TISHA

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Quando arrivò il giorno della partenza ero sdraiata nella mia gabbia con il corpo tremendamente e indolenzito, non riuscivo a dormire da settimane a causa dei dolori. 

Appena suonò la sveglia Maxim la spense e mi guardò con gli occhi famelici, senza dire nulla ricominciò ad abusare di me, nel frattempo prese il coltello e riaprì le vecchie cicatrici con il suo marchio che mi aveva fatto tanti anni prima, poi succhiò e morse fino a provocarmi dei lividi proprio sopra ai tagli "ricordati che sei mia amore" annuii freneticamente.

Sono tornata in camera mia di corsa per mettermi i miei vestiti migliori, che erano comunque molto rammendati, darmi una lavata e una spazzolata ai capelli, ho anche medicato i lividi e i tagli che avevo su tutto il corpo.

Avevo appena finito quando la signora Tatiana mi venne a prendere "andiamo, è arrivato" io la seguii docilmente come sempre, dentro di me però esplodevo di emozione e felicità, nell'atrio cerano tutti i miei compagni con il direttore e lo stesso signore che mi aveva fatto il test, mi fermai davanti a Maxim che mi mise le mani sulle spalle "rendi onore alla nostra scuola Tisha" mi raccomando annuii e mi voltai verso l'uomo che mi sorrise "vieni, è ora di andare" mi mise una mano sulla spalla e mi guidò fuori fino ad una macchina molto elegante con un autista, entrai per prima poi seguita dall'uomo.

Mentre la macchina si allontanava dall'orfanotrofio anche il mio cuore si alleggeriva e l'euforia cresceva, credevo di essere diventata una ragazzina molto riservata e silenziosa ma senza quell'opprimente peso sul petto mi sentivo ben più entusiasta della vita.

L'uomo mi guardò per un po' prima di parlare "quella dove stiamo andando è una scuola per gente molto ricca, sarai l'unica studentessa proveniente dal ceto popolare, dovrai lavorare molto duramente per guadagnarti il rispetto di tutti" annuii con decisione "ho capito signore" risposi educatamente.

Arrivammo solo tre dopo ma eravamo andati a nord.

Il mio orfanotrofio era in campagna ma in una zona più calda, qui invece eravamo in una zona ghiacciata della Siberia.

Avevo studiato molto di quella zona russa ed ero emozionata di andarci a vivere, non vedevo l'ora di esplorarla il più possibile.

Entrammo con la macchina in un muro di cinta, era strano perché sembrava più una base militare che una scuola, cerano degli uomini in divisa sconosciuta sulle mura e gruppi di ragazzini dagli 11 ai diciassette anni marciavano in tutto il cortile o si cimentavano in altri test o prove fisiche.

All'improvviso l'uomo che era con me scese e mi aprì la portiera facendomi scendere.

Mi condusse per il cortile fino ad un edificio, i ragazzi presenti mi guardavano stupiti, sembrava che non vedessero molto spesso delle ragazze e in effetti non ne vidi neanche una mentre venivo portata nei corridoi.

Quando ci fermammo davanti ad una porta lessi la targhetta e mi accorsi che ero in presidenza, l'uomo bussò e sentii una voce che ci invitava ad entrare.

Entrammo e il preside mi sorprese, era proprio l'opposto di Maxim, indossava una divisa strana come tutti gli altri, era alto e muscoloso, ma aveva di sicuro più o meno la stessa età di Maxim. 

Il mio accompagnatore lo salutò "buongiorno preside, lei è la ragazzina Tisha Lukin" gli occhi dell'uomo esprimevano autorevolezza e severità "bene, si sieda signorina Lukin" feci immediatamente come mi era stato chiesto "questa non è una semplice scuola signorina, è divisa in due sezioni: una maschile e una femminile, quella femminile si trova in una campagna a quattro ore da qui, la sede maschile invece è in un luogo freddo apposta" i suoi occhi mi ispezionavano attentamente, mi sembrava che mi stesse facendo i raggi X. 

SPERDUTA NELLA NEVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora