ERIKA

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Mentre mettevo i bambini sul seggiolone il mio telefono squillò, corsi a prenderlo e misi in vivavoce "ciao zio Tommaso, come stai?" gli chiesi mentre prendevo con il cucchiaio la pappa alla femminuccia e la imboccavo.

La sua voce stanca mi saluto "ciao Erika, diciamo così così, tu invece?" sapevo della situazione di mia cugina Tisha e di sicuro non era facile gestire una situazione complicata come quella.

Cercai di sorridere per far apparire la mia voce allegra "tutto bene dai, sto facendo mangiare i piccoli diavoletti" risi imboccandola di nuovo.

Poi però tornai seria "come sta Tisha?" gli chiesi, sospirò "meglio, ha accettato di farsi aiutare, abbiamo parlato, ma sul piano psicologico è ridotta male, per questo ti chiamo, devo chiederti un favore enorme" mi feci attenta.

Smisi di imboccare per concentrarmi sulle sue parole "dimmi pure" lo sentii sospirare di nuovo "per il momento te la faccio breve poi ti spiegherò meglio dopo, ho bisogno che tu e tuo marito accogliate per qualche tempo Laura, Nadia e Tisha lì con voi, vi spiegherò tutto questa sera se potete fare una videochiamata" annuii "certo, non preoccuparti, facciamo per le dieci? Così i bambini saranno a letto ed Erik sarà a casa di sicuro" la sua voce era sollevata "grazie davvero, ci sentiamo questa sera" "ciao zio a più tardi" lo salutai a mia volta e chiusi la chiamata.

La giornata passò velocemente con Kira e Kyle che giocavano, io che mi occupavo della casa ed Erik al lavoro come sempre.

Mentre sbrigavo le faccende pensavo a mia cugina.

Quasi non la conoscevo in realtà.

Ero andata via di casa per sposarmi solo un paio di anni dopo il suo arrivo e in quei due anni era sempre o a scuola oppure all'addestramento o altrimenti era con mio fratello Vittorio e nostro cugino Kevin.

Mentre noi ragazze eravamo estremamente legate tra di noi con lei c'era stata poca intesa e i nostri interessi erano diversi, per non parlare del fatto che il suo tempo libero era quasi zero.

Passai la giornata in frenesia per la videochiamata a casa.

Alle otto presi i bambini che ormai avevano quasi tre anni e li misi a tavola per farli cenare e poi metterli a nanna, quando due braccia mi strinsero da dietro e un bacio venne posato sul mio collo "ehi bellezza, come stai?" mi sussurrò il mio bellissimo marito.

Mi voltai sorridendogli e gli diedi un bacio delicato sulla bocca "bene amore, tu invece? Com'è andato il lavoro?" fece spallucce "uno studio legale è sempre mortalmente noioso, che ci vuoi fare? Ti vedo un po' strana, è successo qualcosa?" mi chiese, la sua capacità di leggermi mi sbalordiva sempre.

Incrociai le braccia sotto al seno "alle dieci abbiamo una videochiamata con i miei genitori e i miei zii, mi hanno chiesto se possiamo ospitare le mie cugine e mia sorella per un po', ci spiegheranno meglio questa sera" mi accarezzò il viso "per me possono venire tutti se vogliono, so quanto ti mancano, soprattutto perché viviamo dall'altra parte dell'oceano" abbracciandomi stretta.

Dopo qualche secondo, mi chiese "riguarda tua cugina Tisha ho indovinato?" annuii "si, come ti ho già detto non conosco i dettagli, ma la situazione deve essere seria se zio Tommaso ha deciso di mandarla così lontano, soprattutto dopo quello che è successo l'ultima volta" mio marito non era andato a liberare mia cugina, ma il suo fratello maggiore gli aveva raccontato delle sue condizioni ed era davvero orribile il modo in cui era stata trattata.

Mentre Erik mi raccontava la sua giornata facemmo mangiare i bambini, li mettemmo a letto e cenammo, avevo fatto una semplice pasta al sugo per cena.

Alle dieci ci sistemammo davanti al suo PC e rispondemmo alla videochiamata "grazie per averci risposto ragazzi" disse subito mio padre, sorridemmo "figurati papà, sono contenta di sentirvi" avevano delle occhiaie spaventose "voi però mi sembrate stravolti" commentai.

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora