ALESSANDRO

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Scoparmi quella mocciosa era molto piacevole, avevo fatto ricerche su quella ragazzina che aveva attirato la mia attenzione sin dal primo giorno, avevo scoperto che era stata usata come puttana in una scuola in Russia e che i mafiosi russi la stavano cercando come unica sopravvissuta al massacro che aveva preceduto la sua fuga.

In realtà non credevo fosse capace di farlo, massacrare tutti quei ragazzi, era più probabile che la rivolessero solo come puttana.

Avrei potuto lasciargliela, odiavo i Moretti, odiavo il fatto che la loro appartenenza alla mafia gli faceva credere di essere alla mia altezza, tutti gli altri scomparivano con me; invece, quella famiglia si credeva la migliore di tutto il paese.

Mi ero divertito a portare via a quel moccioso di Kevin la ragazza che gli piaceva: Lola De Marchi.

Era una puttanella, si credeva la più figa della scuola ed era ambiziosa.

Usciva con Kevin solo perché era un Moretti, ma era pur sempre il più piccolo dei figli del boss.

Appena io, unico figlio del senatore Rossi, avevo iniziato a prestarle attenzioni il moccioso era stato dimenticato e sapevo che gli dava fastidio, ci lanciava occhiate di fuoco ogni volta che ci vedeva assieme.

Mi ero accorto di come il moccioso tenesse a Tisha, inoltre era sua cugina, mio padre mi aveva detto di aver bisogno di un'alleanza con il boss.

Nessuna delle ragazze Moretti mi avrebbe calcolato, ma sapevo un grande segreto della più piccola.

Un giorno sentii una loro discussione e capii che Tisha non aveva detto a nessuno di non essere più vergine, capivo perché, nella mafia è fondamentale che le ragazze siano vergini altrimenti nessuno le vuole.

Come avrebbero voluto i Moretti una nipote inutile?

Che non potesse essere sposata da nessuno e che aveva fatto la puttanella fino a pochi mesi prima?

Quel segreto era la mia chiave per scoparmi la ragazza più bella della scuola e assicurare a mio padre l'alleanza con quella famiglia.

La vidi uscire dalla sala della mostra e si guardava attorno come per cercare qualcuno, probabilmente i suoi cugini visto che non frequentava nessun altro.

Mentre mi passava accanto senza notarmi la presi e la feci sbilanciare allinterno di un'aula "ma chi cazzo è?" chiese rimettendosi in piedi dritta.

Le sorrisi "sono io, scusa per i miei modi ma i tuoi cugini e i loro amici mi tengono d'occhio" sorrise tesa "ok, non ti preoccupare, cosa volevi?" mi avvicinai a lei e le presi la mano "è tutta la settimana che cerco le parole giuste per chiederti di uscire" mi guardò in modo sorpreso "c'è Lola che non ti stacca gli artigli di dosso, perché vorresti uscire con me con tutte le ragazze che ti ronzano attorno?" mi guardava dritto negli occhi senza paura.

Sorrisi del suo coraggio "vedi, mio padre vuole un'alleanza con tuo zio da moltissimo tempo" "lo so, i miei cugini mi hanno anche detto che però tu ti rifiuti di uscire con ragazze che non sono del classico".

Dovevo trovare in fretta una soluzione per cercare di smentire quella voce del tutto vera "no, non è proprio così, diciamo che le tue cugine non mi piacciono molto, tu invece sei diversa da loro, sono sicuro che se uscissimo assieme qualche volta ti renderesti conto che siamo fatti l'uno per l'altra" per quanto sembrasse tranquilla sentivo che non era tranquilla, come se si sentisse in pericolo, forse non credeva alle mie parole.

Cercò di essere gentile e prendere tempo "Alessandro, mi lusinga molto la tua offerta, ma qui per me è tutto nuovo, preferirei concentrarmi sullo studio per qualche mese" la mia presa sulle sue mani divenne più forte e la spinsi contro la parete bloccandole i polsi sopra la testa, avevo provato con le buone maniere, non volevo che capisse che avevo indagato su di lei e che conoscevo già il suo segreto, così optai per le cattive maniere.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora