Tornai a casa di nascosto senza troppi problemi con le dosi.
E mi lasciai cadere nel letto, i ricordi tornarono prepotenti e non riuscii a fermarli.
Dopo pochi secondi, sentii un gran scalpicciare di passi davanti a me e sentii l'uomo parlare con qualcuno "non posso più spendere soldi per farvi divertire come volete voi, quindi da ora in avanti quando vorrete sfogarvi verrete qui" non aggiunse altro e mi tirò una pacca sul culo, nonostante il dolore mi dimenai con forza. Sentii delle voci maschili ridacchiare e poi sentii di nuovo la sua voce "son sicuro che sarete soddisfatti del vostro nuovo giocattolino, avete sei ore prima dei combattimenti, usatele bene per provarlo" poi sentii dei passi uscire. Non ebbi il tempo di contare nemmeno dieci secondi quando una dozzina di mani iniziò a toccarmi, colpirmi in vari punti con diverse quantità di forza, mordicchiarmi la pelle e leccarmela. Sentii sue bocche attaccarsi ai miei capezzoli, altre due attaccarsi una al collo e laltra ficcarmi la lingua in gola, infine sentii altre due bocche entrare in contatto con i buchi della mia intimità e del mio culo. In quel momento non capii più nulla, sentivo risate, voci concitate, tocchi di mani e bocche, ma la mia testa non riusciva a processare nulla. Tutto quello che successe da quel momento in poi mi fece gelare il sangue, venni slegata ed entrai in contatto con oggetti di metallo, provai a dimenarmi ma ero immobilizzata. A causa della benda non mi resi conto di dovero di preciso, seppi solo che ero sul pavimento, immobilizzata da sbarre di metallo. All'improvviso sentii due mani sul mio fondoschiena e sentii qualcuno ridere prendendosi gioco di me, mi venne infilato dentro qualcosa, mi accorsi che era una mano, cercai di nuovo di ribellarmi ma in risposta le sbarre si strinsero di più attorno a me e sentii uno strano pizzicorino. Il resto del pomeriggio fu una nebbia fitta, ricordo solo risate, dolore e tocchi di mani che non conoscevo. Era come se il mio cervello si fosse bloccato, non voleva ricordare quei momenti. Dopo molte ore, finalmente venni lasciata sola, la benda e i pezzi di metalli mi lasciarono andare e io potei sgranchirmi le gambe.
Velocemente mi afferrò e mi sbattè contro il muro bloccandomi le braccia sopra la testa e spingendomi un ginocchio in mezzo alle gambe, la sua bocca calò sul mio seno mordendo la pelle delicata "hai davvero un sapore delizioso, credo che ne approfitterò anche io" con la schiena che bruciava e il suo corpo che premeva contro il mio non riuscii a ribellarmi mentre si infilava tra le mie gambe, si slacciava la zip e mi penetrava con forza. In quel momento gridai, non ero più abituata, in quei quattro anni avevo fatto sesso solo qualche settimana prima con Luca. Mi scopava selvaggiamente e con forza cazzo, quanto sei stretta puttana grugniva come un maiale, poi lo sentii tendersi e venne dentro di me. Una volta che ebbe finito si allontanò, lasciandomi cadere malamente sul pavimento di pietra freddo, gemetti per il dolore che mi facevano le ossa già doloranti a cadere su quel terreno. Non mi guardò nemmeno prima di lasciarmi li da sola.
Quando le porte di riaprirono di nuovo facendo entrare sei uomini grandi come armadi stringevo un'asta di ferro che ero riuscita a staccare da un muro. Li affrontai senza paura "non azzardatevi ad avvicinarvi, so combattere" bluffai, ero a stento in grado di reggermi in piedi. I sei scoppiarono a ridere "la puttanella vuole giocare" sghignazzò uno, un altro mi guardò malizioso "be sarà divertente giocare con lei" si avvicinarono a me e io cercai di allontanarli, ma ero troppo debole, con un pugno mi fecero volare a terra e lasta scivolò lontano da me, dritto ai piedi del più alto e grosso. Poi venni sollevata per i capelli e piegata a novanta gradi, mi dimenavo selvaggiamente nel tentativo di liberarmi ma i sei uomini scoppiarono a ridere "guardate come si dimena, non credo che stia fingendo, davvero non vuole essere la nostra puttanella" disse uno ridendo. Sperai ingenuamente che quello li fermasse ma le mie speranze vennero deluse da subito. Non riuscivo a vedere i loro volti, ma venni colpita sul culo con forza "questo rende le cose ancora più divertenti" disse una voce diversa dalle altre. Quello che successe dopo mi strappò quasi un urlo, sentii il pezzo di metallo colpirmi il sedere con una forza inaudita. Non una, non due, ma dieci volte venni colpita sul sedere e sulle gambe. Sentivo il sangue che colava. Infine, sentii due mani afferrarmi le mie e legarmele dietro alla schiena con una corda a maglie metalliche e bendarmi gli occhi. Sentii di nuovo la voce del primo grondante di lussuria dai, ora divertiamoci sentii due mani afferrarmi i fianchi da sotto di me e mi tirò a cavalcioni su di lui, altre due mani mi afferrarono da dietro e poi due mani ancora mi afferrarono la testa. Poi sentii tre pezzi di carne penetrarmi, uno il culo, uno la mia intimità e il terzo spingersi giù per la mia gola. Spingevano in me senza pietà, colpendomi ovunque nel frattempo, sentivo il sangue che colava lungo tutto il mio corpo, senza alcuna distinzione. Non riuscivo a respirare a causa del membro che avevo nella gola. I conati di vomito mi stavano soffocando. Quando uno doveva venire usciva da me e mi veniva sul corpo e un altro prendeva subito il suo posto. Non so quanto tempo passò, la mancanza di ossigeno mi confondeva, sentii qualcuno portare dentro un oggetto e appoggiarlo sulla parete. Dopo un tempo indefinito tutti i corpi si allontanarono da me, venni presa di peso e legata ad una sedia. Poi mi venne tolta la benda. Guardando davanti rimasi inorridita. Il mio corpo non era nemmeno più riconoscibile, era livido, sanguinante e rovinato, sporco di sperma in ogni sua parte. Venne sistemato qualcosa sotto di me e quello che riconobbi come un dildo di legno scheggiato iniziò a penetrarmi il culo. Stare seduta li era una tortura con tutte quelle ferite sulla parte posteriore del mio corpo. Dietro di me venne uno dei ragazzi che mi afferrò la testa e me la tirò indietro finché non fui all'altezza del suo membro, poi me lo ficcò in gola. Gli altri si stavano dando piacere da soli. Quando venne sparò il suo sperma sul mio corpo, come avevano già fatto prima. Successe lo stesso con tutti gli altri. Per le ore successive il copione si ripeté, in pratica mi gettavano a terra, mi picchiavano con qualcosa, mi scopavano e poi si masturbavano su di me costringendomi a fargli un pompino. Dopo ore e ore mi legarono al soffitto in piedi davanti allo specchio "questa si che è liberazione, finalmente possiamo sfogarci per bene" esclamarono. Non mi guardarono nemmeno, mi gettarono addosso delle banconote che finirono a terra e mi lasciarono sola.
Mi alzai tremante ma caddi a terra e striscia fino allo specchio.
Che cosa ero diventata? Mi ero appena prostituita per della droga? Senza quella però non riuscivo davvero a scacciare i pensieri e i ricordi.
Però non potevo rivivere quell'sperienza, non ci sarei riuscita.
In quel momento ricordai il dolce oblio che avevo provato all'inizio della mia guarigione, stavo quasi per morire, per questo non sentivo nulla e non pensavo a nulla, volevo tornare lì e questa volta non sarebbero riusciti a farmi lasciare quel rifugio sicuro.
Presi le buste di droga che avevo nella borsa, erano due droghe differenti.
Le misi assieme e misi la maggior parte del contenuto in molte siringhe che mi infilai assieme, erano molte dosi assieme, in quelle circostanze non sarei riuscita a sopravvivere e nessuno di loro sarebbe venuto qui, non era mai successo.
Uno dopo l'altro spinsi tutti i pistoni e mi staccai tutte le siringhe dal corpo.
La testa iniziò a girare e non fui più in grado di rimanere dritta, mi stesi a terra e sorrisi respirando in maniera affannata.
La mia testa era di nuovo vuota, non sentivo nulla, i ricordi erano scomparsi.
Dopo un po' ritrovai l'oblio, ero così contenta, ora sarebbe finita, non avrei più sofferto, mai più, ci sarebbe stata solo pace e silenzio.
STAI LEGGENDO
SPERDUTA NELLA NEVE
ActionBuio. Vedo davanti a me solo oscurità macchiata da chiazze rosso cremisi e contornata da una sensazione di dolore e umiliazione. Tisha ha tre anni quando viene mandata in un orfanotrofio dai suoi genitori, fino a quel momento ha conosciuto solo dolo...