Arrivai in camera di Tisha arrabbiato e frustrato, ormai era passato parecchio da quando zio Pietro aveva deciso di parlarle e volevo che mi trovasse lì.
Finalmente sentii la porta aprirsi e mia cugina entrò.
La trafissi immediatamente con il mio sguardo "pensavo di essere stato abbastanza chiaro sul fatto che non ti giudico per quello che ti è successo in passato" mi guardò stranita "si certo, ora perché sei di nuovo così serio?" quando la guardai negli occhi cercai di farle capire la mia rabbia "voglio che tu mi dica la verità su quello che è successo questa mattina!" esclamai "ho provato a chiedere a mio padre ma non ha voluto dirmelo dicendo che non avrei capito! Se vuoi davvero che io, Vittorio e i nostri amici siamo anche amici tuoi devi dirci sempre tutto quello che ti succede! Non ci devono essere segreti!" sbottai
Vedevo che quelle parole la ferivano molto, ma non mi importava, non mi piacevano i segreti e con i miei fratelli, sorelle, cugini e cugine non avevo mai avuto segreti quindi mi infastidiva la sua riservatezza.
Invece di iniziare a spiegarmi e raccontarmi tutto si arrabbiò "un vero amico non dovrebbe forzarmi a parlare se non me la sento! Io non ti ho costretto a dirmi nulla sulla tua ex no?" anche se comprendevo il suo atteggiamento di riservatezza il fatto che lei volesse tenermi dei segreti non mi piaceva affatto.
Mi alzai e la presi per le spalle "capisco che nel tuo passato ci siano cose terribili che noi ragazzi non possiamo ancora capire appieno, ma in fondo un giorno anche noi faremo parte di questa società, voglio sapere quello che ti succede, anche i dettagli peggiori, siamo amici e voglio dimostrartelo" le sollevai il mento e tentai di sorriderle rassicurante.
Mi fece un piccolo sorriso a sua volta "d'accordo, vi racconterò tutto ma solo a voi ragazzi chiaro? Quello che vi dirò dovrà rimanere tra di noi" io annuii "certo, te lo prometto e posso garantire anche a nome degli altri" le giurai.
Sentivo che però non era del tutto sicura "come fai a sapere che ci si può fidare degli altri?" le sorrisi "i loro genitori sono molto amici dei nostri, sono i soldati più fidati e sono sempre stati fedeli a loro e non a nostro nonno, quindi io e Vittorio siamo cresciuti con quei tre ragazzi, sono ragazzi un po' idioti a volte, ma sono leali e coraggiosi, un giorno faranno tanta strada come uomini d'onore" le spiegai pazientemente.
A quel punto fece un piccolo sospiro di sollievo, così continuai "inoltre metti che ne io ne Vittorio saremo veramente a capo di questa società, non avrebbero motivo di usarci" annuì d'accordo con me.
Mi guardò negli occhi "a te posso raccontare subito, ma poi dovremo trovare il modo di parlarne a loro quando saremo sicuri che non ci ascolterà nessun altro" mi dissi d'accordo "non preoccuparti di nulla, a questo posso pensarci io, tu intanto raccontami, sono davvero curioso" sorrise.
Mi fece sedere e mi raccontò tutto di quella mattina, ogni più piccolo dettaglio e io l'ascoltai fino alla fine senza mai mostrarmi turbato o sconvolto da quello che mi diceva anche se devo ammettere che la sua parte sadica mi faceva un pochino paura, come quella dello zio Pietro.
Mi parlò anche dell'eccezione che avevano deciso di fare per lei, mi sembrava giusto, costringerla a vivere come tutte le altre ragazzine sarebbe stato a dir poco crudele.
Quando ebbe finito mi sforzai di sorriderle "be ammetto che la tua parte sadica potrebbe incutere timore ma non è una cosa negativa nella nostra società, se dovessi decidere di venire all'addestramento con noi dubito che i ragazzi cercheranno di sfiorarti" le dissi ridendo.
Anche lei rise e quel suono cristallino mi mise allegria "si è vero, dubito fortemente che ci proveranno" a quel punto mi alzai "ti ringrazio per avermi detto tutto, rimarrà tra di noi, non lo dirò a nessuno, senti perché non raggiungi Vittorio? Potete iniziare a giocare voi due, io devo fare una cosa veloce e poi vi raggiungo" le proposi, si alzò a sua volta "certo va bene, intanto umilierò un pochino lui per ora, così poi mi concentrerò su di te" mi fece un occhiolino e andammo entrambi fuori.
Tisha si diresse verso la stanza della televisione e io corsi di nuovo all'ufficio di mio padre, entrai appena sentii "avanti" mio padre e mio zio erano dietro alla scrivania "ho bisogno di parlarvi riguardo a Tisha" gli dissi con calma, mi fecero segno di sedermi.
Mio padre mi diede il permesso di parlare "dicci pure Kevin" io li guardai negli occhi serio "mi ha raccontato tutto di questa mattina e mi sono reso conto di molte cose riguardo a lei, non mi interessa cos'è capace di fare ma ho avuto un'idea per quest'estate, per lei, me, Vittorio e i nostri tre amici" iniziai, le loro espressioni erano incuriosite e zio Pietro mi disse "vai avanti" feci un respiro profondo.
Non ero sicuro che avrebbero approvato la mia idea ma volevo fare un tentativo "ormai conosco Tisha abbastanza bene e sono sicuro che sceglierà di diventare un soldato, io e miei amici abbiamo la sua età, questo vuol dire che faremo l'addestramento assieme, penso che avere un gruppo di amici ben unito e leale la possa aiutare durante l'addestramento. Tisha apprezza i nostri amici e si diverte molto assieme a loro, anche i ragazzi dal canto loro apprezzano la sua compagnia, il suo essere così diversa dalle altre ragazze e considerano un loro preciso dovere starle vicino e proteggerla, l'hanno dimostrato per tutto il tempo che lei ha passato con Alessandro" le espressioni dei due capi divennero sempre più curiose e io mi preparai allo scoppio da parte di mio padre per la proposta che stavo per avanzare.
Il boss sollevò un sopracciglio "quindi? Dove vuoi arrivare?" feci un ultimo respiro profondo e sganciai la bomba "ormai manca solo un anno a quando noi tutti dovremo partire per l'addestramento ma fino ad ora abbiamo continuato ad avere la testa tra le nuvole, quello che voglio chiedervi è di permettere al nostro gruppo di andare in vacanza da solo per questi tre mesi, vorrei che con noi venisse anche Tisha, ci terrà in riga e potrebbe iniziare ad insegnarci qualcosa, inoltre vivere assieme per un periodo così lungo rafforzerà ulteriormente il legame di fiducia e lealtà che c'è tra noi" sputai fuori tutto prima che l'espressione funerea di mio padre mi facesse perdere la voglia di parlare.
Il boss strinse i pugni finché non gli divennero le nocche bianche "mi stai chiedendo di mandare mia nipote, una ragazzina, da sola in vacanza con tre ragazzi che non sono parenti?" la sua voce era calma e proprio per questo metteva i brividi.
Si voltò verso la finestra, mio zio Pietro mi sorrise "grazie per la proposta Kevin, ti daremo una risposta entro questa sera" gli sorrisi a mia volta ed uscii dallo studio sperando che mio padre mettesse da parte la sua parte privata e ragionasse da boss.
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SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...