TISHA

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Massimo mi aveva dato un compito noiosissimo, andare a verificare il corretto funzionamento della panic room.

Avrebbe potuto farlo a fare ad una recluta invece che a me.

Scesi con un libro in mano per passare il tempo.

Appena la porta si chiuse e la luce si accese, notai Marco dentro alla stanza.

Lo guardai curiosamente "Massimo ha chiesto anche a te di controllare?" gli chiesi, scosse la testa "no, in realtà non sei qui per quello, sei qui perché devo parlarti e se l'avessi fatto in un'altra stanza avresti trovato un modo per evitarmi" spiegò.

Quelle parole mi fecero incazzare "quegli idioti! Questi sono solo fatti nostri, non avrebbero dovuto immischiarsi!" sibilai, li avrei uccisi per avermi teso quell'imboscata.

Si avvicinò a me con fatica "gliel'ho chiesto io, prenditela con me, ma ho bisogno di sapere" lì coprì immediatamente.

Misi le braccia sotto al seno "sapere cosa?" chiesi, facendo apposta la finta tonta "perché sei rimasta con me a vegliarmi per quindici giorni fino a ridurti ad uno straccio?" specificò.

Diventai tutta rossa e decisi che avrei fustigato Kevin e gli altri per averglielo detto.

Distolsi lo sguardo dal suo "sei uno dei miei migliori amici, lo avrei fatto anche per Kevin o uno chiunque degli altri ragazzi!" cercai di giustificarmi debolmente.

Vedevo che non c'era cascato, onestamente nemmeno io ci sarei cascata al suo posto "non ci credo, da quando sei tornata dall'America sei cambiata molto nei miei confronti, non hai fatto altro che evitare di rimanere sola con me" mi prese delicatamente e mi attirò a sé esasperato "ti prego Tisha, sii onesta con me, dimmi quello che provi davvero perché non so per quanto potrò reggere questa incertezza continua" mi implorò immergendo il viso nei miei capelli.

Mi stavo agitando sempre di più, ma continuai a resistere così appoggiò le labbra sulla mia mascella, le fece scendere sul mio collo, il mio cervello si spense e sentii un calore accendersi dentro di me "voglio sapere se anche tu fai fatica a tenere lontane le mani quando siamo nella stessa stanza, se anche tu ti ecciti appena io ti guardo, voglio sapere cosa mi stai nascondendo" spinse ancora.

Il calore crebbe sempre di più finché, con un enorme sforzo, riuscii a spingerlo via "non puoi costringermi a dirti quello che provo! Non è giusto!" mi arrabbiai, più con me stessa a causa della debolezza che sentivo nei suoi confronti che con lui.

A quel punto perse un po' della sua abituale calma e mi ritirò indietro non permettendomi di allontanarmi troppo "e cosa dovrei fare? Continui a negare quello che proviamo, io ti amo Tisha, ti ho amata dalla prima volta che ti ho vista quando ero solo un ragazzino di quattrodici anni! Voglio solo sapere cosa provi tu e voglio una risposta adesso, se aspettassi i tuoi tempi non me lo diresti mai!" cercò di farmi capire con foga.

Non l'avevo mai visto come un ragazzo capace di tanta foga e passione, era sempre stato dolce e comprensivo, ma in quel momento il suo lato più nascosto e passionale stava emergendo.

I miei occhi iniziarono a riempirsi di lacrime "vuoi sapere cosa provo? E va bene, non lo so, ok? Come faccio a saperlo? Ho sentito una tale paura quando stavi per morire, non sarei riuscita a spostarmi da te nemmeno volendo! Poi quando ti sei svegliato una parte di me voleva saltarti addosso per baciarti e dirti tutto e l'altra voleva ucciderti per aver rischiato la tua vita senza un cazzo di motivo e avermi fatta soffrire in quel modo così orribile! Ti ho pensato costantemente e ti ho sognato una notte avendo l'orgasmo più forte della mia cazzo di vita, come posso sapere se questo è amore? Io non sono cresciuta con un esempio davanti!" gridai esasperata dalla sua insistenza.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora