TOMMASO

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Vedevo i miei figli e nipoti che prosperavano, uno dopo laltro.

Presto Massimo avrebbe preso il mio posto e io e Lidia avremmo finalmente potuto concederci il riposo che ci meritavamo, così come Pietro e Margaret.

Da quando Tisha era tornata completamente guarita sia mentalmente che fisicamente tutto stava andando alla grande e la nostra famiglia era di nuovo assieme.

Non c'erano più state situazioni particolarmente rischiose, guerre o altro, in fondo ormai avevamo legami di parentela e quindi alleanza, con la mafia irlandese, quella americana, quella brasiliana, quella messicana e quella russa.

Io e Pietro avevamo assicurato l'unione di tutte e tre le mafie italiane sposandoci con Margaret e Lidia.

Quindi alla fine il panorama geopolitico era abbastanza sereno per ora.

Le ragazze però mi preoccupavano un po', Nadia era già grande, aveva superato i ventisei anni, ma ancora non sia era sposata, capivo il suo punto di vista, essendo mia nipote avrebbe comunque dovuto garantire alleanze, ma avendo visto per tutta la vita il forte legame tra i suoi genitori avrebbe voluto trovare qualcuno con cui poter costruire una relazione genuina ed era molto difficile visto che la maggior parte degli uomini che ci provavano con lei e Lidia lo facevano solo per i vantaggi che potevano trarne.

Anche se Lidia era più piccola aveva lo stesso problema, speravo che frequentando la mafia americana per qualche anno avrebbe potuto conoscere qualcuno, ma ancora nulla.

Infine, c'era Tisha, sapevo che non conosceva affatto l'amore, ma avrei comunque voluto che si costruisse una famiglia, tutti i suoi amici l'avrebbero fatto, non avrei voluto saperla da sola.

In quell'anno mi ero accorto della tensione che si era creata tra lei e Marco e ne ero davvero contento.

Conoscevo quel ragazzo da quando era un moccioso e sapevo com'era fatto lui e com'era suo padre, anche se non era figlio di una persona troppo importante ero sicuro che fosse perfetto per Tisha visto che era paziente, affettuoso e comprensivo.

Però conoscevo mia nipote abbastanza da sapere bene che era improbabile che si lasciasse andare.

Stavo ancora riflettendo tra me e me quando sentii bussare alla porta "avanti" dissi, entro proprio la mia nipote più giovane "ehi zio, ti disturbo per caso?" chiese, scossi la testa "no, Tisha, niente affatto, hai bisogno di qualcosa?" si sedette e mi guardò dritto negli occhi.

Passò qualche secondo prima che finalmente parlasse "vedi zio, ho riflettuto per molto tempo e vorrei andare in Russia" la guardai stranito "in che senso?" faceva fatica a parlare, doveva essere un argomento spinoso "voglio dire che vorrei andare a trovare lo zio Axel, per qualche giorno vorrei rimanere li per conoscere la famiglia di mio padre e poi vorrei incontrare di nuovo le persone che mi hanno fatto del male da piccola. Credo che questo sia l'unico modo per me di superare finalmente il mio passato e poter andare avanti più serenamente e liberamente" spiegò.

Quelle parole mi fecero sorridere "credo che tu abbia ragione Tisha, allora credo che dovresti andare, posso chiamare Axel e organizzare il tuo soggiorno lì" acconsentii felicemente.

Ero orgoglioso di lei, finalmente era pronta a lasciarsi il passato alle spalle "però dovremo fare tra qualche settimana, vedi, tra un mese io, Pietro, Caterina e i nostri mogli e marito vorremmo andare nella baita in montagna a passare qualche giorno, Massimo e Teo cureranno gli affari, quindi se vuoi che i tuoi genitori siano con te" ma lei mi interruppe "no, zio, questa è una cosa che devo affrontare da sola e poi non vi capita mai di poter passare un po' di tempo assieme in pace, in ogni caso volevo chiedere a Laura e Nadia di venire con me" quella richiesta mi sembrava strana "come mai loro e non i tuoi amici?" chiesi curioso.

Tisha mi fece l'occhiolino "intanto così le mie cugine potrebbero avere la fortuna di conoscere qualcuno e poi sai come sono fatti i miei amici, spaccherebbero la faccia a quelli che devo incontrare se venissero con me" in effetti non aveva tutti i torti "d'accordo come preferisci, tu, Laura e Nadia partirete tra due settimane e facciamo che vi fermerete li un mese, così avrete tutto il tempo di fare con calma" decisi.

Si alzò "grazie zio, sono sicura che mi farà bene, molto" annuii "di nulla, tuo padre sarà molto contento di questo" poi se ne andò.

Qualche ora dopo comunicai della vacanza a tutto il resto della famiglia, sia quella mia e di noi adulti, che di quella delle ragazze.

Massimo mi guardò seriamente "papà, magari ti sembrerà ridicolo, ma mi sentirei più tranquillo se Kevin ti accompagnasse con i suoi amici come guardie, solo per ogni evenienza" sospirai, anche se io e mio fratello eravamo ancora pienamente operativi capivo il suo punto di vista.

I ragazzi sarebbero stati li solo in qualità di soldati e la prudenza non era mai troppa nel nostro ambiente, acconsentii "d'accordo, se ti senti più a tuo agio così va bene Massimo" Kevin acconsentì facilmente "va benissimo papà, possiamo piantare delle tende leggermente lontano dalla casa, così vi lasceremo in pace e potremo sorvegliare più tranquillamente" mi dissi d'accordo.

Quella pace era davvero bellissima, sapevo che non durava mai, quindi volevo godermela il più possibile.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora