Arrivò il giorno in cui dovevamo tornare all'accademia, preparammo le valige velocemente e poi le portammo all'ingresso "sei contenta di tornare?" mi chiese zia Lidia.
Era una domanda semplice, ma in realtà non conoscevo la risposta, lìultimo anno lì l'avevo passato minacciata e usata da quel cretino di Alessandro.
Mantenni comunque la mia facciata "certo, adoro andare a scuola e studiare" dissi seria.
Quando arrivammo assieme a tutti gli altri studenti lì davanti il cuore mi batteva forte.
Andai nella mia nuova stanza da sola visto che nessuno dei miei amici o cugini seguiva i miei stessi corsi.
La scuola era composta da cinque piani e ogni anno le classi e i dormitori erano un piano più in alto.
Mi sistemai velocemente e feci dei respiri profondi prima di uscire per andare a mensa.
Appena la raggiunsi vidi quell'oca di Lola che andava dietro ad Alessandro appiccicata a Kevin.
Ora che Teo aveva concluso la scuola e Alessandro era crepato ovviamente era a lui che si sarebbe appiccicata.
Kevin corse da me "oh finalmente cuginetta, dai, andiamo al tavolo" mi trascinò, quella mocciosa starnazzò "posso venire a sedermi con voi?" ci chiese, ma io scossi la testa "mi dispiace molto, ma questo tavolo non è aperto ai pavoni giulivi e senza cervello" sorrisi malignamente.
Mi guardò malissimo e se ne andò a testa alta, mi rivolsi ai ragazzi "oh no, credete che si sia offesa? Volevo solo essere sincera" mi finsi mortificata.
Scoppiarono tutti a ridere "sai, sono contento che tu ti sia liberata di quello stronzo, ora si che potrai davvero goderti la scuola" commentò Andrea, annuii "è vero e poi era solo un'inutile spreco di ossigeno, non ne valeva la pena" ridacchiai a mia volta.
Quando uscimmo dalla mensa e arrivai in un corridoio venni bloccata contro il muro da Lola.
Non si era accorta che c'erano i miei amici dietro l'angolo così feci loro cenno di rimanere fermi, volevo sentire cosa volesse.
Mi guardò con odio "senti piccola puttana figlia di nessuno, lo so che vuoi portarti a letto tutti quei ragazzi, ma vedi di stare un po' attenta, se mi intralci mio padre potrebbe renderti la vita molto difficile!" le sorrisi "ma tu hai una vaga idea di chi sono io?" chiesi.
Sghignazzò "sei solo una povera orfana che i signori Moretti ospitano per pietà Tisha Lukin!" scoppiai a ridere "oh no carina, i signori Moretti sono i miei zii e io sono Tisha Plotnikov, la famiglia più potente della Russia" mi presentai (avevo deciso di non usare il mio vero cognome ma quella gallina mi aveva davvero stancata) mi guardò male ancora "non me ne frega un cazzo di chi sei! Tu c'entri con la scomparsa di Alessandro! Sei solo una stronza!" mi gridò contro.
In una sola mossa mi liberai e la bloccai con il braccio dietro la schiena ringhiandole all'orecchio "chissà, forse sì o forse no, non ne hai le prove, ma ti assicuro che se non stai lontana da me e dai miei amici rivedrai il tuo amato Alessandro molto presto!" poi la lasciai andare e scappò spaventata.
I ragazzi finalmente mi raggiunsero e mi diedero il cinque "sei stata grande Tisha!" si complimentò Giacomo, sorrisi loro soddisfatta di me "sono una senza cervello ha bisogno di pavoneggiarsi a quel modo davanti ad ogni maschio ricco che incontra, era una seccatura" gli altri si dissero d'accordo con me.
Gli anni passarono, la vita procedeva più o meno normalmente, dividevo la mia vita tra i miei amici, la scuola e l'addestramento.
Ero solitaria e non parlavo con altri compagni di classe.
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SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...