KEVIN

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Raggiunsi i miei cugini nella sala dei videogiochi dove stavano già giocando ad un videogioco di guerra, la precisione con cui Tisha sparava non mi sembrava più assurda ora che conoscevo la sua storia.

Mi sedetti accanto a loro e mi unii alla battaglia, ero migliorato dall'ultima volta ma Tisha ci batteva ancora tutti e questo mi faceva sorridere, era bello vederla così contenta e allegra mentre sparava ai nemici.

Giocammo per metà del pomeriggio prima che zio Pietro venisse da noi "ragazzi, fermate la partita, il padre di Kevin vuole parlare a tutti e tre" io e Vittorio sbuffammo ma Tisha interruppe il gioco e si alzò subito, il fatto che obbediva subito agli ordini era un altro indizio a cui facevo caso solo ora.

Andammo tutti assieme nello studio e ci sedemmo sulle sedie davanti alla scrivania, mio padre era mortalmente serio "credo che voi due non ne sappiate nulla ma poco fa Kevin mi ha proposto di mandarvi in vacanza per tre mesi con i vostri tre amici, da soli" i miei cugini reagirono con molta sorpresa davvero zio? chiese Tisha con un filo di voce, Vittorio mi guardò interrogandomi con lo sguardo, io scossi la testa e rivolsi tutta la mia attenzione a mio padre.

Lui continuò "si, davvero, vuole che tu Tisha possa legarti di più a lui e ai suoi amici" a quel punto vidi che un lampo colse mia cugina, capì il significato del mio gesto collegandolo alle parole che le avevo rivolto poco prima, mio padre si schiarì la voce "ho deciso che avete il mio permesso per andare in vacanza voi sei, ma ci saranno delle regole" l'esultanza mia e di Vittorio si fermò immediatamente "regola numero uno, andrete senza dispositivi elettronici, avrete un telefono fisso con cui tenervi in contatto con noi ma nient'altro" io annuii prontamente e anche Tisha ma Vittorio si mostrò deluso, zio Pietro lo redarguì con un'occhiataccia ben piazzata.

Mio padre riprese "regola numero due, Tisha anche se sarai con tre ragazzi che non sono tuoi parenti non far accadere cose sconvenienti se capisci cosa intendo" lei annuì imbarazzata, ma mio cugino era sempre più stranito, non conoscendo la sua storia non capiva nessuno dei commenti.

Infine, il boss ci guardò tutti negli occhi "per ultima questa non è solo una vacanza di divertimento, andrete in un posto abbastanza isolato da tenervi al sicuro, avrete una determinata dose di provviste e acqua che dovrete farvi bastare per tutto il tempo e vi addestrerete con un'insegnante d'eccezione, è ora che cresciate anche voi e che vi dimentichiate il mondo fatato in cui siete vissuti fino ad ora" quest'ultima regola era per me, Vittorio e i nostri amici.

Io annuii "sono pronto papà, voglio dimostrarti che sono in grado di fare tutto questo" gli dissi seriamente, poi zio Pietro si rivolse al figlio "e tu Vittorio? Cosa rispondi?" mio cugino non sembrava molto contento ma dopo aver visto l'espressione felice di Tisha le sorrise e annuì "si certo padre, mi va benissimo" mio padre sorrise "bene, stanno già arrivando i vostri tre amici con i genitori, sentirò anche le loro risposte, intanto andate a preparare gli zaini, mi raccomando, abbigliamento comodo e pratico" noi tre ragazzi annuimmo e ce ne andammo.

Una volta al sicuro nella nostra ala Vittorio mi bloccò "come mai hai avanzato questa proposta?" non potevo dirgli la verità così accennai a Tisha "dopo i mesi che ha passato aveva bisogno di staccare da tutto e so che sarà allegra con noi e i nostri amici" guardarla che correva allegra a preparare la valigia mi piaceva molto, mio cugino sospirò "immagino che tu abbia ragione, ma è strano che vogliano far addestrare anche lei" commentò a caso.

Sapevo di non dovergli dir nulla ancora così accantonai il commento "anche le nostre sorelle e cugine sono in grado di difendersi se ne hanno bisogno, un minimo di allenamento deve farlo anche lei" lui annuì distrattamente "si, probabilmente hai ragione" e ci separammo per preparare le valigie.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora