TISHA

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Solo una volta che mi fui chiusa in camera mia mi permisi di crollare un minimo, quelle rivelazioni mi avevano distrutta, se solo mio nonno non fosse stato un tale bastardo io sarei potuta crescere lì, avrei evitato tutte le mie sofferenze e non avrei dovuto crescere così in fretta.

Mi sdraiai sul letto e guardai il soffitto, era evidente che in quella casa volevano tutti molto bene a mia madre, evidentemente essere incinta a quindici anni l'aveva devastata, al punto da non prendersi mai veramente cura di me, ma non gliene facevo una colpa e non ero arrabbiata con loro, non avendo mai avuto una vera famiglia non potevo sapere cosa significasse, non si può sentire la nostalgia di qualcuno che non si conosce.

Mi addormentai presto a furia di pensare.

Nelle tre settimane successive non uscii mai dalla mia stanza e nessuno entrò se non per portarmi i pasti, il mio corpo ebbe il tempo di rimettersi del tutto e la rivelazione ebbe modo di radicarsi dentro di me.

A quel punto non avrei mai potuto dire la verità sul mio passato, li avrebbe scioccati totalmente.

Ora lo specchio mi rimandava un'immagine completamente diversa: il mio corpo aveva curve che non aveva mai avuto, i miei capelli erano finalmente sani e forti, solo i miei occhi erano ancora uguali, esprimevano sospetto e serietà come sempre, sembravano quelli di una donna di quarant'anni e non quelli di una ragazzina, ma non mi importava.

Passavo le mie giornate a pensare a cosa sarebbe successo se avessi oltrepassato la porta della mia camera, non avevo mai vissuto in una famiglia e quindi non sapevo cos'avrebbe comportato o come comportarmi io.

A un mese dal mio risveglio feci un respiro profondo, non mi avrebbero più permesso di andarmene, almeno fino ai diciotto anni ero bloccata lì.

Alcuni potrebbero dire che fosse finalmente la mia occasione di avere una famiglia felice, ma dopo tutte le delusioni del passato non riuscivo più a sperarci.

Allungai la mano e aprii la porta uscendo finalmente, seduto per terra contro il muro cera Kevin "sono contento di vederti Tisha, mio padre mi ha detto che appena uscita dovevi andare nel suo studio, vuole parlarti" annuii e gli feci un leggero sorriso "grazie" lui mi sorrise a sua volta ma in modo molto più vistoso e mi mise una mano sulla spalla "sono contento che tu sia mia cugina" poi si allontanò.

Io mi diressi allo studio e bussai alla porta "avanti" la voce di quello che era mio zio mi invitò ad entrare e io feci come mi era stato detto "Kevin ha detto che dovevi parlarmi" appena vide che ero io sorrise "certo, accomodati" mi sedetti sulla sedia e lui iniziò a parlarmi "allora, ora che abbiamo appurato che sei nostra nipote e sei parte della famiglia ovviamente non sei più un ospite, sei parte della famiglia e come tale sei la benvenuta. Stasera a cena conoscerai tutti i membri della famiglia. Ovviamente dalla prossima settimana dovrai iniziare ad andare a scuola come tutti gli altri, avrai una camera tua nell'ala dei ragazzi e avrai bisogno di nuovi vestiti! si vedeva che era felicissimo della mia presenza ma io non capivo perché.

Quando non sentì la mia risposta mi chiese "cosa stai pensando?" "so che sono vostra nipote ma in pratica sono un'estranea, perché all'improvviso sei così felice di avermi qui, prima non potevi neanche sopportare la mia vista" nella mia voce non cera accusa perché non lo accusavo, mi suonava strano e lui lo capì perché rimase calmo mentre mi rispondeva "capisco che possa suonarti strano ma per noi il sangue è molto importante, ci si può fidare al cento per cento solo di chi ha il tuo stesso sangue o almeno, noi pensiamo che sia così" mi piegai guardandolo negli occhi "dimmi la verità, non credo che siate così stupidi da fidarvi di qualcuno di estraneo solo perché ha il vostro stesso sangue" fece un sospiro "amavamo molto nostra sorella Caterina, non averla più qui è stata una sofferenza ma ci consolava sapere che stesse vivendo una vita normale con l'uomo che amava e con una figlia per la quale ha rischiato tutto. Sapere che sei tu, averti qui, è come riavere qui una parte di lei e per questo mi piacerebbe che tu ti ambientassi in modo da rimanere qui con noi e so che avere una famiglia può farti solo che bene" quelle parole non mi piacquero.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora