LIDIA

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Era ormai mattina quando il medico arrivò a casa nostra per visitare Tisha, ancora non avevo detto a mio marito il nome della ragazza e mi faceva imbestialire il suo atteggiamento, doveva cercare di mostrarsi più gentile nei suoi confronti, altrimenti non si sarebbe mai fidata di noi.

Dopo una visita di due ore il medico uscì e mi diede aggiornamenti "sta meglio, ieri sera ha bevuto molto brodo e questa mattina ha fatto un'abbondante colazione, vostro figlio Kevin ha fatto un autentico miracolo. Ha dormito tutta la notte e sta decisamente meglio, ho intenzione di dare a Tommaso il permesso di interrogarla, altrimenti non credo che si metterà l'anima in pace" io scossi la testa "glielo dirò io e farò in modo che non sia troppo brusco" il medico annuì e io andai nello studio di mio marito. 

Aprii la porta "Tommaso, il medico ha dato il via libera per fare delle domande alla ragazza" immediatamente si alzò ma io mi misi davanti a lui "ovviamente te lo lascerò fare ma a delle condizioni" sollevò un sopracciglio scettico "e se non dovessi rispettarle?" lo guardai malefica "puoi trovarti un'altra camera in cui dormire per il prossimo mese e ovviamente non faremo sesso neanche una volta" sbiancò davanti a quella mia minaccia. 

Con quegli uomini la minaccia del niente sesso funzionava sempre, si sedette sbuffando "quali sono queste condizioni?" incrociai le braccia sotto al seno e lo guardai severamente "prima di tutto io sarò presente, non ti lascerò da solo con lei" lui annuì "d'accordo, per questo va bene, cos'altro?" "devi cercare di essere gentile con lei, non trattarla come se fosse una minaccia" sbuffò di nuovo "d'accordo, ora andiamo" poi si alzò e ci dirigemmo alla camera, trovammo la ragazza che sedeva sul letto e guardava il vuoto, le sorrisi "Tisha, il medico mi ha detto che hai mangiato, sono contenta" ignorai il sussulto di mio marito quando pronunciai il suo nome. 

Lo sguardo che mi lanciò non fu ostile, più come se guardasse una donna qualunque "si, mi dispiace essere stata così testarda, grazie per le vostre cure" sapevo che stava facendo uno sforzo per essere educata così le misi una mano sulla spalla "non preoccuparti, non devi scusarti, mio marito deve farti alcune domande, poi ti lasceremo riposare" lei annuì e Tommaso si sedette accanto a lei. 

Iniziò "quindi il tuo nome è Tisha" "si signore" "cosa ci facevi in Siberia completamente nuda?" quando rispose la voce della ragazza era timida e imbarazzata "be, non ho i genitori e vivo per strada, quando mi avete trovata stavo scappando da un paese, nel tragitto i miei vestiti si sono stracciati e così sono dovuta andare nuda" Tommaso però non si accontentò "perché sei dovuta scappare?" Tisha non esitò neanche un secondo prima di rispondere. 

Arrossì anche un pochino "be per vivere ho sempre dovuto rubacchiare qua e là, non ho mai rubato moltissimo, solo lo stretto indispensabile per sopravvivere, purtroppo ho rubato il portafoglio alle persone sbagliate, dei delinquenti abbastanza pericolosi, così per evitare che mi catturassero e mi uccidessero ho dovuto scappare" Tommaso non sembrava molto convinto ma gli scioccai un'occhiataccia. 

Aveva tormentato già abbastanza quella ragazza, le sorrisi prima di portarlo fuori "ora riposa, se ti fa piacere chiederò a Kevin di venire a farti compagnia più spesso" poi uscimmo lasciandola sola, nessuno dei due parlò prima di essere al sicuro in camera nostra "perché mi hai fermato? Sono sicuro che quella ragazzina mente sul perché era lì" gli misi le mani sulle guance e gli sorrisi in maniera dolce "non puoi darle ordini o altro, tu non ti fidi di lei e questo lo comprendo, ma neanche lei si fida di noi, gli adolescenti sono molto difficili, forse ci ha mentito ma ha dimostrato che è disposta a rispondere alle nostre domande, prima che risponda onestamente però dobbiamo dimostrarle che siamo degni di fiducia, secondo me quando ha detto di non avere genitori diceva la verità, tu più di chiunque altro dovresti capire come ci si sente" la tristezza comparve nei suoi mentre mi avvolgeva un braccio attorno alla vita e mi stringeva a se "si piccola, capisco come ti senti, ma se vi capitasse qualcosa perché io non sono stato abbastanza attento non potrei mai perdonarmelo" lo baciai per rassicurarlo "non ci farebbe mai del male, è troppo debole e comunque ha solo quattordici anni, dalle un po' di tempo, non puoi costringerla a raccontare il suo passato, lo farà quando si sentirà pronta per farlo e se Kevin l'aiuterà ad aprirsi sono sicura che non ci metterà molto" lui mi sorrise dolcemente "d'accordo amore, farò un tentativo, promesso".

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora