TISHA

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Riaprii gli occhi e mi ritrovai di nuovo legata a qualcosa in piedi, ma non vedevo nulla di ciò che era attorno a me, avevo gli occhi chiusi con della stoffa nera.

Sentii delle mani che mi accarezzavano il corpo, capii di essere nuda perché sentivo l'aria fredda ovunque.

Una voce che riconobbi come quella del padrone di quel posto mi comunicò "il dottore ha detto che non potrai più combattere, mi dispiacerebbe uccidere una cosina deliziosa come te; quindi, ho trovato un altro modo con cui potrai essermi utile" a quelle parole mi irrigidii e lui ridacchio, probabilmente divertito dalla mia reazione.

Speravo di essermi sbagliata, di aver capito male.

Dopo pochi secondi, sentii un gran scalpicciare di passi davanti a me e sentii l'uomo parlare con qualcuno "non posso più spendere soldi per farvi divertire come volete voi, quindi da ora in avanti quando vorrete sfogarvi verrete qui" non aggiunse altro e mi tirò una pacca sul culo, nonostante il dolore mi dimenai con forza.

Sentii delle voci maschili ridacchiare e poi sentii di nuovo la sua voce "son sicuro che sarete soddisfatti del vostro nuovo giocattolino, avete sei ore prima dei combattimenti, usatele bene per provarlo" poi sentii dei passi uscire.

Non ebbi il tempo di contare nemmeno dieci secondi quando una dozzina di mani iniziò a toccarmi, colpirmi in vari punti con diverse quantità di forza, mordicchiarmi la pelle e leccarmela.

Sentii due bocche attaccarsi ai miei capezzoli, altre due attaccarsi una al collo e l'altra ficcarmi la lingua in gola, infine sentii altre due bocche entrare in contatto con i buchi della mia intimità e del mio culo.

In quel momento non capii più nulla, sentivo risate, voci concitate, tocchi di mani e bocche, ma la mia testa non riusciva a processare nulla.

Tutto quello che successe da quel momento in poi mi fece gelare il sangue, venni slegata ed entrai in contatto con oggetti di metallo, provai a dimenarmi ma ero immobilizzata.

A causa della benda non mi resi conto di dovero di preciso, seppi solo che ero sul pavimento, immobilizzata da sbarre di metallo.

Allimprovviso sentii due mani sul mio fondoschiena e sentii qualcuno ridere prendendosi gioco di me, mi venne infilato dentro qualcosa, mi accorsi che era una mano, cercai di nuovo di ribellarmi ma in risposta le sbarre si strinsero di più attorno a me e sentii uno strano pizzicorino.

Il resto del pomeriggio fu una nebbia fitta, ricordo solo risate, dolore e tocchi di mani che non conoscevo.

Era come se il mio cervello si fosse bloccato, non voleva ricordare quei momenti.

Dopo molte ore, finalmente venni lasciata sola, la benda e i pezzi di metalli mi lasciarono andare e io potei sgranchirmi le gambe.

Per prima cosa mi guardai attorno, era una cella un po' più grande dellaltra, era piena di oggetti per il BDSM arrugginiti e rovinati, non c'era nemmeno un materasso dove potessi stendermi per riposarmi.

All'improvviso entrò il capo "ti piace la tua nuova camera?" mi chiese sorridendo malvagiamente.

Lo guardai stranita "la mia camera? Ma se non cè nemmeno un materasso" l'uomo davanti a me scoppiò a ridere di gusto e gettò la testa indietro "e chi ha detto che hai bisogno del materasso? Tanto dormirai pochissimo, d'ora in poi sarai troppo occupata a essere una brava puttanella per i miei combattenti, amano il sesso violento che distrugge il partner e tu sei perfetta per il compito" rivelò.

Appena sentii quelle parole mi cristallizzai, decisi di lasciar perdere il ruolo che dovevo recitare.

Mi rizzai in piedi e incrociai le braccia incurante del fatto che fossi nuda e pesta "te lo puoi scordare, non farò la puttana per nessuno, sono stata chiara?" non distolsi lo sguardo dal suo viso, ma quelle parole lo fecero ridere ancora di più "forse non hai capito, non hai scelta, verranno qui e ti fotteranno a sangue come preferiranno, anche se provassi a ribellarti con un fisico così indebolito non riusciresti nemmeno a sferrarmi un pugno" sputò fuori ridendo.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora