KEVIN

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Quando avevo visto la ragazza nella neve mi ero spaventato, era davvero ridotta male, il suo corpo sembrava un fascio di muscoli senza la minima quantità di grasso, la sua pelle era ricoperta da cicatrici, ferite, lividi ed ematomi.

Mia madre era stata veloce a reagire per salvarla. 

Vedevo che mio padre e mio zio non erano molto contenti della situazione e della presenza della ragazza ma io invece ero incuriosito, volevo conoscere la sua storia.

Non ero ancora un uomo d'onore e non lo sarei diventato prima dei diciotto anni, ma non ero così ingenuo da non conoscere la realtà della nostra società e per essere ridotta così quella ragazza, che poi scoprii chiamarsi Tisha, doveva averne passate di tutti i colori. 

Non vedevo davvero l'ora di conoscerla.

Si era svegliata lo stesso giorno del nostro rientro in Italia e mia madre era appena andata a portarle del brodo, poi all'improvviso sentimmo il rumore di qualcosa che cadeva e mio padre si precipitò immediatamente nella stanza, torno dopo non molto nero in viso.

Mia madre corse in salotto dove ceravamo tutti noi furiosa "ma cosa ti è saltato in mente? Perché l'hai guardata in quel modo?" lui la guardò accigliato "ho sentito un rumore e temevo che ti avesse fatto qualche cosa" sollevò un sopracciglio "è una ragazzina di quattordici anni in gravi condizioni di salute, come potrebbe avermi fatto del male? Se ti comporti così non aiuti, sto cercando di trattarla gentilmente e ho già visto i primi risultati ma anche tu devi fare uno sforzo" questa volta fu lui a guardarla come se avessi detto una battuta "non funzionerà trattandola gentilmente, ho visto le cicatrici che ha e i lividi, se si è ridotta così è perché è di sicuro cresciuta in un ambiente discutibile, se facciamo la famiglia perfetta e i gentili crederà che la vogliamo prendere in giro, non si fiderà di noi. Inoltre, non mi fido di lei, non sappiamo neanche il suo nome, dovremmo portarla in una casa-famiglia e basta" mia madre scosse la testa "no, non lo faremo invece, quei posti sono orribili e lei mi ricorda molto te quando ti ho conosciuto, ha solo bisogno d'amore per far venire fuori il lato migliore di lei" si intestardì. 

Tutta la famiglia assistette alla loro discussione quasi ridendo perché sapevamo benissimo che per quanto mio padre fosse il Boss tra loro due era sempre la mamma a uscirne vincente, mio padre non riusciva a negarle nulla e all'improvviso mi avvicinai "mamma, papà, non è che magari è meglio se proviamo noi a fare amicizia con lei? Abbiamo la sua età e magari..."  ma mio padre non mi lasciò finire "no Kevin, finché non sappiamo se è degna o meno di fiducia voi non vi avvicinerete a lei, neanche per sogno" la mamma polverizzò suo marito con uno sguardo e mi sorrise "provaci se vuoi, ma stai comunque molto attento, è malata e in ogni caso non agire in maniera impulsiva"" le sorrisi riconoscente e me ne andai "e se quella gli fa del male?" sentii mio padre chiederle "non potrebbe anche volendo, è troppo debole e poi Kevin può convincerla a mangiare, non vuole prendere nulla, non si fida di noi" rispose mia madre.

Aprii la porta della camera e rimasi alquanto scioccato dalla vista della ragazza che avevo davanti, aveva circa la mia età, i capelli erano neri come la pece e la pelle più bianca della neve appena caduta, gli occhi azzurro cielo.

Era evidente che se fosse stata in salute sarebbe stata una bellissima ragazza ma al momento la sua bellezza era celata sotto moltissime bende e rovinata dalla troppa denutrizione.

Era leggermente migliorata rispetto a quando l'avevo vista nella neve ma ancora sul suo corpo non cera neanche un po' di grasso.

Sentii i suoi occhi squadrarmi dall'alto in basso, si rese conto della mia fisicità imponente ereditata da mio padre, ma non si lasciò né ammaliare né intimorire dalla mia stazza e mi congelò con uno sguardo "cosa vuoi? mi chiese "mi chiamo Kevin e sono il figlio minore di Lidia e Tommaso, ero con mia madre quando ti abbiamo trovata svenuta nella neve" non fece una piega alle sue parole e questo mi sorprese, di solito le ragazze mi gettavano solo un'occhiata prima di liquefarsi ai miei piedi "si, e allora? Dovrei cadere ai tuoi piedi perché mi avete aiutata? Sappi che non accadrà" rimasi sbigottito alle sue parole. 

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora