MARCO

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Quella sera decisi di andare da Tisha dopo cena, volevo chiederle di venire con me a casa. Era tornata alla normalità negli ultimi sei mesi, mi mancava ancora all'allenamento ma sembrava che avesse superato il fatto di non poter fare più il soldato.

Quella sera il signor Tommaso Moretti aveva annunciato a Kevin che Tisha sarebbe potuta tornare a casa immediatamente.

Avevo organizzato una festa apposta e io, Giacomo e Andrea eravamo lì per parteciparvi.

Dovevo portarla lì con una scusa.

Bussai alla porta della casetta ma non rispose, bussai ancora tre o quattro volte ma continuò a non rispondere "strano, la guardia ha detto che è rientrata dalla città tre ore fa" non ci aveva raggiunti a cena perché aveva già mangiato fuori, ci aveva comunicato l'uomo.

Preoccupato buttai giù la porta, nella cucina e salotto non c'era, così guardai in camera.

La vidi sdraiata a terra, diverse siringhe erano appoggiate attorno a lei ed era blu in viso.

Le corsi subito accanto e sentii che respirava molto debolmente e anche il battito cardiaco si sentiva appena.

Proprio in quel momento sentii il mio telefono suonare, risposi "Marco, dove siete tu e Tisha?" sarebbe stato un duro colpo per il mio amico, ma dovevo rimanere lucido "Kevin! Chiedi immediatamente a tuo padre di chiamare il medico!" gli gridai, lo sentii confuso "è successo qualcosa?" ricacciai indietro le lacrime "Tisha è in una situazione disperata! La porto immediatamente alla villa! Muoviti!" gli gridai ancora chiudendo la chiamata.

La presi in braccio e corsi verso casa.

Avevo le lacrime agli occhi ma le trattenni, non potevo perdere tempo a piangere in quel momento, se non mi fossi dato una mossa sarebbe stata spacciata.

Entrai nell'atrio dove mi aspettavano già tutti, mi si avvicinò Nicolò e la prese tra le braccia "me ne occupo io finché non arriva il medico!" gridò, appena non dovetti più reggerla crollai in ginocchio sul pavimento e le lacrime iniziarono a scivolare fuori dal mio controllo.

I miei amici mi circondarono "cosa le è successo?" chiesero, feci un respiro profondo per calmarmi "n-non ne sono sicuro, ho bussato ma non rispondeva, così ho buttato giù la porta ed era stesa a terra, attorno a lei c'erano forse sette o otto siringhe, c'era anche un sacchetto vuoto per la maggior parte con della polvere bianca, non sono sicuro di cosa fosse, l'ho portata subito qui" spiegai.

Vidi che erano tutti pallidi e spaventati a morte, ma i miei amici mi fecero alzare, mi portarono in salotto e mi diedero dell'acqua per farmi calmare.

Massimo e Teo uscirono per controllare cosa fosse successo e il medico entrò "dove si trova la ragazza" chiese trafelato, lo indirizzammo alla sua stanza e ci sedemmo tutti ad aspettare.

Non volava una mosca quando Nicolò entro "presto, il medico mi ha dato alcune indicazioni, dobbiamo subito attrezzare una stanza nei sotterranei, non possiamo curarla così!" Tutti quanti scattarono ma Kevin mi fermò quando provai ad alzarmi "rimani seduto, devi prima riprenderti" anche Giacomo e Andrea vennero lasciati con me.

Dopo meno di due ore Tisha era stesa in un letto ospedaliero, intubata e collegata a strumenti per monitorare i suoi segni vitali e altro.

Il medico e Nicolò stavano facendo del loro meglio per salvarla.

Quella notte nessuno riuscì a dormire e nessuno di noi tre andò a casa.

Il signor Tommaso Moretti convocò tutti in salotto.

Quando parlò aveva il tono cupo "abbiamo scoperto che ha usato un mix di cocaina ed eroina, abbiamo trovato anche un paio di confezioni di canne, inoltre nei sotterraneo della casetta abbiamo trovato una serie di attrezzi da allenamento, penso che possa aver deciso di addestrarsi di nascosto e, non ottenendo i risultati sperati, sia caduta in disperazione" ci spiegò.

Vittorio sbatté il pungo sul tavolo "dobbiamo trovare chi le ha venduto la droga, non può passarla liscia!" gridò.

