Mi ritrovavo nel buio più assoluto, sentivo il mio corpo bruciare e non riuscivo a muovere braccia e gambe.
Non riuscivo a capire cosa fosse successo, ricordavo solo di essere corso in casa sperando di riuscire a portare fuori chi era ancora dentro, avevo preso per mano la mamma di Tisha e la stavo portando fuori quando all'improvvisto era diventato tutto nero e avevo sentito un dolore assurdo ovunque.
Non so per quante ore era andato avanti prima che all'improvviso sparisse e due mani calde e gentili mi prendessero il viso per scuotermelo, sentii la voce di Tisha chiamarmi "Marco! Svegliati! Non fare scherzi o giuro che ti uccido!" gridava.
Sentivo che aveva paura, avrei voluto tanto aprire gli occhi e abbracciarla, come avevo fatto quella volta sul tetto, dicendole che stavo bene e che poteva smettere di piangere.
Poi oltre al dolore sentii di star perdendo il contatto con il mondo esterno e calai nell'oblio.
Vidi davanti a me una scena strana, cera una bara, illuminata da una sola fonte di luce. Mi avvicinai per guardare dentro e vidi che c'era il mio corpo. Alzai lo sguardo quando sentii una voce familiare che piangeva a dirotto. Vidi Tisha, vestita di nero che era abbracciata al mio corpo morto. Poi Giacomo si avvicinò a lei e la tirò su in un abbraccio confortante. Mi ribollì il sangue per la gelosia, lui non era come Andrea, sapevo che anche lui con il tempo aveva maturato un certo interesse nei confronti della nostra amica, non l'amava, ma di sicuro ne era cotto. Si aggrappò a lui per piangere durante il funerale. Corsi davanti a lei sperando che potesse vedermi "Tisha, sono qui, smettila di piangere!" gridavo, ma non mi sentiva proprio. Era come se fossi invisibile. Poi la scena cambiò, sempre Tisha era seduta alla finestra della sua camera alla villa, era stravolta dal pianto e smunta, come se non mangiasse da giorni. Fu sempre Giacomo ad entrare e a prenderle le mani nelle sue "non puoi continuare così, finirai con l'ammalarti e Marco non lo vorrebbe, so che soffri, lo facciamo anche noi, ma devi reagire, di qualunque cosa tu dovessi avere bisogno ti aiuterò io, te lo prometto" la ragazza gli fece un debole sorriso "grazie Giacomo, non so cosa farei senza di te" mormorò. La scena successiva era alla mia tomba, stavano a braccetto e avevano dei visi contenti "Marco, volevo comunicartelo anche a te, io e Giacomo di siamo fidanzati, sono tanto felice, ero convinta che dopo la tua morte non avrei più sorriso, invece eccomi qua" mi annunciò eccitata. Il mio amico, a cui avrei tanto voluto spaccare la faccia le mise un braccio attorno alle spalle "non ti preoccupare, mi prenderò io cura di lei" mi disse. Il nuovo cambiamento di scena mi fece impazzire del tutto. Ero nella camera di Tisha alla villa, ma c'era qualcosa di strano, adesso c'erano due scrivanie e alcune delle cose di Giacomo dentro. La porta si aprì all'improvviso e in un turbine i due entrarono baciandosi con foga. Indossavano un vestito bianco e uno smoking che si strapparono di dosso a vicenda per la fretta che avevano di spogliarsi. La portò nel letto e ce l'appoggiò sopra continuando a baciarla. Lo vidi baciare il suo corpo, ogni millimetro, assaggiare il suo sapore. Poi lui entrò dentro di lei "ah, sei così stretta piccola" gemette, iniziarono a muoversi e vidi Tisha in preda all'estasi. Quando stavano per venire lui la baciò un'ultima volta "ti amo Tisha" le confesso, si strinse a lui e rispose al bacio con altrettanta foga "ti amo anche io Giacomo" gemette mentre venivano. All'improvviso tutto si fece nero di nuovo.
La mia testa funzionava anche se ancora non potevo muovere un dito né aprire gli occhi.
Capii che era stato tutto un sogno o, meglio, un incubo.
Non riuscivo a capire perché avessi provato della gelosia al solo vedere quella scena, né perché in qualche modo mi facesse piacere vedere quanto a Tisha importasse di me.
Purtroppo, gli incubi non finirono certo li.
Ero di nuovo nel buio, poi due riflettori si accesero illuminando due bare. Ci guardai dentro e vidi i genitori di Tisha immobili. Immediatamente mi venne un colpo al cuore, non ero riuscito a salvare nessuno dei due. Sentii delle presenze dietro di me e vidi Tisha, cercai di sorriderle" ehi, Tisha!" ma mi guardò con la morte negli occhi "perché non li hai salvati? Sono morti per colpa tua!" gridò, rimasi atterrito dal suo tono. Poi la pregai "mi dispiace, ti giuro che ho fatto del mio meglio per aiutarli, perdonami" la supplicai. Ma mi tirò uno schiaffo "non ci pensare nemmeno! Non potrò mai perdonarti! Mai!" gridò correndo via. Subito dopo mi trovai nell'atrio, davanti a me Tisha e Giacomo si tenevano a braccetto davanti al signor Moretti "ma certo mio caro Giacomo che ti concedo la mano di mia nipote, non esiste uomo più degno di te, credevo che anche Marco se la meritasse, ma se non è riuscito a proteggere i suoi genitori evidentemente non se lo merita" i due si baciarono per festeggiare. Nel buio mi vidi davanti la mia amica che mi guardava fredda con Giacomo alle spalle che l'aspettava "non ci vedremo mai più assassino, io mi sposerò con Giacomo e andremo a vivere lontano da te" le presi la mano "ti amo Tisha, ti ho sempre amata, dalla prima volta che ho incrociato i tuoi occhi" confessai, ma lei si liberò "se mi avessi amata avresti sacrificato la tua vita per i miei genitori, invece non l'hai fatto. Tu sei ancora vivo e loro no" poi mi voltò le spalle e corse via da Giacomo. Caddi in ginocchio e piansi disperato "ti prego Tisha! Non lasciarmi da solo! Per favore!" la supplicai. Proprio in quel momento sentii delle mani calde e riacquistai un minimo di sensibilità. Poi la dolce voce di Tisha mi sussurrò "shhh, non preoccuparti, sono qui e non andrò da nessuna parte" quelle parole mi distolsero dal mio incubo e mi fecero tornare al buio più totale.
Non sapevo se quel calore e quella voce fossero reali oppure solo un sogno, ma in realtà non mi importava, ero contento si sentirle.
Non so quanto tempo passò prima che riuscissi ad aprire finalmente gli occhi ma fui estremamente contento quando avvenne.
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SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...