Una volta che le valigie mie e di Vittorio furono pronte andammo all'ingresso e posammo gli zaini sul pavimento, era davvero pesante.
Tisha rise al solo guardare le nostre espressioni sofferenti "dai ragazzi, è solo uno zaino da campeggio per una vacanza senza lussi, cosa mai ci sarà di così terribile?" la fulminammo entrambi con lo sguardo "facile dirlo quando non ami giocare su internet" borbottò Vittorio, lei scosse la testa.
Presto arrivarono anche Andrea, Giacomo e Marco, salutarono noi ragazzi con delle grandi pacche sulle spalle e salutarono Tisha con un cinque, ad eccezione di Marco che le si avvicinò "come stai dopo tutto quello che è successo?" le chiese sorridendole rassicurante.
Gli sorrise a sua volta "non preoccuparti, sto alla grande, non basta certo un idiota qualsiasi a buttarmi giù" le sue parole lo calmarono visibilmente perché le diede una leggera pacca sulla spalla e appoggiò lo zaino prima di prestare attenzione a mio padre.
Lui ci guardò seriamente "ricordate che questa è una preparazione prima dell'addestramento, non è un gioco, potrete affinare le vostre capacità e la vostra cooperazione vivendo assieme, al terzo sgarro che ci verrà segnalato dal vostro allenatore tornerete a casa immediatamente" il suo sguardo calmo fece venire i brividi ai noi cinque ragazzi e Tisha trattenne un sorriso.
Avrei voluto sapere cosa stava pensando, mio padre però non aveva ancora finito "il primo degli sgarri che dovete evitare è quello di insultarvi o fare risse al di fuori degli allenamenti, chiaro?" ci fulminò, noi deglutimmo e rispondemmo "certo signore" poi lui sorrise "bene, allora prendete gli zaini e andiamo sul tetto, l'elicottero ci sta aspettando" concluse.
Lo seguimmo su per le scale fino al tetto, Tisha non si unì ai nostri discorsi e io non avevo voglia di rispondere alle mille domande dei miei amici.
Una volta sul tetto salimmo su un grande elicottero con entrambi i due capi, durante il viaggio nessuno parlò molto.
Arrivammo dopo una mezzora e l'elicottero atterrò in un grande prato circondato da creste rocciose dove era presente una baita in legno e pietra, vidi che mia cugina era incantata dalla bellezza di quel posto, non doveva aver visto molto fino a quel momento.
Appena scendemmo ci schierammo di nuovo davanti ai due primi in comando della mafia, mio padre parlò per primo "come vi ho già spiegato vivrete qui per tre mesi, l'unico collegamento con noi è un telefono fisso, qui non c'è internet e come vedete non potete andarvene senza un elicottero, il terreno e la casa sono già sistemati con tutti gli attrezzi necessari per il vostro allenamento" nessuno batté ciglio durante la spiegazione.
Vittorio chiese curioso "ma dov'è l'allenatore?" zio Pietro sogghignò e fece segno a Tisha di raggiungerlo, dei sussulti partirono dagli altri ragazzi quando pronunciò le parole successive "sarà Tisha la vostra allenatrice, confidiamo che vi metta in riga in questi tre mesi e che vi tenga sotto controllo" notai che i ragazzi si rilassarono quando sentirono che sarebbe stata lei ad allenarci, repressi una risata, avevo visto combattere mia cugina al contrario di loro e non sapevano cosa li aspettava.
Zio Pietro però non soppresse il ghigno e si rivolse ad Andrea "Andrea, tu sei il migliore con la lotta libera nel gruppo, perché non vieni qui ad affrontare Tisha visto che sei tanto sollevato?" lui sobbalzò e lo vidi titubante mentre si avvicinava a loro "non lo so signore, è una ragazza, non vorrei farle male" a quel punto Tisha non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere, anche io mi trattenevo a stento "credi veramente che io sia così debole? Povero illuso" il ragazzo la guardò in modo serio "c'è differenza tra combattere dei vagabondi e noi, anche se non siamo ancora addestrati ci siamo allenati molto e potrebbe essere rischioso per te" cercò di spiegarle con condiscendenza.
Zio Tommaso gli batté la mano sulla spalla "non preoccuparti di questo, tu combatti dando il massimo" lo rassicurò, Andrea alzò le spalle e la guardò "se esagero arrenditi e mi fermerò" cercò di rassicurarla come se ce ne fosse bisogno.
Si misero in posizione e Andrea l'attaccò per primo, Tisha lo schivò velocemente, il ragazzo si sbilanciò per la forza dello slancio, così lei lo fece cadere a terra colpendogli la gamba e lo immobilizzò senza fatica, prese il suo braccio e glielo tirò dietro la schiena facendogli male.
Con voce sofferente Andrea disse "mi arrendo! Mi arrendo!" ma lei non mollò la presa, anzi, tirò ancora più forte "prima regola, un nemico non è sconfitto finché non è privo di sensi o meglio ancora morto" gli sussurrò all'orecchio prima di lasciarlo andare e rialzarsi con grazia.
In quel momento aveva la stessa espressione che aveva al ballo, metteva paura.
Mentre si metteva di nuovo tra i due adulti vedi che si godette le espressioni sbalordite che avevano tutti tranne io, mio padre le diede una piccola pacca sulla spalla "come avete visto la piccola Tisha è più che in grado di prepararvi per le basi, vedete di fare del vostro meglio" disse in tono serio e deciso.
Dopo di che lui e zio Pietro tornarono sull'elicottero e ci lasciarono soli.
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SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...