo e la guardo, appena vide com'era conciata sbiancò "venite subito dentro" ci aprì la porta e portammo Tisha in una camera dove cera il medico di fiducia di zio Moretti che ci aveva raggiunti solo due giorni prima.
Mentre la visitava siamo dovuti uscire tutti dalla stanza.
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SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...