Tommaso però scosse la testa "non sarà così facile, scommetto che non ha detto il suo vero nome e che si è camuffata" si voltò verso Giacomo "appena il dottore ci avrà detto le tempistiche da cui fa uso di queste sostanze traccerai tutti i percorsi che ha fatto in quel periodo e anche in che ora, vaglieremo ogni alternativa e troveremo il bastardo che gliel'ha venduta e la pagherà cara, intanto devo per forza di cose chiamare di nuovo qui i suoi genitori" diede ordini e tutti annuimmo.

Ci volle ancora un'ora prima che il dottore venisse da noi "è stabile, ma ci vorrà parecchio perché possa svegliarsi, era una dose estremamente grande e potente, è un miracolo che sia riuscita a sopravvivere" era affannato, forse anche lui era stato sfinito dall'ansia.

Si sedette e iniziò a spiegare "ho controllato e sembra che faccia uso di droghe da sei mesi più o meno, prima di quelle ha invece fatto largo uso di marjuana. Avevo avvertito che dopo un periodo così duro avrebbe potuto avere grossi problemi, come ha fatto a ridursi così?" chiese.

Fu la signora Lidia a rispondere "be abbiamo pensato che lasciandole libertà e solitudine avrebbe potuto riprendersi senza sentirsi oppressa dalla nostra presenza" spiegò tremante, si vedeva che era molto provata.

Il medico annuì "be questo è generalmente vero, alcune persone preferiscono guarire da sole da certi traumi e Tisha mi ha sempre dato l'impressione di essere indipendente e solitaria, ma ha comunque diciotto anni e gli adolescenti possono avere molti problemi a risolvere le cose da soli. La cosa che più mi sorprende è che il suo fisico è perfettamente sano, è tornato come quello che era prima del periodo di tortura, quando sarà guarita potrà tornare a fare il soldato se vorrà" questa era una buona notizia.

Il signor Moretti però scosse la testa "no, alla sua prima missione è stata rapita e torturata, non farà più il soldato, rischiamo che la prossima volta non ne esca viva, dovrà trovare un'altra strada!" affermò, vidi che sua moglie stava perdendo la pazienza.

Il medico annuì "capisco cosa intende signor Moretti, è naturale che abbiate paura, ma la invito a rifletterci bene prima di prendere una decisione" poi il suo viso si incupì ancora di più "se quello che ha detto il suo torturatore è vero ha fatto molto per distruggere Tisha, è mai stata tendente a cedere a vizi o cose di questo genere?" chiese.

Il signor Pietro scosse la testa "no, è sempre stata molto padrona di se stessa e non ha mai fatto cazzate, anche in gesti mossi dalla rabbia ha sempre mantenuto lucidità, ha sempre escogitato piani per uscirne" aveva la voce rotta.

Il medico annuì "si capisco, in questi mesi non ha avuto comportamenti che potessero far intuire qualcosa?" tutti in famiglia scossero la testa, la signora Margaret rispose per tutti "no, era tornata come prima del rapimento, pensavamo fosse solo guarita" il dottore scosse di nuovo la testa "è quasi impossibile tornare in se in così pochi mesi, almeno non in maniera perfetta e non per una ragazza già profondamente provata come lei, nel corso della sua riabilitazione dovrete essere decisi e forti con lei, dovrete sorvegliarla molto attentamente, sei mesi non è un periodo spropositatamente lungo ma ha aumentato i dosaggi in fretta assuefacendosi velocemente a quelle sostanze, è bene che lo sappiate, a volte diventerà aggressiva quando le negherete la possibilità di avere la droga e cercherà in tutti i modi di procurarsela ci avvisò.

Il signor Tommaso Moretti annuì "non si preoccupi, prepareremo una stanza per lei apposta giù nei sotterranei in cui tenerla confinata, faremo in modo che non esca di casa per nessuna ragione" il medico annuì "bene, rimarrò qui finché non sarà fuori pericolo, vi consiglio di tenerla sedata finché la camera non sarà pronta" poi ci lasciò soli.

Il signor Tommaso venne verso noi tre "ragazzi mi dispiace ma è meglio che per un po' non veniate qui, vi avviseremo noi appena potrete tornare" non volevo andarmene ma capii che era una cosa di famiglia, così tutti e tre andammo alle nostre macchine e lasciammo la villa "ti prego Tisha, resisti" supplicai.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora