TISHA

76 0 0
                                    

Ero nel giardino di casa mia a guardare l'orizzonte e pensare.

Dopo che avevo deciso di rinunciare al mio ruolo di soldato non sapevo davvero cos'avrei potuto fare, mi sarebbe stato impossibile accontentarmi solo del lavoro da mamma.

Però dopo la nostra ultima missione mi ero accorta che gli orfanotrofi che gestivamo e i bordelli erano pieni di bambini e ragazzi che soffrivano senza una valida ragione; perciò, avevo convinto Massimo e Teo ad affidarmi una squadra di soldati di cui avvalermi per tenere sotto controllo questi posti e assicurarne la sicurezza.

Dopo vent'anni cerano diverse sedi in tutto il territorio, erano donne come me, che avevano vissuto nella miseria più nera a gestirle tutte e facevano capo a me.

Ovviamente mi assicuravo che ogni cosa fosse fatta come comandavo, ma grazie alla mia fama, che non si era addolcita nemmeno dopo vent'anni, in pochi avevano il coraggio di disubbidirmi e chi lo faceva sapeva che avrebbe incontrato una fine molto dolorosa.

Non potevo credere a come andassero bene le cose.

Marco e io eravamo felicemente sposati da vent'anni.

Kevin e Lira anche.

Tutti i matrimoni dei miei cugini erano andati bene, Giacomo si era sposato mentre Andrea era rimasto il solito donnaiolo.

La doppia cerimonia mia e di Kevin era stata incredibile, avrei preferito un matrimonio più intimo e meno freddo ma ero pur sempre un membro sia della famiglia Moretti che di quella Plotnikov, un personaggio pubblico, non potevo fare il matrimonio che desideravo.

Comunque non mi importava molto della cerimonia, ho lasciato l'onore a Lira, zia Lidia e zia Margaret, per me l'unica cosa che contava era l'uomo che avrei sposato.

Inoltre, non avrei proprio saputo cosa fare per organizzarlo, non avendolo mai sognato, nemmeno una volta.

Non misi il solito abito bianco romantico come quello di Lira, ma un abito goth romance.

Persino per quello avevo deciso di lasciare piena libertà di scelta a Marco.

La mattina della cerimonia io e Lira scartammo i nostri abiti, il suo era molto elegante e classico, semplice, non troppo elaborato. Il suo vestito era bianco e come stile ricordava un abito dell'epoca Regency, abbellito da delicati ricami dorati, ma pur sempre leggero e abbastanza semplice, nessun dettaglio rivelatore, rispecchiava perfettamente la sua personalità dolce, innocente e romantica, esattamente come le donne di quel periodo. Quando vidi il mio quasi mi vennero i cuoricini agli occhi. Era rosso completamente rosso sangue, aderente fino a metà delle cosce, poi una balza estremamente ampia si apriva arrivano a formare un lunghissimo strascico. La parte aderente era composta da tessuto solo davanti e dietro, ovviamente partendo solo dalle scollature, ai lati cera un pizzo nero molto elaborato. Le scollature erano estremamente ampie, sia sul seno che sulla schiena, lasciando la maggior parte della pelle coperta solo da altro leggerissimo pizzo nero. Per la testa c'era un diadema di un metallo molto scuro con smeraldi a cui era attaccato un velo di pizzo nero lunghissimo, La gonna era contornata al bordo da una serie di piccole rose, rosse e nere. Rimasi paralizzata per la bellezza di quellabito, Marco mi conosceva bene. Gli altri gioielli erano un collare di pizzo nero con un pezzo di metallo a forma di rosa a chiudere e degli orecchini con due rose nere alle orecchie. A completare il tutto c'erano due guanti di pizzo vero che arrivavano al gomito e che erano tenuti fermi da due anellini infilati alle dita medie delle mani. Quando lo indossai mi sentii benissimo. Ero contenta che non avesse scelto nulla di troppo banale e scontato per me.

Kevin e Lira avevano avuto ben sei figli, due femmine e quattro maschi.

Erano tutti delle piccole pesti, il più grande aveva un anno in meno di Debora e aveva appena fatto il suo ingresso nel nostro mondo.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora