Appena quella donna mi ebbe lasciata sola mi persi nei miei pensieri, mi levai le coperte per scoprire che aveva ragione, se avessi provato a camminare le ferite si sarebbero riaperte e non ne valeva la pena.
Mi sdraiai di nuovo ma, incapace di addormentarmi, fissai il soffitto perdendomi nei miei pensieri, ripensai a ciò che avevo fatto e scoprii che non ne ero inorridita.
Coloro che erano morti se lerano decisamente cercata, tuttavia era la prima volta che avevo davvero la possibilità di riflettere su tutta la mia situazione.
Non mi fidavo affatto di quella famiglia ma non avevo un altro posto dove andare, una ragazzina di quattordici anni senza arte ne parte oltre a quella di combattere, uccidere e torturare non sarebbe andata lontano.
L'unica alternativa possibile era quella di prostituirmi e non mi sembrava una brutta idea, avrei avuto l'occasione di guadagnare parecchio ed essere usata dagli uomini non mi faceva ribrezzo, ci ero abituata "un giorno avrò abbastanza soldi da poter vivere una vita più che decorosa" sorrisi a quella prospettiva, ma mi ricomposi subito.
Mancava ancora parecchio a quel momento e fino ad allora avrei dovuto stare molto attenta alle mie mosse, non potevo espormi e correre inutili rischi, ero sola e da sola dovevo riuscire a vincere, cosa non facile quando giocavi contro squadre intere.
Le mie riflessioni vennero interrotte dalla porta che si apriva, non avevo fatto caso alle ore che passavano, mentre riflettevo era già sopraggiunta la sera.
Finsi immediatamente di dormire e sentii delle risate provenire dal salone, poi una voce dolce, che riconobbi come quella di Lidia, pronunciò delle parole mentre la sua mano si avvicinò al mio viso "povera piccola, devi essere esausta, non devi preoccuparti, mi prenderò cura di te" appena sentii la sua mano addosso a me scattai come un serpente e afferrai il suo polso facendo cadere la tazza che aveva in mano, sentii dei passi e mi affrettai a lasciare la presa, non potevo permettermi di espormi in quel modo.
Improvvisamente comparve il boss Tommaso Moretti, strinse la moglie a sé e mi guardò come se volesse darmi fuoco "cosa ti ha fatto amore? Tutto bene?" la donna sorrise e tentò di rassicurarlo "non ha fatto nulla, devo aver cercato di accarezzarla troppo all'improvviso e si deve essere spaventata, sto benissimo" mostrò il polso dove non cera neanche il segno della mia stretta, mi stavo rammollendo per caso? Non ero stata in grado neanche di lasciarle un segno.
Lidia raccolse la tazza che era di plastica e quindi aveva resistito all'impatto, sempre guardandomi male l'uomo se ne andò.
Tutta quella tenerezza da parte della moglie del boss mafioso mi sembrava estremamente strana, Lidia mi sorrise "non volevo spaventarti, credevo che stessi dormendo, hai dormito almeno un pochino?" la guardai dritto negli occhi "non mi hai spaventata, semplicemente non mi fido di te ne di tutti voi, non mangerò ne berrò nulla di quello che mi darete e non permetterò a nessuno di voi di sfiorarmi neanche con un dit"o la mia voce trasudava gelo, gridai vittoriosa quando vidi la pelle d'oca su di lei, ma scacciò la paura in fretta "ti vado a prendere dell'altro brodo, devi mangiare qualcosa altrimenti non guarirai mai, qui nessuno ti farà del male, la mafia italiana non fa del male alle donne, almeno non più e di sicuro non ne facciamo alle ragazzine, con il tempo imparerai a fidarti di noi" poi se ne andò di nuovo.
Dentro al mio cuore di ghiaccio ero sicura che tutta quella dolcezza che il boss aveva dimostrato verso la moglie fosse solo una messinscena, il loro vero scopo era circuirmi per poi obbligarmi con le buone o le cattive a lavorare per loro, di certo sapevano già delle mie doti da combattente e volevano sfruttarle, non gliel'avrei mai permesso.
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SPERDUTA NELLA NEVE
AçãoBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...