Venni convocata da mio zio nel suo ufficio il giorno dopo la festa di diploma e l'ngresso mio e degli altri nella famiglia.
Non sapevo cosa mi avrebbe detto, dentro di me temevo che potesse ancora rilegarmi a ruoli di minor valore per paura che mi facessi male.
Quando entrai lo vidi mortalmente serio, il che non era un buon segno.
Mi sedetti davanti a lui "ehi zio, volevi parlarmi?" lui non si voltò mentre mi parlava "ti ho convocata perché ho intenzione di mandarti in missione con uno dei miei agenti, non dovrai fare nulla di che, in pratica dovrete infiltrarvi nei night club della famiglia italo-americana che governa New York e cercare di carpire informazioni" mi spiegò.
Sbuffai, sapevo che mi avrebbe dato un compito simile "scordatelo, questo piano non funzionerà mai, nessuno parla liberamente davanti ad una coppia, lo sai bene quanto me" scartai il suo piano.
Zio Tommaso strinse le mani con forza "questo è l'unico modo, le nostre puttane non sono affidabili, se ci mandassi solo un uomo sarebbero prudenti, tu sei l'unica che possa farlo" sollevai un sopracciglio "perché dovremmo infiltrarci? Se vuoi che lo facciamo spiegami almeno il motivo, anche perché abbiamo un'alleanza con quella famiglia, grazie al matrimonio di Erika" chiesi.
Si girò e si sedette sulla sua poltrona "abbiamo il sospetto che la più importante famiglia italo-americana stia progettando di distruggerci, ma abbiamo bisogno di conferme" incrociai le gambe e lo guardai dritto negli occhi "se lo farò voglio totale solitudine nella missione e completa autonomia decisionale, non possiamo stabilire un piano troppo rigido da una distanza simile, avrò bisogno di potermi adattare alle situazioni che mi si presenteranno" pretesi.
Lo vidi irrigidirsi "sei entrata nella famiglia solo ieri, ancora non hai conquistato nulla, pretendi un po' troppo" raddrizzai la schiena e continuai a guardarlo negli occhi, prima di rispondere lasciai passare un po' di tempo "come hai detto tu io sono l'unica che può portare a termine la missione e questa missione è fondamentale per capire cosa stanno combinando e se necessario distruggerli per primi, il piano che hai ideato non funzionerà, per nulla, conosco questo ambito meglio di te" il mio tono di voce era mortalmente serio.
Lo indurii ancora di più "non sono una bambina e tu non hai fiducia in me, hai troppa paura che io venga ferita per pensare con freddezza, dimostrami che ti fidi di me e io ti riporterò a casa tutte le informazioni di cui hai bisogno" vedevo che non era contento ma cedette.
Sapeva che avevo ragione "va bene, ieri sei entrata nella famiglia e sei uno dei migliori soldati che abbiamo, devo rispettare la tua scelta e mantenere la mia parola" sorrisi e gli presi la mano nel tentativo di rassicurarlo "non devi preoccuparti, porterò a termine la missione e tornerò a casa, costi quel che costi" lui strinse la mia "d'accordo allora, però informami del tuo piano per favore" mi concesse lui.
Mi alzai e uscii dalla camera, mi diressi velocemente nell'area a noi riservata e andai nella sala dei videogiochi da dove sentivo uscire dei rumori, vidi Kevin e Vittorio intenti a giocare, alzai gli occhi al cielo "ma davvero? Non siete un po' grandi per perdervi in queste stronzate?" gli chiesi, loro mi imitarono presto sollevando a loro volta gli occhi al cielo "sei sempre a farci la ramanzina?" mi chiese Vittorio.
Sbuffai e gli feci cenno di seguirmi "venite, dobbiamo discutere di una missione" gli spiegai velocemente.
Nella nostra ala zio Tommaso aveva trasformato una delle camere vuote in una piccola stanza riunioni per noi che già eravamo entrati nel giro.
Era composta da un tavolo di legno a otto posti ma allargabile a dodici, una lavagna e mini-frigo con delle bevande dentro, ovviamente sia alcoliche che non.
Entrai seguita dai miei cugini che si sedettero su due sedie "in cosa consiste questa missione?" chiese Kevin, feci un respiro profondo "in America ci sono dei problemi e zio Tommaso mi ha ordinato di andare ad indagare, mi aveva proposto di infiltrarmi assieme ad un altro soldato nei loro night club per origliare" Kevin saltò in piedi "allora vengo con te, non ti lascio certo andare con qualcun altro, ti terrò al sicuro!" esclamò con veemenza.
Alzai gli occhi al cielo e lo fulminai con lo sguardo "ho rifiutato il piano in quanto troppo rischioso e l'ho convinto a lasciarmi carta bianca su tutto" li informai, Kevin si sedette di nuovo "allora sei qui per pianificare le nostre mosse?" chiese Vittorio, in quel momento entrarono Giacomo, Andrea e Marco, li avevo informati per telefono.
Si accomodarono nelle sedie libere "eccoci, allora qual è il piano per la nostra prima missione?" chiese Andrea, feci un respiro profondo prima di sparare la bomba "andrò da sola in America, questa non sarà la nostra missione, sarà solo la mia missione" se gli sguardi potessero uccidere quei ragazzi mi avrebbero ammazzata del tutto.
Si irrigidirono "come cazzo ti salta in testa di infiltrarti li dentro da sola?" mi grida contro Kevin, alzo gli occhi al cielo "cerca di ragionare per favore, voi attirereste l'attenzione, si capisce subito che siete dei novellini nella mafia, io no, io passo inosservata" cercai di mettergli un po' di sale in zucca, ma loro non vollero sentire ragioni, iniziarono a gridare tutti assieme che non me lo avrebbero mai permesso.
Quello strepitio attirò zio Tommaso e zio Pietro "ragazzi, cosa succede qui dentro? Perché gridate?" chiesero, fu Vittorio a rispondere "Tisha ci stava spiegando il piano che aveva in mente per la sua prima missione" zio Pietro si sedette seguito dal fratello "bene, già che ci siamo ascolteremo volentieri anche noi" affermò.
Feci un respiro profondo "quindi, stavo dicendo che andrò da sola e mi farò assumere al night club come ballerina, cameriera o barista, in questo modo nessuno si insospettirà e io potrò ascoltare tutto tranquillamente, avrò addosso dei microfoni che vi permetteranno di sentire tutto quello che viene detto anche da qui senza problemi, così facendo anche se a me dovesse sfuggire qualcosa a voi non sfuggirà di sicuro" terminai.
Vedevo che i miei zii non erano contenti, zio Tommaso si alzò e Kevin mi guardò trionfante, credendo senz'altro che mi avrebbe costretta a farmi accompagnare, ma lui sorprese tutti noi "ti ho detto che avresti avuto carta bianca e manterrò la parola, non ho intenzione di interferire con il tuo piano, solo mi aspetto che tu modifichi il tuo aspetto, così saremo sicuri che nessuno ti riconoscerà e che tu torni indietro se diventa troppo pericoloso" io annuii "certo zio, te lo giuro".
Zio Pietro ci guardò seriamente "approfittate di questi giorni perché Tisha partirà tra meno di una settimana, non possiamo rischiare che ricevano soffiate" rivelò.
Detto questo ci lasciarono soli e io sorrisi al vedere le facce esterrefatte degli altri.
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SPERDUTA NELLA NEVE
AzioneBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...