TISHA

24 0 0
                                    

La missione era stata organizzata nei minimi dettagli, avevamo previsto ogni possibile scenario.

Infatti, come previsto i nostri uomini riuscivano perfettamente a gestire i membri di quella banda di mostri.

Kevin si diresse all'interno di una porta e io e Marco andammo avanti.

Entrò in una stanza dove c'erano sette o otto bambini che andavano dai sette ai tredici anni.

Io invece mi diressi verso l'ultima porta.

Quando la aprii una scena orrenda mi si parò davanti agli occhi.

Un uomo con un camice verde era chinato su un lettino operatorio.

Si sentiva il pianto di un neonato.

Mi ribollì il sangue nelle vene, afferrai il braccio dell'uomo e lo allontanai dal lettino colpendolo e mettendolo al tappeto.

Mi diressi correndo verso il tavolo dove si trovava il bimbo e vidi che aveva il viso cianotico a causa delle lacrime, lo presi tra le braccia e lo cullai delicatamente "shhh, piccolino, è tutto finito adesso" lo rassicurai a bassa voce.

Smise di piangere e agitò le braccine verso di me, non potei osservarlo meglio perché l'uomo si era rialzato e aveva iniziato ad agitare un pugnale.

Coprii il corpicino del bimbo e ruotai le gambe facendogli perdere la presa del coltello e poi spingendola lontano "fottuta puttana!" mi gridò contro prima di provare di nuovo ad attaccarmi, proprio in quel momento però ci fu un forte rumore di pistola e il suo corpo cadde davanti a me.

In quel momento il bimbo riprese a piangere e io ripresi a cullarlo "quel cattivone non potrà più farti nulla" sussurrai, con mia sorpresa ci mise poco a smettere di piangere e addormentarsi.

Marco si avvicinò a noi "s-stai bene Tisha?" mi chiese sussurrando per non svegliarlo, annuii "si certo, non preoccuparti, grazie per averci aiutati, non volevo che questo piccolo venisse ferito" gli spiegai.

Lo guardò e giuro che lo vidi sciogliersi "meno male che l'hai trovato, chissà che fine avrebbe fatto altrimenti" annuii "stava per ucciderlo" gli raccontai, vidi i suoi occhi scintillare di rabbia.

Mi mise una mano sulla schiena "vieni, dobbiamo assicurarci di come stia" lo seguii fuori dall'edificio.

Nicolò venne verso di noi e prese in braccio il fagottino.

Non passò molto prima che ce lo riportasse "sta benone, è una femmina e i suoi genitori sono stati uccisi due giorni fa secondo i registri della banda. I ragazzini che hai fatto uscire prima Marco sono sani e salvi, verranno rimandati dalle loro famiglie appena si saranno ripresi del tutto" ci spiegò.

Presi la bimba in braccio e le diedi un bacio delicato sulla fronte, la sentii ridacchiare, sentii lo sguardo di Marco su di noi e alzai il mio "cosa c'è?" chiesi, ci abbracciò "forte hai visto? Ha l'eterocromia, un occhio azzurro ghiaccio e uno verde bosco mi fece notare, per la prima volta notai quella particolarità e anche un ciuffetto di capelli castani sulla testa è vero, non me n'ero ancora accorta" commentai.

Marco mi prese il viso tra le mani "sembra che sia stata fatta apposta per noi, non trovi?" mi chiese.

L'osservai bene "verissimo, è assolutamente perfetta" il mio fantastico fidanzato si chinò su di lei e ricevette un bacino che fu seguito da degli strilli felici "direi che non possiamo permettere che finisca in orfanotrofio" mi sorrise.

Capii cosa voleva dire e mi spuntò un sorriso a trentadue denti "che ne dici del nome Debora?" chiesi, annuì "mi sembra perfetto, come lei" acconsentì.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora